L’ANA con la chiusura del forum ha perso una grande occasione. La chiusura del forum di una associazione con 300.000 iscritti, stupisce non poco. L’ANA ha perso un’occasione di confronto diretto con molti dei suoi iscritti, ha perso l’occasione di ricevere critiche, suggerimenti e proposte. Stupisce questa decisione perchè per eliminare un paio di argomenti scomodi si sono sacrificati iscritti e argomenti. Ci sono molte ragioni per cui un forum si chiude o si modifica radicalmente, ma quando lo si fa in questo modo, nascondendosi dietro un paravento di scuse, siamo sicuramente di fronte a una fuga dai problemi, a un rifiuto alla discussione e al confronto. Sarebbe bastato forse stabilire regole diverse per quel forum. Posso anche immaginare che sul forum dell’ANA non si possa criticare apertamente l’ANA, ma non stava scritto da nessuna parte.
Doriano Formilan
Risponde Cesare Lavizzari, vice presidente nazionale. A seguito della chiusura del forum del nostro portale sono pervenute alla redazione due lettere, entrambe, peraltro, di non associati. E già questo mi pare un segno non trascurabile. L’ANA non ha mai rifiutato il confronto o le critiche e non comincerà certo adesso. Ma il buon senso ed i toni devono essere le linee guida in un forum istituzionale e sul nostro, invece, erano davvero carenti se è vero, com’è vero, che moltissimi partecipanti se ne sono andati ed altri hanno addirittura chiesto di cancellarsi perché il forum non era più alpino. La chiusura, secondo un socio che sin dalla prima ora ha partecipato alle varie discussioni, si sarebbe potuta evitare se alcuni forumisti avessero dimostrato un po’ di buon senso . E non è del tutto corretto affermare che l’Ana ha chiuso il forum. Come ha acutamente osservato il webmaster di altro sito alpino : il forum lo fanno i forumisti… nel bene e nel male … e purtroppo anche su Ana.it le cose non sono andate diversamente, non è l’Ana ad aver chiuso il forum, ma sono stati alcuni forumisti, con i loro toni, con le loro ‘baruffe chiozzotte’, con le loro sterili critiche ad averlo affossato .
Pubblicato sul numero di dicembre 2009 de L’Alpino.