Tre gli organismi dei quali fa parte come rappresentante del Governo: il Comitato di regia, organo di indirizzo politico strategico, il Toroc, che pianifica, organizza e gestisce le Olimpiadi e l’Agenzia 2006, che progetta e realizza i piani di intervento.
Un incontro ad alto livello, certamente, considerato l’importante incarico affidato al generale De Salvia direttamente dal governo per i prossimi giochi olimpici invernali, ma anche un incontro tra amici che, da giovani capitani, si sfidavano sulle piste di fondo in Alto Adige per difendere i colori dei propri reparti di appartenenza. Il gen. C.A. De Salvia, ha un curriculum invidiabile: terminati gli studi accademici raggiunge la Brigata Cadore quale ufficiale delle trasmissioni.
Nel prosieguo della carriera presta servizio alla brigata Taurinense, comanda il 4º battaglione trasmissioni Gardena a Bolzano, è capo di Stato Maggiore alla Scuola Militare Alpina. Si trasferisce a Verona dove svolge le funzioni di capo ufficio Addestramento e Operazioni presso il Comando Forze Terrestri Alleate Sud Europa, è sottocapo di Stato Maggiore del Comando NATO del Sud Europa di Napoli nel periodo in cui si svolgono le più importanti operazioni nella ex Jugoslavia. Da colonnello, è vice comandante della brigata Tridentina, che poi comanda come generale di brigata.
Generale di divisione, ricopre l’incarico di vice comandante della Regione Militare Sardegna per poi divenire comandante della Forza di intervento rapido a Firenze, concludendo la sua brillante carriera quale comandante del 4º Corpo d’Armata alpino. Una carriera, dunque, quasi tutta con la penna alla quale, mi dirà al momento del saluto, ha dato tutto se stesso. Attualmente egli è consigliere del Comitato organizzativo per i XX Giochi Olimpici. Mi accoglie nel suo sobrio ufficio di Torino, al nono piano di una struttura ripristinata per l’occasione. Torino cambierà faccia mi dice accogliendomi interi quartieri saranno rimessi a nuovo e molti edifici abbandonati da oltre vent’anni dalle industrie che li occupavano torneranno a rivivere .
Quale è stato il momento in cui hai assunto l’incarico?
La mia nomina deriva dal rapporto di amicizia instauratosi con l’on. Frattini, oggi commissario europeo, quando comandavo il 4º CAA; un’amicizia sorta sui campi di sci dell’Alto Adige. Divenuto ministro ed avendo ricevuto la delega sui giochi olimpici di Torino 2006, l’on. Frattini mi ha scelto quale suo braccio operativo e rappresentante della presidenza del Consiglio dei ministri nell’ambito del Sistema olimpico. Questo per garantire attraverso un alto ufficiale esperto in attività operative, logistiche e sportive, uno stretto coordinamento e un legame tra il comitato e i vari ministeri e organi dello Stato per la soluzione dei problemi della pianificazione, dell’organizzazione e della gestione dell’evento.
Quando hai iniziato il tuo lavoro?
Nel gennaio 2002, passato in ausiliaria, sono stato inviato a Salt Lake City, sede della XIX Olimpiade, quale osservatore per le misure di sicurezza: elaborai un piano per Torino, oggi in atto presso la Prefettura. Il mio ruolo si è poi ampliato con la costituzione, nel 2003, del Comitato di regia, organo di indirizzo politico strategico costituito dai presidenti regionali del Piemonte e della Provincia di Torino, dal sindaco di Torino, dal presidente del CONI e da me quale rappresentante del governo.
Avere un generale alpino ai vertici è un onore per la Specialità. Quale è la tua funzione di comando ?
Faccio parte di tre organismi: nel già citato Comitato di regia, nel Toroc (acronimo per Torino Organising Committee) e nell’Agenzia Torino 2006. Il Comitato di regia è il cervello e l’ente decisionale per la realizzazione di tutti gli impianti: si interessa dello scenario ma non delle gare. È la parte politica della struttura; in esso ho pieno diritto di voto. Toroc pianifica, organizza e gestisce le Olimpiadi; ne sono il consigliere per il Governo e membro dell’ufficio di presidenza. L’Agenzia 2006 progetta e realizza i piani di intervento predisposti da Toroc: sono membro del Consiglio direttivo.
Collaboratori?
Non dedicati; mi avvalgo delle strutture esistenti presso i tre organismi. Ma preferisco il dialogo diretto e immediato con tutti i direttori e con i responsabili delle varie attività. In tal modo pago in prima persona: una caratteristica tipica per noi alpini, dal generale all’alpino.
In quale ambiente ti muovi?
L’ambiente è giovanile ed entusiasta. Il mio rapporto con i vari incaricati, giovani professionalmente ben preparati, è continuo e giornaliero per uno scambio di consigli, di idee, di opinioni. È l’applicazione del buon governo del personale, caratteristico di noi alpini: affrontare i problemi in tempo reale anche con la propria presenza fisica avvalendosi della propria esperienza e della professionalità dei responsabili ai vari livelli.
E i volontari ANA?
Inizialmente la mia idea era di coprire buona parte dei settori con personale ANA proveniente da tutte le regioni per poter dare una visibilità maggiore all’Associazione. Purtroppo il territorio ha scarse possibilità di accoglienza per cui il progetto è stato ridimensionato, accogliendo solo personale in grado di autogestirsi: in sostanza, potranno intervenire alpini prevalentemente del Piemonte. Tuttavia 500 volontari giungeranno da fuori; i problemi saranno risolti attraverso contatti tra ANA e Toroc. Mi farò parte diligente per superare le difficoltà.
Quali i compiti affidati ai nostri volontari?
Prevalentemente trasporti e logistica.
In che modo parteciperanno gli alpini alle armi?
Il concorso delle Forze Armate è stato definito da un protocollo d’intesa tra Comitato e ministero della Difesa. La maggior incidenza ricadrà sulle spalle delle Truppe alpine, che forniranno 2.000 militari con compiti di soccorso su tutte le piste, di rappresentanza (fanfare), logistici (conduttori di frese, di pale gommate, di ambulanze e molte altre attività).
Hai concorso alla stesura del programma delle gare?
No; a quella fase hanno partecipato Toroc, CIO e Federazioni interessate. Come ho detto, io mi interesso di tutto ciò che contorna lo svolgimento delle gare, ma non delle gare stesse.
E non è poco visto che la logistica condiziona la parte operativa, osservo congedandomi dal generale De Salvia che non è venuto meno dalla sua riconosciuta e pluriennale affabilità e cortesia.