Sono tornato in montagna con mio fratello per una salutare camminata; siamo alpini, lui del ’35, io del ’37. Ma ero a disagio, poi ho capito perché: perchè la montagna era triste in quanto le mancavano gli alpini, quegli alpini che per muoversi non avevano bisogno del servizio meteo, che non aspettavano l’alba o che cessasse la tormenta.
Quegli alpini che la montagna sentiva camminare sui suoi sentieri, nelle sue valli, li sentiva arrampicarsi sulle sue pareti, li ascoltava imprecare, li vedeva procedere con i loro muli e non protestavano mai.
La montagna era triste perché aveva capito che i suoi alpini li aveva persi. Forse per sempre.
Luigi Gai Fontanafredda (PN)
E per fortuna che ti scusi dell’impostazione di questo pezzo in quanto muratore in pensione . Hai ragione: la montagna si spopola di alpini (in armi) ma noi dell’ANA ci dobbiamo battere perché gli alpini tornino sui nostri sentieri, con lo spirito di sempre.