Organizzazione irreprensibile quella di Udine, anche sotto una pioggia battente, se non fosse stato per un unico, deludente, scivolone, che, proposto in modo meno sfacciato, sarebbe probabilmente stato relegato al grado di piccola svista, ma l’evidenza è stata tale, da fare storcere il naso a tanti: vista l’evidente impossibilità di far avvicinare all’ammassamento i numerosissimi pullman in arrivo, l’organizzazione ha giustamente pensato di indirizzare i convogli in una zona industriale periferica e colmare il tratto con un servizio di navetta. Niente di particolarmente stupefacente, anzi, un deflusso poco intasato è solitamente cosa gradita, se non fosse che il servizio navetta si sia poi rivelato alquanto esoso per le tasche delle penne nere che giungevano numerose. Chissà cosa avrebbe pensato il buon Massimo Troisi, con caciotte e formaggi al seguito, se si fosse trovato di fronte all’esattore urlante che esigeva la gabella di quell’ormai mitico fiorino, se fosse passato per Udine, insieme all’amico Roberto Benigni. Forse, da buon partenopeo, si sarebbe fatto una risatina ironica, limitandosi a sottolineare: “Ma quindi, ogni volta che passa un alpino sono 4 euro”? W gli alpini, comunque e sempre.
Andrea Dalmasso
Osservazione presentata con garbo e ironia, caro Andrea. Ma non ho la risposta nel cassetto. Credo che gli organizzatori, a cui giro idealmente la domanda, di un evento tanto oneroso abbiamo avuto solide ragioni a sostegno della richiesta del “balzello”, che, almeno sulla carta, mi pare sproporzionato rispetto alla “card” regionale che con 10 euro consentiva, oltre all’ingresso ad alcuni musei, di viaggiare su treni regionali e mezzi pubblici per tre giorni.