Noi dell’Ortigara

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    Ortigara, “calvario degli alpini”: lassù, nel giugno del 1917, ben 22 battaglioni di penne nere combatterono per venti giorni con strenuo eroismo una battaglia sfortunata, perdendovi tredicimila uomini tra caduti, feriti e dispersi. Quel monte, dove il 6 settembre 1920 si svolse la prima Adunata alpina, è divenuto, con la sua suggestiva Colonna Mozza, uno dei simboli delle sofferenze della Grande Guerra e continua ad essere testimonianza del senso del dovere dei tanti giovani che la vissero.

    Su quella cima, santuario della memoria patria, contrassegnato da immutati segni e squarci della guerra, in silenzio sacrale la mattina di domenica 8 luglio si sono raccolte circa tremila persone: alpini d’ogni età e d’ogni regione d’Italia, con amici e familiari, tutti spinti dal dovere morale di ricordare e di trovare nel ricordo dei valori passati la strada per il futuro.

    Impeccabile l’organizzazione, assicurata dalle Sezioni di Verona, Marostica ed Asiago; presenti il Consiglio nazionale dell’Ana, una trentina di Sezioni, centinaia di gagliardetti, numerose autorità militari, picchetto armato alpino, molti sindaci, l’assessore regionale Elena Donazzan, rappresentanze militari austriache e slovene. Luciano Bertagnoli, presidente della Sezione di Verona, ha aperto la cerimonia con alzabandiera e onore al Labaro; ha poi letto un toccante passo della lettera scritta ai propri cari dal tenente Adolfo Ferrero la notte del 24 giugno 1917 poche ore prima di morire in combattimento.

    Nel corso della Messa il cappellano alpino veronese don Rino Massella ha sottolineato che, come ieri hanno combattuto generosamente per la Patria, così oggi gli alpini sono impegnati su ogni fronte della solidarietà e sono profeti di pace perché sia posta fine ad ogni logica della violenza; accanto a lui hanno concelebrato il parroco di Enego don Federico ed il cappellano sloveno Milan Presevic. Al termine l’intervento del gen. Claudio Berto, torinese, comandante delle Truppe Alpine.

    Rievocati i momenti della battaglia dell’Ortigara e rivissuti gli stati d’animo dei combattenti, ha rivolto un commosso ricordo d’alto valore morale a tutti i Caduti «senza distinzione di uniformi, di fronte», perché soldati «tutti uguali di fronte alla morte»; infine, nel silenzio generale, ha scandito con solennità il nome dei battaglioni coinvolti nel combattimento.

    È intervenuto poi il Presidente nazionale Sebastiano Favero, che ha ricordato con forza e con gratitudine i giovani che centouno anni fa sacrificarono la loro vita per il senso del dovere. «I nostri giovani oggi fanno fatica a comprendere cosa vuol dire senso del dovere, ma noi dobbiamo tenacemente insistere, perché per poter guardare avanti verso il futuro non sono sufficienti i diritti, sono necessari i doveri: io credo che sia il più grande messaggio che oggi dall’Ortigara ci viene gridato con forza da quei giovani che qui sono andati avanti».

    La cerimonia si è conclusa con la deposizione d’una corona d’alloro alla Colonna Mozza ed al cippo dedicato ai Caduti dell’esercito austro-ungarico. Il pellegrinaggio sull’Ortigara era stato preceduto il pomeriggio di sabato 7 luglio da una solenne sfilata alpina per le vie di Asiago fino al Sacrario sul colle del Leiten, che dal 1938 raccoglie i resti di tutti i Caduti sull’Altopiano.

    Vasco Senatore Gondola