L'Onore ai Caduti della Cuneense

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    Il pellegrinaggio al Colle di Nava, per non dimenticare il sacrificio di tanti alpini.

    di Gian Paolo Nichele

    Dal 1950 ad oggi sono trascorse 53 edizioni ma lo spirito originale del raduno nazionale al Colle di Nava intatto. Anzi, se possibile aumenta. Nessuno mai riuscito a contare i partecipanti ma la sensazione precisa che l’edizione 2002 abbia superato tutti i numeri precedenti: non si erano mai visti dieci pullman, provenienti da ogni parte della Liguria e del Piemonte che hanno trasportato alpini, familiari ed amici.
    La misura del buon esito non data solo dalla considerevole presenza di autorit, consiglieri nazionali, presidenti di sezione, vessilli o gagliardetti ma dalle tante persone comuni, senza nome, che non saranno mai intervistate o il cui nome non sar mai riportato in alcuna cronaca. Le stesse persone che hanno cantato all’unisono l’inno nazionale, che hanno mantenuto il silenzio religioso durante la cerimonia, che hanno mormorato una preghiera per i Caduti.
    Gente comune, si diceva, come quella che il generale Emilio Battisti ultimo comandante della Cuneense in Russia al rientro dalla prigionia dopo la guerra, and a confortare nelle valli della Liguria e del Piemonte.
    In molti lo ricordano ancora, con la Lambretta ed il pizzo inconfondibili: ora riposa qui, fra i suoi alpini della Divisione che in Russia lasci 13.000 caduti.
    E fra le persone tanti giovani: un facile qualunquismo li bolla distratti, annoiati dalle chimere dell’opulenza occidentale, insensibili. Eppure al Colle di Nava ne abbiamo visti tanti.
    Anche loro, in silenzio, hanno ascoltato le parole dell’omelia di don Antonello Dani: le sue parole sono state piene di affetto e di ammirazione per gli alpini che in ogni tempo hanno mantenuto vivi i valori di sincerit, amicizia, solidariet ed amore della Patria.
    I valori testimoniati dalle penne nere ha detto il celebrante non sono rimasti sul filo di un generico sentimentalismo ma sono resi continuamente vivi dalle opere di solidariet verso la gente, l’ambiente, la storia. Pochi, nella nostra amata Italia, possono essere cos orgogliosi.
    L’orazione ufficiale stata tenuta dal presidente onorario della sezione di Imperia, Arrigo Emanuelli, che da pochi mesi ha lasciato il testimone a Gianfranco Marini. Ha celebrato i Caduti della Cuneense con le parole di tre testimoni d’eccezione: Giulio Bedeschi, Mario Rigoni Stern e Carmelo Catanoso. Letti nella cornice di Nava i brani, anche se molto noti, hanno acquistato una nuova drammatica solennit che ha emozionato tutti. Li riportiamo qui accanto, nella loro asciuttezza.
    La cerimonia si conclusa con gli onori ai Caduti e si lasciato spazio alla festa ed alle note della fanfara sezionale Col di Nava che ha avuto il suo debutto con onore.
    Le celebrazioni del Raduno Nazionale sono proseguite il sabato successivo, 13 luglio, con la quarta edizione del Cantamontagna. Il coro sezionale Monte Saccarello ha ospitato il coro Alpi Cozie di Susa ,con il quale ha cantato i valori degli alpini, gente di montagna, di guerra e di pace.
    E’ stata una serata bellissima, quasi inutile dirlo. Nel cortile del forte centrale del Colle di Nava i due cori si sono alternati sotto la volta stellata, accompagnati dalle parole, anzi, dalla poesia di Bepi de Marzi che da tempo li onora della sua amicizia. Si sono alternati versi e musica in un crescendo di emozioni che il pubblico ha sottolineato con calore.
    stato compiuto una sorta di esperimento associativo, una formula possibile di celebrazione per i valori che l’ANA difende e custodisce. Un’operazione culturale che prende le mosse dai due eventi curati dal gruppo di Milano Centro al teatro Dal Verme e che fa respirare un’aria pi fine all’Associazione, sollevandola da una routine celebrativa verso spazi pi ariosi.
    stato anche un tributo di affetto alla montagna alla quale dedicato l’anno internazionale dell’ONU e che sulle Alpi Marittime vive tutti i problemi e le bellezze sui quali le Nazioni Unite pongono la nostra attenzione.
    A distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, si sono cos registrati due eventi che pur avendo trovato spazio solo nelle cronache locali di giornali e televisioni, hanno reso onore alla memoria, all’arte, all’amicizia.
    il modo alpino di sentirsi vivi, parte di un’Italia che sventola spesso il Tricolore solo per la nazionale di calcio, che spesso dimentica le parole dell’inno di Mameli, che tratta il sacro dovere di ogni cittadino come una tassa iniqua ma l’Italia che amiamo, per la quale sono caduti coloro che onoriamo e per la quale noi combattiamo le nostre battaglie quotidiane.

    L’omaggio delle autorit ai Caduti. Da destra, il gen. Edmondo Fresia,
    comandante militare Regione Liguria, l’assessore regionale Vittorio Adolfo, il presidente
    della Sezione di Imperia Gianfranco Marini, il sindaco di Pornassio Raffaele Giglierame e l’assessore provinciale Gabriele Saldo.

    Il coro Monte Saccarello, diretto da Gian Paolo Nichele, durante il concerto
    della sera della vigilia.