ma gli alpini non hanno paura

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    Novant’anni! Abbiamo brillantemente girato la boa di questo traguardo dimostrando soprattutto che lo spirito alpino è quello di sempre. E questo nonostante nel Novecento, e in questi primi dieci anni del nuovo millennio, sia successo di tutto: due guerre mondiali devastanti, altre guerre e guerriglie, dittature sorte e cadute, rivoluzioni sociali e di costume, muri eretti e abbattuti.

    La geografia del Vecchio Mondo è stata modificata nei suoi confini, alla ricerca di un equilibrio fra popoli diversi che pongono le loro speranze in una Comunità che li comprenda tutti. Solo l’alpino non è cambiato. Il segreto della buona salute della nostra splendida famiglia è nel coraggio di vivere il presente, di accettare le sfide che la storia ci ha messo di fronte, di guardare il futuro con ottimismo, di non aver paura di puntare in alto pur tenendo salde e profonde le radici che fanno di noi ciò che siamo.

    Abbiamo fatto molto, ora è necessario definire le scelte prioritarie senza adagiarsi sulla nostra vivacità operativa (i numeri del Libro Verde e i progetti andati a termine parlano da soli) o sulla affidabilità della nostra Associazione o sulla nostra consistenza numerica. I numeri possono cambiare, sia pur con un processo lento e percentualmente limitato.

    Lo si deve in gran parte all’abolizione del servizio di leva. Ma lo spirito alpino non cambia. Lo vediamo anche nei nostri giovani in armi, che fanno onore al Corpo degli Alpini e all’Italia con le loro missioni in terre devastate, dove mantenere la pace è difficile e altamente rischioso. Il pericolo paventato con l’avvento del servizio professionale della perdita d’identità dei nuovi alpini, nostra continuazione e nostro futuro, è scongiurato. E noi ci batteremo sempre perché questa identità non venga mai messa in discussione.

    Al recente convegno della stampa alpina, molto positivo e ricco di interventi, si è parlato anche di movimento di opinione . Mi sono chiesto, perché dovremmo diventare movimento d’opinione quando già lo siamo?In una società distratta ed egoista, che sembra discostarsi sempre più dai fondamentali princìpi di civismo solidale, che tiene in così scarsa considerazione il dovere e le istituzioni, che dileggia la bandiera e i simboli della nostra millenaria tradizione, la nostra Associazione rappresenta una controtendenza positiva anche per chi guarda a noi non certo per scopi economici o elettorali ma come punto di riferimento di valori, dei quali soprattutto i giovani sentono tanto il bisogno.

    Consapevoli della nostra forza morale, ritengo tuttavia necessario avviare al nostro interno un confronto con lo scopo di mantenere alto il nostro senso di appartenenza, e soprattutto di infondere fiducia e non fare mai venir meno quella che è sempre stata la nostra caratteristica: la capacità di non perdere la speranza neanche nei momenti più difficili.

    Spetta, certo, al presidente e al Consiglio Direttivo Nazionale formulare proposte che sarà doveroso discutere con i presidenti di Sezione, con i consiglieri sezionali, i capigruppo e i giovani: di tutti ascolterò le voci, anche dei nostri alpini in armi che sono parte integrante della nostra grande famiglia. Sarà mia cura venire da voi, promuovendo incontri che saranno, spero, il maggior numero possibile. Sarà bello stare insieme.

    Ci aspetta dunque un grande, impegnativo appuntamento con la nostra storia che ci vedrà artefici delle scelte del domani. Affrontando questa sfida procederemo uniti e con grande fiducia perché, come dice una nostra bella canta, gli alpini non hanno paura.

    Corrado Perona

    Pubblicato sul numero di maggio 2010 de L’Alpino.