IVREA – Aiuto totale

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    Se, come si dice da qualche parte, la pandemia da Coronavirus è stata ed è una specie di terza guerra mondiale, bisogna dire che gli alpini si sono trovati ben presto a combattere in prima linea, l’aiuto delle penne nere è stato richiesto da molte amministrazioni colte alla sprovvista dagli effetti del contagio: una serie di gesti piccoli e grandi che hanno richiesto un prolungato impegno per districare velocemente situazioni che altrimenti si sarebbero trascinate per le lunghe. Nella Sezione di Ivrea e nei paesi dei suoi 65 Gruppi la disponibilità degli alpini è stata totale.

    Cominciamo dalla Sezione, che ha potuto mettere in campo una Protezione Civile ben orchestrata e amalgamata, che ha risposto “presente” sia alle necessità della sanità pubblica dell’Asl territoriale sia alle richieste dell’amministrazione del capoluogo canavesano. Nel primo caso l’azione più impegnativa ha avuto come teatro la struttura gestita dall’Associazione “Casainsieme” a Salerano, a pochi km da Ivrea, in una storica villa con parco (Villa Sclopis), dove il sodalizio ha realizzato un hospice destinato ai malati terminali e un centro diurno che accoglie persone affette dal morbo di Alzheimer. Orbene, l’Asl eporediese ha chiesto alla struttura di Casainsieme la disponibilità di posti letto per la cura dei malati di Covid-19: richiesta che l’Associazione ha accettato coinvolgendo la Protezione Civile degli alpini di Ivrea.

    In due giorni di duro lavoro la struttura che ospitava il centro diurno è stato trasformata in centro Covid-19, dando una boccata d’ossigeno alla struttura ospedaliera locale alle prese con il dilagare della pandemia: le attrezzature del centro diurno sono state collocate in posti diversi e anche lontani in attesa di tornare nella sistemazione originaria, e sostituite con quelle necessarie a combattere la pandemia ricavando una decina di posti per ospitare pazienti guariti dal Coronavirus ma impossibilitati a tornare a casa.

    Gli alpini, poi, hanno innalzato all’esterno del centro diurno un tendone per collocare quanto utilizzato per curare i contagiati da Covid-19. Un’altra iniziativa da ricordare è quella che ha interessato le carceri di Ivrea: qui è stata piazzata, dalla Pc eporediese, una tenda pre-triage per intervenire in caso di contagi tra i detenuti. A livello di Gruppi, il compito principale è stato quello di distribuire (su richiesta delle autorità cittadine) le mascherine agli abitanti: un’operazione delicata e affidata agli alpini dalle autorità comunali per evitare il rischio di truffe e furti ai danni soprattutto degli anziani. Così è avvenuto a Ivrea e a Lessolo. In altri comuni come Cuorgnè e Castelnuovo Nigra sono state le stesse penne nere ad acquistare e poi distribuire le mascherine agli abitanti. E, come se non bastasse in alcuni casi gli alpini hanno portato la spesa a casa ai cittadini che erano impossibilitati a uscire o che erano destinatari di confezioni di cibo dato in beneficenza.

    Per non farsi mancare niente gli alpini hanno anche fatto da “chierichetti con la penna nera” per regolare gli ingressi in chiesa dei fedeli una volta finito il lockdown, com’è accaduto nel Gruppo di Locana. Non sono da dimenticare, infine, le offerte in denaro a favore dell’Asl 4 in cui rientra Ivrea: la Sezione ha donato 2mila euro, cui vanno aggiunte le somme versate dai Gruppi che hanno fatto sfiorare al totale i 10mila euro. Altre offerte sono state fatte a favore dell’Ospedale da Campo Ana (circa 1.100 euro) e della Fondazione Ana Onlus (300 euro). Complessivamente tra Sezioni e Gruppi si è arrivati a quasi 11mila euro, senza contare il lavoro gratuito della Protezione Civile e dei semplici alpini a favore delle necessità della popolazione.

    Paolo Querio