Salire al Memoriale di Pala per il raduno intersezionale è l’occasione per abbracciare i reduci del battaglione Intra e per onorare insieme a loro quei fratelli che hanno dato la vita per la Patria. Bello vedere lassù, accanto al vessillo della sezione Intra, quelli di Conegliano, Cusio Omegna, Domodossola, Luino, Valsesiana, Varese e Vercelli, più di cinquanta gagliardetti, i gonfaloni delle associazioni d’arma, tante autorità, i sindaci e tanti amici. Salire al Memoriale di Pala vuol dire anche scegliere di riflettere, di riaprire la ferita che ogni guerra lascia dietro di sé, di riaffermare i valori nei quali crediamo.
Un primo spunto di riflessione lo ha fornito don Eraldo: “La gratitudine deve essere il nostro impegno. Erano in guerra, quei ragazzi, ma nessuno più di un soldato ama la pace ed è nostro compito onorare questi nostri fratelli che sono vivi in eterno”. Anche l’allora vice presidente vicario dell’ANA Adriano Crugnola ha ricordato che la scritta Noi siamo gli alpini morti per l’Italia che campeggia quassù è un monito per coloro che hanno dei valori nel cuore: “Noi siamo eredi di quegli alpini che nel 1921 vollero erigere la Colonna Mozza sull’Ortigara, apponendovi la sola scritta Per non dimenticare.
Dobbiamo continuare a tradurre questo sentimento con il fare, silenzioso e quotidiano. Grazie a questi valori possiamo trasmettere ai giovani il senso del dovere e dell’amor di Patria. E aggiungo che in questo senso stiamo lavorando proprio con il Governo. A questi Caduti, a questi reduci, diciamo di continuare ad essere d’esempio, perché vogliamo proseguire il nostro cammino sulla strada che hanno tracciato”. Le note del Signore delle Cime facevano da sottofondo ai versi della Preghiera dell’Alpino recitata da Giuseppe Bianchi. Note e parole sono state portate dal vento nei nostri paesi e nel cielo delle nostre valli per diventare le nuove armi dei Caduti dell’Intra, le armi con le quali quegli eroi continuano a proteggerci.
Paolo Broggi