Sono proprio curioso di vedere dove ci porta la laicità dello Stato. Da un lato ci si vuole staccare dalla influenza (o oramai presunta tale) della cultura cattolica. Dall’altro lato si pensa di integrare in questo laicismo culture come quella islamica che antepone il Corano e la sua interpretazione a qualsiasi altra legge.
Paolo Baccini Bassano del Grappa (VI)
I termini laicità e cultura sono neutri, vanno bene con tutto. Per contestualizzarli in modo comprensibile bisognerebbe mettere d’accordo, storici, filosofi, sociologi, giuristi, gesuiti e tanti altri studiosi della controversa materia. Battaglia persa. Non sarò io a tentare di dipanare la matassa aggrovigliata da dispute secolari. Dirò solo che accanto allo Stato laico troviamo quello confessionale, etico e via dicendo. Dall’Illuminismo ad oggi, con un cammino lento, contrastato, si è arrivati a considerare, nei paesi più evoluti, inviolabili alcuni diritti riferiti ad ogni persona a prescindere dalla razza, credo politico, religioso ed altro. È la base dello Stato laico. In teoria tutti d’accordo, in pratica tutto si complica con una lunga serie di distinguo. Quanto alla cultura, se intendiamo il termine in senso lato, come prodotto dell’intelligenza dell’uomo, non dovrebbe avere aggettivi. Tutti i popoli hanno contribuito, sia pure in modo e tempi diversi, ad arricchire il bagaglio di conoscenze dell’umanità. Il discorso cambia, se parliamo di civiltà. Ma fermiamoci qui.