Nikolajewka, per non dimenticare – anniversario della battaglia

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    L’anniversario della battaglia celebrato dalle nostre sezioni e dai gruppi.

    BRESCIA

    L’anniversario di Nikolajewka, la battaglia che consentì al nostri soldati di rompere l’accerchiamento e chiudere una eroica quanto tragica campagna di Russia, è stato commemorato da tante nostre sezioni e da tanti gruppi. È un appuntamento annuale che, come quello sull’Ortigara, sul Pasubio e sul Colle di Nava rende o­nore alle tre divisioni alpine Julia, Tridentina e Cuneense che scrissero un’epica pagina di sacrificio nella storia dell’Italia. La commemorazione ufficiale si svolge a Brescia e, come è ormai consuetudine, ha coinvolto anche alcune scuole dove sono stati organizzati incontri degli studenti con i reduci.

    Nella tarda mattinata, al cimitero Vantiniano, c’è stata la deposizione di corone al monumento ai Caduti. C’era il Labaro, scortato dal vice presidente vicario Vittorio Brunello, dal vice comandante delle Truppe alpine generale di divisione Frigo e dai consiglieri nazionali Cason, Lavizzari, Munarini, Rocci, Spiller e Rossi (che è anche il presidente della sezione di Brescia), autorità cittadine e provinciali e presenze ormai tradizionali alla cerimonia di Brescia l’addetto navale dell’ambasciata russa a Roma, colonnello Vlacheslav Shchesnovich (giunto a Brescia accompagnato dalla moglie Victoria, dal figlio Alexander e dalla figlia Olga), e l’addetto militare colonnello Vladimir Medvedkov (con la moglie Tatiana e la figlia Alexandra).

    Erano rappresentate, oltre a quella di Brescia, 14 sezioni: Bergamo, Salò, Vallecamonica, Venezia, Monza, Verona, Cadore, Bari, Padova, Vicenza, Abruzzi, Milano, Conegliano e Genova. Presente il sindaco di Brescia con il gonfalone e il sindaco del comune di Castenedolo con il gonfalone, cittadina nella quale si svolgerà quest’anno l’adunata sezionale. Nel pomeriggio, a Mompiano, all’istituto per miodistrofici Nikolajewka , costruito dagli alpini della sezione per o­norare i Caduti di Russia, deposizione di corone e offerta dell’olio per la lampada perenne.

    Alle 17,30, in Duomo, il vescovo monsignor Francesco Beschi ha celebrato una Messa, accompagnata dai canti del Coro Alte Cime, ed all’omelia ha esaltato i valori degli alpini, il loro spirito di sacrificio e la solidarietà di cui sono capaci. La rievocazione della campagna di Russia si è svolta all’Auditorium Santa Barbara. È stato il momento dell’incontro con i reduci; particolarmente significativo e cordiale quello di Nelson Cenci con il colonnello Shchesnovich. Il vice presidente vicario Brunello ha parlato del sacrificio dei nostri alpini e del loro senso del dovere. Ha anche ripreso il tema del rispetto dovuto alla Bandiera, il cui vilipendio è stato recentemente derubricato come reato e la pena ridotta a una semplice contravvenzione.

    PIACENZA

    Nikolajewka è stata commemorata anche a Vigolzone, sezione di Piacenza, per le sezioni dell’Emilia Romagna, presente il presidente nazionale Corrado Perona. Circa tremila gli alpini, accorsi anche dalla Lombardia e dalla Liguria, con 11 vessilli e 94 gagliardetti, rappresentanze delle altre associazioni d’Arma, i gonfaloni di molti comuni piacentini, il presidente della Provincia Gian Luigi Boiardi e per il Comune di Piacenza l’assessore Ernesto Carini. Dopo l’alzabandiera in piazza gli alpini hanno sfilato per la cittadina preceduti dal Corpo bandistico di Ponte dell’Olio fino alla chiesa di San Mario. Il sindaco Mario Chiesa, alpino, ha commemorato la battaglia di Nikolajevka, evento drammatico che ci aiuta a riflettere sui fondamentali valori alpini.

    Dopo un breve saluto del presidente della sezione Bruno Plucani, il presidente nazionale Perona ha sottolineato l’importanza del sacrificio per riscoprire i valori della pace e della solidarietà, aiutando i vivi per o­norare i morti. Dopo i saluti, la Santa Messa in suffragio di tutti i Caduti in terra di Russia, concelebrata dal parroco don Cesare Lugani e da don Sergio Didonè, presidente della Fondazione Don Gnocchi, accompagnata dai canti del coro Montenero di Ponte dell’Olio. Al termine si è formato un corteo fino al monumento ai Caduti, dove è stata deposta una corona. In chiusura il capogruppo di Vigolzone Gaetano Morosoli ha ringraziato autorità e alpini e ha letto la lettera inviata per la circostanza dal 93enne monsignor Enelio Franzoni, Medaglia d’Oro al Valor Militare, reduce di Russia.

    COLICO

    Era tradizione che alla celebrazione di Nikolajewka a Colico il discorso ufficiale lo dovesse tenere l’avvocato Peppino Prisco, uno dei soli tre ufficiali del battaglione L’Aquila scampati alla morte, in Russia. Peppino è andato avanti, ma la sua presenza è stata ancora molto sentita dai 1.500 alpini riuniti per o­norare i Caduti, con nove vessilli (Colico, Tirano, Sondrio, Lecco, Como, Aosta, Brescia, Vicenza, Bassano) e 94 gagliardetti. C’erano 18 rappresentanze di associazioni d’Arma, tanti cittadini e tanti ragazzi delle scuole elementari e medie. L’Associazione era rappresentata dal vicepresidente nazionale Giorgio Sonzogni, con i consiglieri nazionali Bionaz e Bernardi (che è il presidente della sezione di Colico) e, presenza tradizionale e gradita, Beppe Parazzini.

    Terra di alpini, questa dell’alto Lago, di sentimenti alpini: lo dimostra la partecipazione, con quello di Colico Milo Crespi, di altri diciannove sindaci delle province di Como, Lecco e Sondrio. E poi il prefetto Carlo Fanara, il presidente della Provincia Virginio Brivio, il questore Matteo Turillo, il generale Celeste Rossi, tante altre autorità, i comandanti dei carabinieri, della guardia di Finanza, della Forestale, i presidenti delle comunità montane e tanti altri. Poi, tutto come da cerimoniale: sfilata, celebrazione della Messa officiata da don Flavio Crosta, don Luigi Bianchi e padre Lino Gurini, corteo fino al monumento ai Caduti e discorsi del vice presidente Sonzogni, di Bernardi ( Solo i popoli che non ricordano cadono ancora nell’errore ), del sindaco, del prefetto e di Parazzini, che si è rivolto ai giovani invitandoli a fare fatica e ad avere il senso dell’orgoglio, perché sono le uniche strade per fare qualcosa nella vita, come sanno bene gli alpini .