Libro verde o no?

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    Ho appena finito di raccogliere i dati della mia sezione per il Libro verde , dati che ho inviato al Centro Studi. Spiegare ai lettori del nostro giornale nazionale che cosa sia il Libro verde sarebbe superfluo: tutti lo sanno. In passato ho parlato con il nostro presidente nazionale dell’argomento e gli ho fatto presente le mie perplessità circa la sua validità. Con la competenza che lo contraddistingue mi ha spiegato che, invece, il libro in questione è utilissimo. E probabilmente ha ragione. Io tuttavia rimango della mia opinione. Gli alpini da sempre sono refrattari a mettere in mostra quello che fanno; i gruppi che aderiscono nel comprensorio di Feltre sono meno di un terzo; viene da chiedersi a cosa serve quel volumone fatto di numeri più che di effettiva sostanza?

    William Faccini Feltre (BL)

    Nessun dubbio sulla scarsa propensione dell’alpino a scrivere e a far pubblicità quando fa qualcosa di buono. È naturale che sia così, nessuno lo sente come un merito. In sede nazionale, qualche anno fa, ci si è posti due domande: abbiamo un’idea di quale sia il peso, anche economico, della presenza alpina dove operano gruppi e sezioni ben organizzati? È giusto non rendercene conto e anche non portare a conoscenza del pubblico la mole di lavoro che gli alpini mettono a disposizione della collettività?Si è arrivati alla determinazione di fare almeno un censimento , sia pure approssimativo, farlo conoscere agli alpini e ai responsabili delle Istituzioni (comuni, province e regioni) come dato statistico, consapevoli che è solo una parte delle attività messe in cantiere e che il libro verde non sostituisce o sminuisce il ruolo dell’ANA nell’ambito civile, morale e patriottico del nostro Paese.