L’abbraccio di migliaia di cittadini agli alpini del 5 e del Morbegno

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    Caloroso saluto al contingente rientrato a Vipiteno dopo 6 mesi di missione di pace in Bosnia.

     

    La sfilata per le vie di Vipiteno.

     

     

     

    Sono rientrati a Vipiteno gli alpini del 5º reggimento e del battaglione Morbegno dopo sei mesi di permanenza in Bosnia, nell’ambito della missione multinazionale di
    stabilizzazione (Sfor), al comando del colonnello Luigi Vivona.
    Quella riservata agli alpini è stata davvero un’accoglienza calorosa da parte delle autorità locali ma soprattutto dalla gente: abitanti di Vipiteno e migliaia di turisti italiani e stranieri che si trovavano nella splendida e storica cittadina dell’alta val d’Isarco richiamati dal folcloristico e fiabesco Khristlkindermarket, il mercatino di Natale che si tiene nel periodo delle festività in tutto l’Alto Adige. Per tutti costoro Caloroso saluto al contingente rientrato a Vipiteno dopo 6 mesi di missione di pace in Bosnia c’è stato un solenne fuori programma: lo sfilamento, preceduto dalla banda musicale civile, da piazza Steindl fino alla caserma Menini De Caroli del reggimento e del Morbegno.
    C’erano anche unità del 2º reggimento Trasmissioni di stanza a Bolzano, del 2º Genio di Trento, del 3º Alpini della Taurinense e una compagnia di formazione con ufficiali e sottufficiali della missione bosniaca.
    Una missione a comando italiano condotta anche da un battaglione della 14ª brigata corazzata tedesca, in tutto 2.500 militari ai quali hanno dato il cambio un reggimento tedesco e un gruppo del reggimento di artiglieria di Vercelli.
    Nell’ampio cortile della caserma, dove il contingente è stato accolto dal tenente generale Bruno Iob, comandante delle Truppe alpine, sono stati resi gli onori alla Bandiera di guerra del reggimento e al nostro Labaro, che era scortato dal presidente Beppe Parazzini e da numerosi consiglieri nazionali.
    Il bentornato agli alpini è stato dato dal sindaco di Vipiteno Thomas Egger, che ha elogiato le penne nere per il felice compimento della missione di alto significato morale, e nel contempo di grande rilievo sul piano del ritorno a normali condizioni di vita in un paese nel quale la guerra ha scavato profonde ferite. Al di
    la’ dell’ufficialità, il sindaco Egger, dopo aver ricordato la comunanza di sentimenti, ha voluto stringere la mano ad uno degli alpini della missione, volendo con questo gesto stringerla simbolicamente a tutti.
    Il colonnello Vivona ha elogiato i suoi alpini e quanti hanno partecipato alla missione sotto il suo comando, e si sentiva che non erano soltanto parole di circostanza, ma che venivano dall’orgoglio dell’appartenenza e dal convincimento di aver compiuto fino in fondo il proprio dovere. In cifre, possiamo dire che in questi sei mesi gli alpini hanno controllato un territorio in un raggio di 90 chilometri tra Sarajevo e Rajlovak, comprendente anche la città di Kamenica.
    Rastrellando il territorio, il contingente ha recuperato 600 mila colpi di fucile automatico, 200 mila di proiettili anticarro, 600 mine antiuomo, 30 mine anticarro, oltre 5.000 granate 2 mila bombe a mano e un migliaio tra fucili e pistole oltre a miccia detonante e 250 chili di tritolo. Ma più rilevanti ancora sono i risultati sul piano umano e sociale. A Kamenica è stata costruita una scuola (molto attesa dalla popolazione) con infermeria; sono stati distribuiti in tutta la zona controllata dal contingente medicinali, materiale scolastico, indumenti e generi di prima necessità inviati dall’Italia da enti e associazioni, prime fra tutte l’ANA, attraverso i suoi gruppi e le sezioni.
    Sono state consegnate apparecchiature medicali per uso pediatrico, una quarantina di sedie a rotelle, normali ed elettriche e tanto altro sarà consegnato dagli artiglieri di Vercelli perché gli alpini hanno lasciato altri quattro container di materiale vario da distribuire fra la popolazione.
    Per esprimere gratitudine a quanti hanno affiancato l’opera degli alpini, il colonnello Vivona ha preso una iniziativa inedita: il pubblico ringraziamento attraverso una inserzione sul Corriere della sera.
    C’è da dire che dopo la strage di Nassirija c’è stato un risveglio spontaneo e auguriamoci duraturo della gente nei confronti dei nostri militari in missione all’estero, una presa di coscienza che tengono alto il nome dell’Italia, che fanno qualcosa che ci inorgoglisce. Ed è un sentimento che traspirava non soltanto dalla fierezza di quegli alpini che sfilavano per le strade di Vipiteno, ma che si leggeva anche sul viso di quanti tantissimi alle ali dello sfilamento applaudivano quei soldati di pace.

     

     

     

     

    Il col. Luigi Vivona: ha tracciato il consuntivo della missione di pace e lodato i suoi alpini.