Una pagina di storia troppo a lungo rimossa dalla memoria ufficiale.
Una delegazione italiana, guidata dall’on. Mirko Tremaglia, ministro per gli Italiani nel Mondo e della quale faceva parte anche il vice presidente vicario della nostra Associazione Corrado Perona, si recata a El Alamein per rendere onore ai soldati italiani caduti nella battaglia che vide contrapposte le forze italo tedesche a quelle inglesi.
Cosa fu quello scontro, decisivo per la guerra d’Africa, testimoniato dal numero dei caduti: complessivamente 26mila, dal 23 ottobre al 4 novembre. Gli inglesi schierarono mille cannoni, 1500 carri armati, 1200 aerei; le forze italo tedesche potevano contare su 510 carri (quasi tutti tedeschi) 500 cannoni e altrettanti aerei. Eppure gli italiani si batterono con grande eroismo, tanto che ai pochi superstiti gli inglesi resero l’onore delle armi. Dei cinquemila uomini della Folgore, non restarono che 32 ufficiali e 272 fra sottufficiali e soldati.
Questa pagina di storia ha subto lo stesso destino di tante altre: per tanti anni stata dimenticata, vissuta ancora soltanto dai superstiti che raccontano episodi di eroismo incredibili, compiuti dai soldati italiani mal equipaggiati, senza rifornimenti, spesso lasciati soli come se la guerra fosse la loro guerra. Eppure, nonostante le deficienze degli stati maggiori, nonostante non avessero nessun’altra motivazione se non quella del senso del dovere e dell’onore della divisa che indossavano, combatterono come leoni, anche quando vennero abbandonati dall’alleato nella ormai disperata difesa delle posizioni: ce n’era abbastanza perch i governi dell’immediato dopoguerra, cos occupati a raccogliere consensi in Europa e colti da lunghe amnesie, rimuovessero la tragedia di El Alamein. Tragedia, non sconfitta, perch fu la vittoria dell’onore del soldato italiano.
Prima di rendere gli onori ai nostri Caduti, la delegazione italiana si soffermata al sacrario dei soldati greci, a quello inglese e a quello tedesco: una corona stata deposta dal ministro ai tre sacrari, mentre erano resi gli onori e veniva suonato il Silenzio.
Ultima tappa, il sacrario dei soldati italiani, la bianca costruzione voluta da Paolo Caccia Dominioni, sulle cui pareti sono riportati i nomi dei nostri Caduti. Monsignor Vittorio Mignoloni, cappellano capo dell’Italia centro meridionale, ha officiato la S. Messa conclusa con la preghiera dei Caduti letta dal reduce di El Alamein Antonio Cioci seguita dall’Inno nazionale cantato da tutti.
Il ministro Tremaglia ha quindi letto il messaggio del presidente della Repubblica Ciampi, che esorta a considerare la commemorazione dell’immenso sacrificio umano consumato in questo luogo come un monito e un impegno a che simili tragedie non abbiano mai pi a ripetersi nella storia dell’umanit.
Sessant’anni fa ha concluso il ministro visibilmente commosso nella battaglia di El Alamein si immolarono migliaia di giovani. Ognuno lottava per la propria Patria, per i pi alti ideali. Siamo qui perch la loro memoria non vada mai perduta.
Ed per rendere loro omaggio, ma ancor pi per sollevare un altro velo sulle pagine di una storia troppo spesso rimossa, che il presidente della Repubblica Ciampi si recher a El Alamein nel prossimo mese di ottobre, ripercorrendo quel cammino della memoria che lo port l’anno scorso in Russia e a Cefalonia.