Non cambiamola

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    Caro direttore, leggo spesso di polemiche sulla nostra Preghiera e sul fatto che capita che qualcuno non la voglia letta in Chiesa, neanche per un funerale di alpini “andati avanti”. Penso che comunque questa abbia avuto un imprimatur ecclesiastico ma, per evitare ulteriori polemiche, mi permetto di suggerire una piccola variazione che mette in evidenza quelle che sono le nostre vere armi che possediamo “armati come siamo di fede e di amore”. Non so se qualcuno ci ha mai pensato ma proporrei di sostituire la frase “rendi forti le nostre armi…” con questo iniziale richiamo al vangelo di Luca: “Accresci e rinforza la nostra fede e il nostro amore e tieni lontano chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana”. Non sono un teologo e non so se così possa andare bene, sono comunque un alpino cristiano e credente.

    Luca Boschini, Inverigo (Como)

    Come ho già scritto in altra risposta, io sono favorevole al fatto che il testo della Preghiera resti quello che è. Adattare tutto alla sensibilità del presente vorrebbe dire cambiarla in continuazione a seconda delle mode culturali. E poi lasciatemi lanciare un sassolino (pardon un macigno!), ho più paura dei preti che fanno cantare “Bella ciao” in Chiesa piuttosto che degli alpini disarmati che recitano la loro Preghiera.