Impegno e fratellanza

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    Il Duomo di Trento, sabato 12 maggio, ha ospitato la Messa in suffragio di tutti i Caduti. Forse il momento più intimo dell’Adunata, capace di interrompere per un’ora il frastuono della festa e concentrare l’attenzione sui valori alpini, sul silenzio, sulla memoria ai Caduti. A celebrarla monsignor Santo Marcianò, Ordinario militare per l’Italia, e l’arcivescovo metropolita di Trento monsignor Lauro Tisi, assieme a una corona di cappellani militari e alcuni parroci dalla penna nera. Accanto a loro, in una cattedrale gremita, le autorità civili e militari, i rappresentanti delle Sezioni e Gruppi Ana da tutt’Italia e tanti cittadini. Nelle navate sono risuonate parole di pace, impegno e fratellanza.

    Parole con cui monsignor Tisi ha aperto la cerimonia eucaristica, ricordando come gli alpini ci siano sempre al momento del bisogno e, in una società liquida dominata dall’individualismo e dalla competizione, sappiano insegnare il rispetto e la solidarietà. «Siete in grado di stimolare un forte senso di appartenenza, di creare un’identità che si rispecchia poi non solo nelle feste, ma soprattutto nel servizio che offrite a chi ha bisogno di aiuto – ha sottolineato il vescovo di Trento – E proprio nei volti di coloro che aiutate è possibile riconoscere il vostro impegno. Non è l’ego del singolo che deve prevalere, ma devono essere la fratellanza e la disponibilità verso il prossimo».

    «Gli alpini – ha detto durante l’omelia monsignor Santo Marcianò, annunciando che anche papa Francesco il giorno seguente avrebbe saluto durante l’Angelus gli alpini e la città di Trento – fanno vincere il bene sul male, sanno vincere la paura per soccorrere quelle altrui. Lo fanno ovunque ci sia bisogno di loro, nelle situazioni di emergenza e difficoltà, salvando vite, in soccorso agli altri. L’Adunata mette al centro questa voglia di incontrarsi senza confini di spazio, provenienza, età.

    Gli alpini ci insegnano a stare insieme attraverso la semplicità più vera, lo spirito di solidarietà e il loro senso d’appartenenza. Sapete scaldare i cuori. Continuate ad essere fieri di questo. Il vostro è un messaggio rivoluzionario». Un discorso che, arrivando dritto al cuore dei tanti partecipanti, ha riassunto l’importanza dell’essere alpini, la dedizione al servizio, ma soprattutto l’amore verso il prossimo. Elementi questi che sono distintivi dell’intero Corpo alpino e non possono essere messi in discussione da proteste e polemiche di pochi elementi facinorosi.

    t.g.