‘Le T.A. continuano a essere una preziosa risorsa per l’Esercito e per l’Italia’

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    Cosa riserva il nuovo modello di difesa ai reparti alpini?Lo abbiamo chiesto al comandante delle Truppe alpine ten. generale Bruno Iob.

    Le Truppe Alpine sono state interessate, come tutto l’Esercito Italiano, da un profondo processo di ristrutturazione per fronteggiare le nuove esigenze di Difesa imposte dall’attuale scenario internazionale. In questi cambiamenti molti vecchi alpini faticano a riconoscersi ed è quindi opportuno un momento di verifica con il tenente generale Bruno Iob, comandante delle Truppe alpine.

     

    Generale Iob, sul nostro mensile abbiamo ultimamente riportato la nuova struttura delle Truppe Alpine e tutta la gamma di esercitazioni ed operazioni che i reparti conducono in Italia e all’estero. In questo momento le nostre Unità alpine stanno operando in Bosnia, Kosovo e Afghanistan. Alcuni interventi richiedono truppe con particolari caratteristiche quali solo gli alpini sono in grado di avere, come del resto ha fatto rilevare, riferendosi alla missione in Afghanistan, lo stesso presidente statunitense George Bush.Ma c’è chi vede anche il rovescio della medaglia: e cioè che l’addestramento per missioni come la Nibbio in Afghanistan penalizzi quello tipico tradizionale. Che gli alpini, insomma, cessino di essere tali per trasformarsi soltanto in truppe da montagna . La considerazione di cui godono le Truppe alpine in Italia e all’estero trae certamente origine dalla loro storia, ma essa è stata, nel recente passato ed oggi, alimentata dall’efficienza dei nostri reparti nonché dalla serietà e dalla professionalità dei nostri alpini.L’ alpinità , che tanto sta a cuore agli alpini in congedo, è un obiettivo irrinunciabile anche per il Comando delle Truppe alpine e per tutti i comandanti. Infatti, il futuro delle Truppe alpine è indissolubilmente legato al mantenimento di quei valori, quali il senso del dovere, lo spirito di sacrificio, la tenacia e l’umanità che hanno sempre costituito una loro prerogativa. Altrettanto peso e valore, ha la capacità dei nostri Reparti di vivere, muovere e combattere in montagna in condizioni ambientali e climatiche particolarmente difficili. In quest’ottica, al termine di ciascuna missione, un periodo di 4 6 mesi viene dedicato al ricondizionamento che, per i reparti alpini, consiste nella ripresa e nello sviluppo delle attività di specialità e, in particolare, dell’addestramento in montagna.Se è vero che lo svolgimento delle missioni all’estero riduce il tempo disponibile per le attività di specialità, è altrettanto vero che l’impiego in operazioni finalizza concretamente l’addestramento, ripaga il personale dell’impegno profuso e costituisce un collante eccezionale per i reparti .

    Il modello di difesa che si sta delineando tende a concentrare le specialità: le trasmissioni con le trasmissioni, il genio con il genio, ecc. Si dice, per motivi organizzativi e operativi. Nell’ambito dell’ANA c’è chi invece interpreta questi cambiamenti con la tendenza a omologare reparti storicamente alpini destinati a perdere identità. Quanto sono fondati questi timori? La dietrologia non è una scienza e io non sono portato a praticarla. I provvedimenti organizzativi adottati dalla Forza Armata che hanno previsto di riunire in Brigate specialistiche reparti logistici, delle trasmissioni e anche di artiglieria, compresi quelli a suo tempo inquadrati nelle Truppe alpine, rispondono all’esigenza di accentrare capacità operative preziose per consentirne l’impiego coordinato e tempestivo nei numerosi teatri d’operazione. I suddetti reparti, peraltro, hanno mantenuto assieme al cappello alpino anche forti legami con le Truppe alpine, tanto che i quadri continuano a frequentare i corsi di specialità .

    Corre voce che il battaglione paracadutisti Monte Cervino diventerà 4º reggimento. Resteranno i nomi alpini , paracadutisti e quello legato alla memoria di tutti, Monte Cervino ? Nel quadro del potenziamento delle cosiddette Forze per le Operazioni Speciali (FOS), lo Stato Maggiore dell’Esercito ha deciso di elevare, entro l’anno in corso, il battaglione alpini paracadutisti Monte Cervino al rango di reggimento. Il provvedimento, che si concretizzerà nella costituzione del 4º Reggimento alpini paracadutisti con alle dipendenze il battaglione alpini paracadutisti Monte Cervino , manterrà la caratterizzazione di Alpini e di Paracadutisti ed il glorioso nome di Monte Cervino .

    SMALP: continuano tutti a chiamarla Scuola Militare Alpina, gradendo poco il termine Centro Addestramento Non è un fatto eccezionale che un Ente o un Reparto militare cambino nome e ciò è accaduto anche alla Scuola Militare Alpina (la cosiddetta SMALP) che all’atto della sua costituzione, nel 1934, ebbe il nome di Scuola Centrale Militare di Alpinismo, con il compito di formare i quadri istruttori (gli ufficiali di complemento ed i sottufficiali venivano formati presso altre specifiche scuole).Dopo la seconda guerra mondiale, il 12 giugno 1948, la Scuola fu ricostituita con il nome di Scuola Militare di Alpinismo e, solo successivamente, ebbe il nome di Scuola Militare Alpina con il compito di formare anche gli ufficiali di complemento.Ora l’Istituto è stato denominato Centro Addestramento Alpino Scuola Militare e, al di là di ogni altra considerazione di carattere sentimentale, desidero sottolineare come le sue funzioni e le sue prerogative di punto di riferimento, nazionale ed internazionale, in materia di sci e di alpinismo militare, siano rimaste inalterate. In conclusione, il nome della SMALP è cambiato ma il suo prestigio è rimasto tale e il futuro appare ricco di eccellenti prospettive anche in campo agonistico .

    Come vede il possibile servizio obbligatorio civile?Ne potrebbe costituire una valida alternativa il servizio di volontario a ferma annuale: cosa suggerisce in proposito? Non sono in grado di dare una risposta esauriente, e soprattutto documentata, circa la possibile nascita di un servizio civile obbligatorio per uomini e donne.Mi pongo piuttosto alcune domande: quanto costerà l’organizzazione e la gestione di questo servizio? Come sarà accolto dai giovani un obbligo nella sostanza analogo a quello del servizio militare di leva di cui è stata da poco decisa la sospensione?Come influirà sul reclutamento dei giovani volontari per le Forze Armate? .

    Finché ci sarà la leva potrebbe risultare utile la collaborazione dell’ANA con le sue 80 sezioni e i suoi 4200 gruppi su tutto il territorio nazionale ai fini del reclutamento dei VFA, molti dei quali potrebbero scegliere di continuare la ferma come volontario professionista. Che ne pensa? La collaborazione dell’Associazione Nazionale Alpini, a livello centrale e periferico, per il reclutamento di volontari è importantissima ed è stata da me, in più occasioni, sollecitata. Durante l’Assemblea annuale dei Delegati, del 25 maggio scorso, parafrasando lo slogan lanciato dalla Sede Nazionale: Un Euro per ricordare e un Euro per aiutare , ne ho proposto un altro e cioè: Un Volontario per esistere . In altre parole, se ogni Gruppo sarà capace di dare agli alpini un volontario, il futuro delle Truppe alpine è assicurato! .

    Gli alpini vengono impiegati a tutto campo per missioni all’estero. L’Italia sarà per loro soltanto una palestra?Viene forse meno la difesa della Patria, in Patria? Non è così, le Truppe alpine, come tutto l’Esercito Italiano, vengono imp
    iegate, nel rispetto dei principi costituzionali, in un vasto spettro di attività operative finalizzate alla tutela della sicurezza nazionale, dell’integrità politico territoriale, dei valori della nostra civiltà, nonché del benessere e dello sviluppo economico e sociale. La difesa della Patria resta quindi il compito fondamentale delle Forze Armate che, nell’ambito della prima missione devono salvaguardare: l’integrità del territorio nazionale; la sicurezza e la libertà delle vie di comunicazione; la sicurezza delle aree di sovranità nazionale e anche quelle dei cittadini italiani all’estero .

    Nessuno ha la sfera di cristallo dell’indovino, tuttavia può disegnare il quadro, l’addestramento e i compiti delle Truppe alpine in un prossimo futuro? Senza avere la sfera di cristallo ma attenendomi agli elementi concreti di cui dispongo, posso affermare che nel prossimo futuro la struttura delle Truppe alpine, nel suo complesso, non subirà mutamenti rispetto all’ordinamento che anche L’Alpino ha delineato. Desidero sottolineare anche che, dal novembre 2002, la Brigata Alpina Julia costituisce l’ossatura della MLF (Multinational Land Force) che è una Unità a livello Brigata, alla quale partecipano, con propri reparti, la Slovenia e l’Ungheria. Il Comando di questa Brigata multinazionale è stato sottoposto a severe valutazioni le ultime lo scorso mese di maggio nel poligono di Varpalota in Ungheria che ha superato brillantemente dimostrando lasua piena capacità e la sua prontezza ad essere impiegato prossimamente in un teatro operativo all’estero. Circa l’addestramento, oltre alla preparazione che verrà svolta in vista di specifiche operazioni, particolare valenza assumerà quello di specialità che prevede, oltre allo svolgimento di specifici corsi presso il Centro Addestramento Alpino e presso il 6º Reggimento Alpini, anche lo svolgimento delle tradizionali escursioni estive ed invernali, obiettivo addestrativo prioritario per tutti i reparti. Dal punto di vista operativo, i reparti alpini continueranno ad essere impiegati in tutte le missioni che richiedono forze di fanteria leggera o particolari capacità, come è accaduto per l’Operazione Enduring Freedom in Afghanistan. In conclusione, pur con tanti problemi da affrontare, le Truppe alpine sono solide e affidabili e continuano ad essere una risorsa preziosa per l’Esercito e per il Paese .