Lagazuoi: un museo all’aperto sui sentieri della Grande Guerra

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    Conclusi i lavori di recupero e ripristino di camminamenti, gallerie e postazioni italo austriache.

    Notte fonda, tenebrosa. Siamo stati alla posizione vicina passando per le gallerie che un giorno verranno a vedere da ogni parte del mondo. Cos scriveva nel diario il ten.Eugenio Baroni il 25 marzo 1917 nella sua baracca sulla cengia Martini, affascinato dall’incredibile condizione di vita dei combattimenti e dai lavori che gli alpini stavano realizzando sul Lagazuoi. L’intuizione del ten. Baroni si rivelata esatta: oggi le gallerie che lui vide scavare sono meta di moltissimi turisti che ripercorrono, qui, la memoria della grande guerra.
    All’inizio del 1996, nella sede del gruppo ANA di Cortina d’Ampezzo, vi fu una riunione nella quale Luciano Viazzi, allora presidente della Societ Storica per la Guerra Bianca, propose di dar vita a un comitato per il recupero della Cengia Martini e delle altre postazioni sul Lagazuoi. Nel corso di quell’estate i volontari del gruppo ANA iniziarono a ripulire le gallerie. S cap subito che sarebbe stata una impresa gigantesca.
    Un ricovero degli alpini.
    Il Lagazuoi, posto tra il Col di Lana e la Tofana, faceva parte di quella linea fortificata predisposta dagli austro ungarici che arrest l’avanzata delle truppe italiane e imped l’accesso alla Val Badia e alla Val Pusteria nel 1915.
    Vista l’inutilit dei combattimenti tradizionali contro tali baluardi naturali, qui si svilupp una guerra molto speciale, la guerra di mina, che con quattro gigantesche esplosioni cambi la faccia della montagna. I chilometri costruiti dai due eserciti formano un groviglio di percorsi all’interno della montagna, con magazzini, camerate, postazioni a picco sul passo Falzarego e sul passo di Valparola.
    Quando cominciarono i lavori di restauro, Robert Striffler aveva da poco completato la sua ricerca sulla guerra di mine sul Lagazuoi, lo studio pi accurato e preciso di quell’evento e mise subito a disposizione tutta la documentazione raccolta in Italia, Austria e Germania. Il Comitato Cengia Martini Lagazuoi raccolse le adesioni delle sezioni ANA Cadore, Belluno e Feltre, cui si aggiunsero ben presto Treviso, Venezia, Marche (il comandante Martini era marchigiano di nascita), Firenze, Genova, Valdobbiadene. Con prontezza aderirono al progetto il Comune di Cortina e la Sovrintendenza ai beni ambientali del Veneto orientale.
    Il Comitato Cengia Martini prepar una guida alle gallerie, grazie al contributo della Fondazione Cariverona, guida che fu poi tradotta in tedesco e inglese, oltre ad un video documentario in italiano e tedesco per far conoscere i fatti di cui la montagna conserva il ricordo.
    L’estate successiva ai volontari si affiancarono gli alpini della brigata Tridentina. Il gen. Malara ed il suo Capo di S.M. col. Mora compresero subito lo scopo del progetto e lo spirito del Comitato. Il gen. De Salvia, comandante delle Truppe alpine, coinvolse la 23 Gebirsjgerbrigade tedesca ed il Comando Militare del Tirolo. La partecipazione internazionale culmin con la grande manifestazione del luglio 1998 al Falzarego, con la rievocazione dei fatti d’arme su quella montagna, alla presenza degli eredi di tutti i Corpi militari che lass si combatterono.
    Essenziale fu il contributo del gruppo della Protezione civile dell’ANA di Treviso, guidato da Sergio Furlanetto. Una trentina di volontari trevigiani conquist di nuovo la montagna nel corso di tre stagioni di lavoro, ripristinando percorsi e sentieri, riabilitando gallerie di cui si era persa la memoria, restaurando baracche e postazioni con una determinazione ed entusiasmo che sono riusciti a superare ogni difficolt ed ogni ostacolo. In totale alpini e volontari hanno fatto pi di 4000 giornate di lavoro in alta montagna per rendere visitabili le gallerie e le postazioni dei due eserciti.
    Per diffondere quella storia serviva ancora di pi la ricerca documentale in Italia e in Austria, l’allestimento museale delle postazioni, audioguide digitali per i visitatori, cartelli lungo i percorsi in tre lingue, il coinvolgimento degli studenti e degli insegnanti, la creazione di materiale didattico (CD Rom e videodocumentari), fissaggio dei cordini di sicurezza sui sentieri, la costruzione di un ponte sospeso per accedere alla cengia austriaca, il ripristino di trincee, il recupero del Forte Tre Sassi al passo di Valparola.
    Grazie all’intervento del Comune di Cortina ed ai contributi della Societ Averau e Lagazuoi, oltre a quello del Comitato promotore del Museo della Grande Guerra a Cortina, i percorsi e le postazioni recuperate sono stati estesi a Le Cinque Torri, sede del comando dell’artiglieria italiana.
    Ora il museo completato: al Lagazuoi e a Le Cinque Torri si possono percorrere in perfetta sicurezza le gallerie e visitare le baracche e le postazioni degli alpini e dei Kaiserjger. In molte di esse sono state ricostruite le situazioni di vita e di lavoro, con gli oggetti e le armi utilizzati ed i suoni dei combattimenti. Cartelli e audioguide permettono al visitatore proveniente da ogni parte del mondo di conoscere la storia delle Truppe di montagna, degli alpini, la nostra storia.
    E quanti che hanno prestato la loro opera volontariamente, gli enti e le persone che hanno creduto e sostenuto il programma del Comitato Cengia Martini Lagazuoi si aspettano una sola soddisfazione: vedere nella buona stagione tanti visitatori, soprattutto giovani e studenti, visitare quei percorsi di guerra, sui quali uomini ligi al dovere, si fronteggiarono in condizioni estreme. Eroi della montagna, che oggi fortunatamente non conosce n frontiere n nemici.

     

    per il comitato Cengia Martini
    Mario Dell’Eva