L'educazione dei giovani

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    Stamani, alla scuola Media Statale Dante Alighieri (Trieste), Il presidente della sezione ANA, il relatore, generale degli alpini reduce di Russia, e il sottoscritto abbiamo tenuto una conferenza sulla storia degli alpini nella Seconda Guerra mondiale. Quando siamo entrati gli allievi si sono alzati in piedi, ordinatamente e in silenzio finché il presidente non li ha invitati a sedere. Per le scuole se ne vedono di tutti i colori. In certe si ha soddisfazione: sia ha l’impressione di seminare i nostri ideali in un campo fertile, in altre, Dio ce ne scampi! Ragazzi indisciplinati, violenti, offensivi, strafottenti, incapaci di concentrarsi.

    Dario Burresi Trieste

    Sono un ragazzo di diciott’anni, bergamasco, assiduo lettore de L’Alpino e vorrei rispondere a Enrico (v. L’Alpino di marzo pag. 4). Spesso mi capita, camminando per i sentieri dei monti vicini al mio paese, di pensare: com’è bella la mia terra! Perché è svergognata o addirittura disprezzata dalle nuove generazioni?Dov’è finito l’amore per la Patria?Famiglia, scuola, politica, abolizione della leva, certe ideologie politiche fanno apparire il soldato come un individuo armato, che la divisa fa sentire superiore e sa solo fare la guerra . Chi serve la Patria, mettendo a rischio anche la propria vita e si pone al servizio dell’umanità può tenere la testa alta, con orgoglio, perché non è solo.

    Giovanni ’89 Bergamo

    I giovani, al centro di tante discussioni da parte degli adulti, sono in effetti un pianeta sconosciuto. Da genitori spesso non riusciamo a dialogare con i figli, li sentiamo lontani, da insegnanti si lavora con estrema difficoltà perché l’apprendimento richiede sforzo, concentrazione e la nostra società si presenta, a chi apre gli occhi al mondo, come il paese di Bengodi, dove tutto è dovuto, lecito, necessariamente esagerato. Eppure bisogna riconoscere che le nuove generazioni sono il risultato del nostro sistema educativo, divenuto molto più complesso perché offre ai giovani strumenti di crescita un tempo impensabili: viaggi, televisione, internet, telefonino, palestre, lingue straniere e via dicendo. La domanda: queste opportunità sono dosate con la saggezza indispensabile ad aiutare la maturazione della persona o con l’insensata presunzione di dovere dare tutto, subito e senza fatica? Le conseguenze si toccano con mano: ragazzi seri, riflessivi, consapevoli di affrontare una realtà contraddittoria e difficile e ragazzi senza paletti , in balia delle banalità dell’effimero. Con risultati disastrosi per loro e per le famiglie. L’esercito di leva? Una gran bella scuola, andata in disarmo tra gli anni ’80 e ’90 per insipienza della politica. E non solo.