Il Terzo in azione

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    Mentre gli esperti di mezzo mondo si affrettano a spiegare, motivare e argomentare come i cambiamenti climatici di questi tempi, registrati o previsti, siano i principali responsabili dei gravi eventi che stanno accadendo in tutto il mondo, il maltempo colpisce i nostri territori in modo pesante, determinando situazioni di emergenza per le quali la Protezione Civile Ana ha fornito uomini, mezzi e il consueto totale impegno.

    «Sembrava un sabato pomeriggio di fine agosto come tanti altri, con il cielo che in lontananza presagiva pioggia. Una perturbazione che, come accade in questi periodi, abbassa la temperatura portando un po’ di fresco. Nessuno immaginava che poco dopo sarebbe arrivato un temporale di tale intensità e potenza: il downburst (tradotto raffica discendente) ha colpito in maniera pesante e disastrosa le zone dal Veronese, fino all’ovest Vicentino, per poi chiudere la sua folle corsa di distruzione nelle zone di confine tra Vicentino e Trevigiano. Tra le più colpite la vallata d’Alpone in provincia di Verona, il Comune di Arzignano nella Valle del Chiampo e Trissino nella Valle dell’Agno» ci spiega Andrea Da Broi, coordinatore per il 3º Raggruppamento della Pc Ana. Nelle prime frenetiche ore dell’emergenza si contavano tanti volontari di diverse realtà associative, operativi nella zona di Arzignano.

    Dal lunedì mattina abbiamo continuato ad essere operativi per organizzare il lavoro, secondo i nostri dogmi di Pc alpina, lavorando in maniera autonoma ma ordinata e strutturata, nei lavori di bonifica delle zone devastate, in collaborazione con i referenti incaricati dalle amministrazioni sul territorio. Sono state attività di coordinamento, di spiegamento di forze e anche di macchine e attrezzature, arrivate dal nostro magazzino della Cmn di Campiglia dei Berici, che si sono rivelate di straordinario aiuto per risolvere le tante criticità incontrate sul campo. Nei giorni successivi, da martedì a venerdì, un gruppo giornaliero di 40 volontari di Pc Ana, provenienti dalle Sezioni del Veneto, a rotazione, si è alternato nei lavori di pulizia e bonifica di aree pubbliche, piazzali di scuole, parchi giochi e altri lavori imprevisti e urgenti richiesti, passo passo, dall’amministrazione comunale”. Un pomeriggio che resterà tristemente presente nella memoria anche dei veronesi, quando una “bomba d’acqua”, abbinata ad un’impressionante tromba d’aria, si è abbattuta sulla zona est della provincia di Verona, colpendo, con particolare violenza, i comuni di Montecchia di Crosara, Soave, Roncà, Colognola ai Colli e Illasi.

    Tutti Comuni convenzionati, per la struttura di Protezione Civile, con l’Unità operativa di Protezione Civile della Sezione di Verona. Attivati dai sindaci, le squadre sono intervenute immediatamente, trovandosi davanti uno spettacolo incredibile per la violenza del vento: tetti di case e coperture di capannoni volati a decine di metri di distanza, il palazzetto dello sport “esploso” al punto da far pensare ad una vera e propria bomba scoppiata all’interno, alberi secolari sradicati come fossero fuscelli, segnali stradali e piloni della luce in acciaio o cemento armato, piegati come fossero di carta. Nel giro di pochissime ore i nostri volontari sono affluiti in massa e si sono messi all’opera. L’intervento, oltre alla Sezione di Verona, ha coinvolto alcuni gruppi di altre Sezioni del 3º Raggruppamento in particolare un grande impegno è stato profuso dal nucleo alpinisti rocciatori che, in collaborazione coi Vigili del Fuoco, ha operato per mettere in sicurezza i numerosissimi tetti danneggiati.

    «Considerando che la gestione delle prime ore in emergenza è sempre molto difficile, devo dire che l’impostazione che si era cercato di dare potrebbe essere presa a modello per interventi futuri. In termini pratici – spiega Giuseppe Vignaga, referente del 3º Raggruppamento sul posto – secondo i canali istituzionali, con i funzionari regionali si è deciso di non muovere materiali e mezzi finché non si fossero fatte le dovute ricognizioni per stabilire attrezzature e volontari necessari.

    A questo scopo sono stati inviati due nuclei che, dopo i sopralluoghi, sono ritornati con una serie di indicazioni relative alle diverse tipologie di intervento, ai mezzi e ai volontari necessari. Una successiva valutazione fatta insieme agli enti competenti sul territorio ha rilevato come fosse ancora utile l’intervento del volontariato a supporto delle istituzioni. Supporto che è si è concretizzato in una serie di cantieri in luoghi strategici come scuole, ospedali, parchi pubblici, richiedendo l’intervento di alcune squadre provenienti da tutte le Sezioni venete, per un’intera settimana. La Protezione Civile degli alpini ha sviluppato una versatile macchina organizzativa in termini di mezzi e uomini che si approccia alle istituzioni in modo costante e collaborativo. Il nostro obiettivo, in uno stato di emergenza, è dare supporto con la disponibilità e la capacità che possiamo mettere in campo in modo da ristabilire la normalità nel più breve tempo possibile», ha concluso Vignaga.

    «Il lavoro di tutti è stato straordinario, dai volontari provenienti dalle Sezioni del Veneto, a chi ha organizzato il lavoro sul posto, dai coordinatori sezionali che sono arrivati con i volontari altamente specializzati e con una disponibilità assoluta» ha dichiarato Andrea Da Broi, coordinatore della Pc del 3º Raggruppamento. «L’intervento è stato incredibile, ma purtroppo non definitivo. La Sezione di Vicenza “Monte Pasubio” con i suoi volontari continuerà a lavorare finché le zone ancora a rischio per la popolazione saranno bonificate e messe in sicurezza».

    Stefano Meroni