Ha visto le lunghe colonne di soldati salire la valle del Laverda per raggiungere l’altopiano di Asiago nel 1916. Ha sentito il rumore degli scarponi chiodati diffondersi per le strade e il rombo delle artiglierie austriache nel 1918. Ha visto consegnare la Medaglia d’Oro alla mamma di Giovanni Cecchin, nel 1922. È Attilio Maroso classe 1909 che, il 16 dicembre 2014, ha raggiunto l’invidiabile traguardo dei 105 anni: è il più vecchio alpino della Sezione di Marostica e, probabilmente, d’Italia. Prestò servizio militare negli anni 1929-30 nel 2º reggimento di artiglieria alpina nella caserma Savoia di Gorizia, nel 1940 fu richiamato alla caserma di Strigno.
Nel 1943 – sue testuali parole – tornò a casa attraversando a piedi la Valsugana e l’altopiano di Asiago. Aveva altri quattro fratelli in guerra, fra cui Elia, classe 1915, deceduto in un campo di concentramento in Germania. Attilio è iscritto al Gruppo di Laverda, della Sezione di Marostica, e gli alpini del suo Gruppo hanno deciso di festeggiare alla grande quest’evento. Il 21 dicembre hanno invitato i sindaci di Marostica, Marica Dalla Valle, di Salcedo, Gianantonio Gasparini e il vice sindaco di Lusiana, Sabrina Passuello, ossia dei tre Comuni in cui è suddiviso il paesino di Laverda.
Insieme al Presidente nazionale Sebastiano Favero si è fatta una gran festa, iniziata con la Messa celebrata da don Marino Ruggiero e proseguita nella sala parrocchiale dove si sono tenuti i discorsi ufficiali e si è brindato alla salute di Attilio… e di tutti gli alpini! E quando è stato chiesto ad Attilio: «Ma qual è il segreto di una vita così lunga e in piena salute?». Con voce tremolante, ma sicuro di sé, ha risposto: «Magnare poco e lavorare tanto!». Più alpino di così…
Roberto Genero