La lettera al Santo Padre

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    Santo Padre, caro Papa Francesco, grazie per averci voluto incontrare. Lei conosce gli alpini fin dal suo periodo di ministero in Argentina, quando ha avuto occasione di recarsi nella sede di quella nostra Sezione. L’Ana, infatti, è presente non solo in Italia ma in molte parti del mondo dove tanti alpini si sono trasferiti da emigranti. Ad oggi contiamo oltre 340mila associati. Fin dalla fondazione gli scopi ed i valori di riferimento sono stati questi: da un lato la memoria ed il ricordo, “Per non dimenticare” come scritto nella colonna mozza sul Monte Ortigara, luogo che ha visto un’ecatombe di alpini e, dall’altro, la salvaguardia dell’ambiente, soprattutto montano, ma prima di tutto lo spirito di solidarietà con attività di volontariato, come dice un nostro motto “ricordare i morti aiutando i vivi”. Per questo anche raccogliendo l’invito, da Lei proposto, di favorire i rapporti tra generazioni, abbiamo pensato di offrire in questa circostanza 10mila ore di lavoro volontario a favore dell’Associazione “Rondine-Cittadella della Pace”. In particolare abbiamo pensato allo studentato internazionale World House come opportunità di reciproca conoscenza e di integrazione tra i nostri volontari di diversa età, giovani ed anziani, provenienti da tutte le parti d’Italia e dall’estero e i giovani presenti nella struttura, di cui abbiamo oggi qui una rappresentanza. Con noi oggi, oltre al Consiglio Direttivo Nazionale, ed ai Presidenti delle nostre sezioni, abbiamo due alpini in armi, due facce della stessa medaglia: il gen. C.A. Francesco Paolo Figliuolo tuttora commissario straordinario per l’emergenza pandemica ed il gen. C.A. Ignazio Gamba, Comandante delle Truppe Alpine, per significare il profondo legame che da sempre lega gli alpini in armi ed in congedo, pronti a dare il loro aiuto, con identico senso del dovere, in tutti i casi di bisogno. Un esempio eloquente è quello legato all’attuale pandemia ma senza dimenticare tutte le situazioni dove sia stato richiesto il nostro aiuto con urgenza, competenza e gratuità. Per noi alpini, come dice la nostra preghiera, il riferimento oltre alla Patria, va alla millenaria civiltà cristiana, che esprimiamo in ogni nostra cerimonia che si apre sempre con il momento religioso della celebrazione della Santa Messa. Vorremmo anche ricordare che tra le nostre fila abbiamo l’onore di annoverare quattro Beati: don Secondo Pollo, fratel Luigi Bordino, Teresio Olivelli e don Carlo Gnocchi, gli alpini di Dio. Gli alpini sono uomini che si sforzano di vivere e di annunciare che i diritti vanno anteposti ai doveri, pronti a dare a chi ha bisogno, che sanno condividere convinti che questa sia la vera via della pace. Ai monumenti preferiamo opere solidali come in Russia, dove a ricordo di una ritirata disastrosa, che ha visto cadere decine di migliaia di militari, nel cinquantesimo, abbiamo costruito “l’Asilo Sorriso” come segno di riappacificazione e come speranza per le future generazioni. Inoltre moltissimi sono stati gli interventi, sia in Italia che all’estero, di autentica solidarietà spesso fatti in sinergia o su richiesta diretta dei missionari. Per questo siamo qui oggi a chiedere per tutti i nostri associati la Sua Paterna Benedizione, perché questa nostra opera possa camminare anche nel futuro, mentre da parte nostra ci stringiamo a Lei con un grande corale abbraccio alpino.

    Sebastiano Favero
    Presidente Associazione Nazionale Alpini