Insieme ai reduci, per ricordare Nikolajewka

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    La celebrazione del 62 anniversario organizzata dalla Sezione di Brescia, prima con i ragazzi delle scuole, poi

    Brescia, con le sue scuole dove viene tramandata la memoria dell’epopea degli alpini in Russia, con l’istituto per miodistrofici costruito dagli alpini di questa bella sezione per o­norare i Caduti, è un luogo simbolo della rievocazione della battaglia di Nikolajewka, che segnò forse il momento più drammatico e più eroico delle penne nere in quella tragica campagna.

    Nikolajewka riassume, come l’Ortigara, la storia degli alpini, il loro essere alpini, il loro sacrificio al servizio della Patria. Una Patria che è anche l’espressione della propria terra di appartenenza, fatta di valli, case, affetti. E poi di solidarietà, modello di vita, adattabilità alle dure circostanze che la vita in montagna insegna ad affrontare.

    Nel 62º anniversario della battaglia che ha consentito di rompere l’accerchiamento russo, la sezione ha organizzato una serie di manifestazioni coinvolgendo le scuole, in quella continua e meritoria opera di educazione civile che gli alpini bresciani svolgono ormai da anni.
    Così, con un gruppetto di reduci in prima fila, circondati dall’affetto e dalla riconoscenza di tutti, alle scuole Nikolajewka e Giovanni Pascoli c’è stato l’alzabandiera, seguito dall’incontro con gli stessi ragazzi che si sono intrattenuti con i reduci, per ascoltarli, porre loro domande, capire.

    Nel frattempo, una delegazione con il Labaro scortato dal vice presidente nazionale vicario Vittorio Brunello rendeva gli o­nori ai Caduti deponendo una corona al Sacrario del cimitero Vantiniano, presenti le massime autorità cittadine e provinciali ed un picchetto in armi del 2º reggimento genio. Un momento di grande raccoglimento, reso ancora più solenne dalle note del Silenzio.
    Nel primo pomeriggio, sul piazzale antistante l’istituto scuola per miodistrofici Nikolajewka , che è, come dice il presidente Rossi, un monumento vivente ai nostri Caduti, è iniziata la commemorazione ufficiale, alla presenza del presidente nazionale Corrado Perona.

    Grandissimo il concorso di rappresentanti delle sezioni, ben 24 vessilli e una autentica selva di gagliardetti. Fra le tante autorità, il sindaco Paolo Corsini, il prefetto Maria Teresa Cortellessa dell’Orco, il presidente della Provincia Alberto Cavalli, il vice questore vicario Nando Dominici, il colonnello Paolo Mussato, comandante del Distretto di Brescia, il colonnello Rosario Calì, comandante provinciale dei carabinieri. Ospiti ormai consueti quanto graditi, il colonnello Sergey Khrushkov e il capitano di vascello Vadim Ulyanov, addetti militari presso l’ambasciata della Federazione Russa a Roma.

    Accanto al nostro Labaro, il Gonfalone della città di Brescia, medaglia d’Argento al Valore della Resistenza, della Provincia e del Comune di Rudiano, cittadina nella quale si svolgerà la prossima adunata sezionale e che, secondo la tradizione, ha offerto l’olio per la lampada che arde perennemente al monumento ai Caduti posta nell’atrio dell’istituto.

    Seguiva la cerimonia dell’alzabandiera, con il Tricolore e la bandiera russa issate sullo stesso pennone mentre la fanfara alpina Tridentina, della sezione, suonava i due inni nazionali. Il discorso del presidente Perona ha infiammato gli animi, in special modo quando, rivolgendosi ai reduci, che sono la nostra ricchezza, ha confermato l’impegno dell’Associazione a non lasciare morire quei valori inestimabili e imperituri per i quali hanno dato tutto se stessi.

    Alle 16.30, in una cattedrale affollata come nelle grandi occasioni, il vescovo ausiliare di Brescia mons. Francesco Beschi e i cappellani militari in servizio hanno concelebrato la S. Messa in suffragio degli alpini andati avanti . Il presule, in un’accorata omelia, ha accostato il sacrificio di coloro che hanno dato la propria vita per un ideale, a quello di colui che ora li accoglie con sé.

    La giornata si è conclusa presso l’Auditorium Santa Barnaba con la proiezione di diapositive, scattate recentemente in un viaggio che ha ripercorso quello compiuto dai nostri alpini in Russia, intervallato dai commenti dei reduci e da brani eseguiti dal Coro Alte Cime e dalla fanfara alpina Tridentina.

    Domenico Castelnovo