Nikolajewka: scuola di bontà

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    1936

    Fu una decisione coraggiosa e vincente: nel 1982 gli alpini bresciani pensarono, per il 40º della battaglia di Nikolajewka, ad un monumento che andasse al di là del simbolo. Scelsero un “monumento vivente”, che tramandasse concretamente, giorno per giorno, i valori della nostra Associazione, in ossequio all’idea di “onorare i morti aiutando i vivi”. Nacque così la Scuola Nikolajewka: l’edificio, imponente, su tre piani, con due “torri” e servizi annessi, fu costruito dalle penne nere in soli sei mesi, nel quartiere di Mompiano, a nord della città di Brescia, in un’area pedecollinare. 

     

    Centinaia di alpini delle Sezioni bresciane profusero nell’impresa migliaia di ore di lavoro. Inizialmente la struttura, in accordo con sodalizi già esistenti, fu pensata come “Scuola di arti e mestieri per spastici e miodistrofici”, immaginando percorsi d’inserimento nel mondo del lavoro per chi era affetto da tali disabilità. Ma, col tempo, la Scuola è andata occupandosi di ogni disabilità motoria, grave e gravissima.

    Il nome “Scuola” è rimasto (ingenerando a volte confusione), ma, ora, è un centro modernissimo, con importanti funzioni di ricerca, specie nel campo dell’informatica facilitante, che semplifica la vita del disabile (l’esempio più noto è la domotica della casa di Luca Barisonzi). Oggi la struttura ospita 120 disabili, metà in regime diurno, metà in regime residenziale. Sono oltre cento i dipendenti della Cooperativa Nikolajewka ad occuparsi degli ospiti, quasi tutti inabili al 100%, appoggiati da decine di volontari (molti alpini) che si alternano in settimana.

    Se la Cooperativa è il braccio operativo, il “custode” patrimoniale e finanziario è la Fondazione Nikolajewka, presieduta da un alpino (attualmente Flaviano Codignola, Sezione di Brescia, con presenza stabile di penne nere nel Consiglio, sia in nome delle tre Sezioni bresciane, sia con riferimento nazionale, autorevolissimo, qual è Beppe Parazzini). La Scuola Nikolajewka mira soprattutto ad evitare o minimizzare l’esclusione sociale dei disabili, attraverso il coinvolgimento nella realtà quotidiana, dal punto di vista educativo e culturale. Molto frequenti le uscite per concerti, spettacoli e manifestazioni (persino sui circuiti di auto e moto da competizione), mentre non si contano visite e feste nelle sedi alpine.

    Naturalmente, si curano moltissimo gli aspetto terapeutici, fisioterapeutici e nutrizionali. La struttura, operativa h24, ha costi altissimi: vive grazie al sostegno sanitario pubblico, alle rette delle famiglie degli ospiti e al flusso di contributi dei Gruppi alpini (quasi totalmente ascrivibile alle Sezioni di Brescia e Salò). Ora la Scuola Nikolajewka ha intrapreso un altro percorso coraggioso: Cooperativa e Fondazione, infatti, hanno approvato il progetto che prevede di fatto il raddoppio della struttura, utilizzando spazi tra l’edificio esistente e la vicina sede della Sezione Ana di Brescia.

    La necessità non è tanto ampliare la disponibilità di posti (al massimo una decina in più), quanto disporre di una struttura all’altezza dei tempi, dotata di tutti i servizi e presìdi moderni: il personale della Scuola, infatti, invecchia e farà sempre più fatica ad affrontare un impegno faticosissimo fisicamente. Inoltre, monitorare gli ospiti attraverso strumenti elettronici e riunirli in un’unica struttura residenziale consentirà una sorveglianza molto più efficiente e con minor personale, anche nella movimentazione degli ospiti.

    La nuova struttura sarà poi molto più efficiente dal punto di vista energetico e garantirà ulteriori risparmi. Il progetto prevede l’apertura del cantiere entro giugno: è molto oneroso, oltre 6 milioni di euro. Metà di tale somma, però, è già nella casse di Fondazione e Cooperativa. Il resto verrà da finanziamenti agevolati e dal sostegno di associazioni e privati: qui giocheranno un ruolo fondamentale ancora una volta gli alpini, con la loro fantasia ed inventiva.

    Un appello a tutte le penne nere, dunque, non solo bresciane, come non solo bresciani sono gli ospiti della Nikolajewka, che continuerà ad essere il più bel “monumento vivente” delle penne nere. Le vie sono molte, le trovate su www.nikolajewka.it

    Massimo Cortesi