Niente penne, siamo alpini

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    Il bersagliere ha cento penne , dice una canzone, ma l’alpino ne ha una sola sol l’alpin la può portar . La si cantava (e si canta ancora) sin da ragazzi, nelle terre di tradizioni alpine. Un tempo si diceva che l’alpinità la si beveva col latte, sin da neonati: questo per dire che quella unica penna che solo l’alpino può portare è sempre stata, nella convinzione popolare, una sorta di ostia consacrata, riservata agli eletti.
    Anche adesso gli alpini hanno la penna, ma quest’indispensabile caratteristica sta diventando un optional, una variabile del nuovo modello di difesa.
    Siamo più propensi a pensare che sia diventata obbligatoria anzi, sacra per qualcuno sì e per qualcun altro no. Esempi non ne mancano, purtroppo: è successo con alpini che hanno sfilato il 2 Giugno di due anni fa a Roma con il basco azzurro dell’ONU, e con alpini che sono all’estero in missione di pace, eufemismo per dire che sono in zona di guerriglia (quando non di guerra) che hanno un elmetto moderno in testa. Nessuno direbbe che sotto quell’elmetto c’è un alpino: manca la penna. Manca un elemento essenziale, visibile e quindi riconoscibile.
    Si dirà: cosa da poco, in fondo: che sia un alpino lo si capisce da quello che fa e da come lo fa. D’accordo. E si dice ancora: non si può bucare l’elmetto per metterci una nappina con la penna: ne risulterebbero pregiudicate resistenza e sicurezza.
    Dobbiamo allora pensare che lo Stato Maggiore sia dell’avviso che i bersaglieri (dei quali parliamo con grande affetto, perché sono sempre stati considerati come fratelli) abbiano la testa più dura degli alpini, perché il loro elmetto è bucato, ed è bucato perché altrimenti non potrebbe starci la nappina, con tutte quelle piume che sorregge.
    E se non è bucato ha comunque qualcosa (un potente adesivo, un artifizio, una singolare quanto segreta magìa ) che fa attaccare all’elmo quelle piume, contrassegno del quale i bersaglieri vanno giustamente fieri.
    Si dirà ancora: anche gli alpini avevano l’elmetto con la penna, in Mozambico e in Bosnia, ma erano elmetti fatti ad hoc, vulnerabili, perché quei Paesi non venivano considerati zona di guerra: da allora le missioni sono a rischio, e per gli alpini ci vogliono gli elmetti senza buchi. E poi, non ci sono elmetti col buco, o perlomeno non ce ne sono per tutti.

     

     

     

    Ora, capita che a pensar male ci si azzecchi, ed è quanto non vorremmo fare noi nel formulare alcune considerazioni. Vogliamo pensare che lo Stato Maggiore abbia deciso a tavolino di dare visibilità ai bersaglieri e di toglierla agli alpini, mortificandoli?Vogliamo credere che i vertici dello Stato Maggiore dell’Esercito siano succubi della Difesa in questa antipatica e inaccettabile depennazione?Vogliamo credere che il Corpo dei Bersaglieri sia più bravo degli alpini a difendere la propria visibilità?
    Pensate quel che volete. Anzi, scriveteci: delle lettere faremo un bel pacchetto e lo invieremo a chi di dovere.