Isernia alpina e tricolore

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    Isernia, 10,50 del 15 settembre: il Labaro dell’ANA fa il suo ingresso in piazza Giustino D’Uva e prende posto nello schieramento. Ore 11, il corteo, disciplinato dal gen. Lunardon, prende abbrivio e le note delle fanfare si spandono nell’aria della cittadina pentra, lo accompagnano nel suo snodarsi lungo corso Risorgimento e corso Garibaldi, mentre una folla enorme, entusiasta, in un concento di voci acclama ed inneggia agli alpini per divenire straripante intorno alla tribuna delle autorità, in Piazza della Repubblica, con grandi e piccini che, salutano e battono le mani al ritmo di quelle note che pervadono i cuori.

    Un grande raduno, difficile da dimenticare, che ha inizio venerdì sera nella frazione di Castelromano, sede dell’omonimo gruppo, per proseguire, sabato mattina, con una solenne cerimonia a Col Rotondo, a ricordo della conquista e successiva difesa nella primavera del 1944 di Monte Marrone da parte degli irriducibili alpini del btg. “Piemonte” che segnò, con la fatidica costituzione del Corpo Italiano di Liberazione, la reale rinascita dell’Esercito italiano.

    Nel pomeriggio ad Isernia, con un corteo da Piazza della Repubblica al Monumento ai Caduti, l’alzabandiera e l’omaggio a quanti si sono sacrificati per la Patria. Quindi alla Cattedrale la Messa concelebrata da mons. Salvatore Visco, vescovo della diocesi e da mons. Gabriele Teti, cappellano militare, animata dal coro alpino “Monte Marrone” di Colli a Volturno, diretto da don Paolo Mazzoleni. Il “continuum” di emozioni, però, non è esaurito ma offre ancora, in una affollata sala consiliare, il saluto del sindaco Luigi Brasiello al presidente Favero, al CDN, ai presidenti di Sezione e alle autorità, seguito dalla commovente cerimonia di consegna ai familiari dei piastrini di riconoscimento rinvenuti in terra di Russia, nei luoghi teatro della tragica odissea dell’inverno 1942/43.

    Appartenevano al sottotenente alpino Gaetano Danza, classe 1921, di Sant’Agata di Puglia (Foggia) e al fante della Divisione Vicenza Nicola Iosue, classe 1919, di Monacilioni (Campobasso), entrambi dichiarati dispersi. Concerti di fanfare e l’applauditissima esibizione nell’Aula Magna del convitto vescovile dei cori “Le voci della foresta”, di Paluzza, ed “Edelweiss”, di Bassano del Grappa, chiudono il nutrito programma della giornata.

    La domenica, già dalle prime ore del mattino, si respira aria di grande evento: il Tricolore in ogni angolo, i gonfaloni della Regione Molise, della Provincia e del Comune di Isernia seguiti da quelli di molti altri comuni tra cui, a voler significare imperitura gratitudine per l’ANA, quello di Ripabottoni (dove gli alpini hanno ristrutturato una casa per anziani terremotata), e una selva di vessilli e gagliardetti. Si sono mossi in tanti, infatti, dalle sezioni del Raggruppamento, dalle consorelle del Piemonte, della Lombardia, del Triveneto e, perfino, dalla Svizzera, dal Sudafrica e dall’Australia, per consegnarsi all’abbraccio degli isernini, conquistati dalla grande testimonianza dei valori sottesi al cappello con la penna.

    È il momento della sfilata, che culmina in un tripudio di alpinità al passaggio sotto la tribuna dove avevano preso posto il presidente nazionale Sebastiano Favero, il consigliere militare del presidente del Consiglio gen. C.A. Giorgio Cornacchione, il gen. D. Claudio Berto, dello S.M.E. e numerose autorità civili e militari. Sono tanti gli alpini che passano (le cronache diranno circa 2.500) e innumerevoli i cittadini di Isernia fanno loro da cornice, in un applauso prolungato, ripetutosi anche nel pomeriggio, all’ammainabandiera, ad esprimere, al commiato, sincera gratitudine per gli entusiasmanti momenti vissuti.

    Salvatore Robustini