Il sindaco di Fossa: Una fortuna immensa l'incontro con l'ANA

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    Nel pomeriggio del 13 novembre, sotto il grande tendone del centro raccolta terremotati ormai in disarmo, il presidente nazionale Corrado Perona ha partecipato alla conferenza stampa in anteprima all’inaugurazione del Villaggio ANA in programma per la domenica seguente. Presente il sindaco di Fossa dr. Luigi Calvisi, e l’amministratore delegato di Cariparma FriulAdria, dr. Guido Corradi, una ventina di giornalisti delle più diffuse testate della carta stampata e della televisione che hanno raccolto le dichiarazioni dei protagonisti di un’esperienza unica e straordinaria seguita al terremoto del 6 aprile.

    Se quell’evento in poche decine di secondi ha cambiato la fisionomia del territorio aquilano e l’esistenza dei suoi abitanti, subito dopo c’è stato uno slancio di generosità, di operosità e di condivisione che può essere di esempio per tutti. Il sindaco del piccolo comune di Fossa, dopo il primo stordimento di vedere il suo suggestivo borgo medioevale improvvisamente distrutto, si pose subito il problema di contare i morti, pochi per fortuna, i feriti e sistemare in qualche modo gli ottocento senzatetto. Gli aiuti da parte della Protezione Civile Nazionale, dei volontari e soprattutto degli alpini sono arrivati con tempestività dichiara il primo cittadino ma subito dopo si pose il problema di come trovare una sistemazione meno precaria, prima dell’inverno, ad almeno centocinquanta famiglie. Il mio Comune non rientrava nel primo progetto della ricostruzione che prevedeva la costruzione di grandi blocchi residenziali permanenti, riservati a realtà più disastrate della nostra. Ebbi la fortuna immensa d’incontrare l’Associazione Nazionale Alpini, tramite Perona e Capannolo, e il risultato lo potrete vedere tra pochi minuti nel villaggio costruito con professionalità, passione e sensibilità estetica. L’area interessata all’urbanizzazione è molto ampia, e le costruzioni, una volta conclusa la fase della ristrutturazione del paese, saranno conservate e utilizzate per gli studiosi dell’area archeologica vicina .

    Il presidente Perona ha ricostruito la storia della vocazione solidaristica dell’ANA, che dal Friuli, Irpinia, Armenia, Umbria ed altri luoghi dove c’era bisogno di aiuto, non poteva, nella terra di alpini com’è l’Abruzzo, non lasciare un segno forte della sua generosità. Allertato fin dalle prime ore di quel fatale 6 aprile, avviata la macchina dei soccorsi che, ad oggi, ha visto coinvolti ottomila alpini, all’adunata di Latina ha preso l’impegno morale di fare qualcosa d’importante, degno del nostro 90º di fondazione. Gli alpini sono come un diesel, il motore deve scaldarsi per avere un buon rendimento, per questo all’inizio i fondi raccolti sono arrivati con una certa lentezza. Poi il flusso ha cominciato ad ingrossarsi, altri hanno avuto fiducia in noi, come Cariparma FriulAdria, ed ora siamo soddisfatti dei risultati. Abbiamo avuto una conferma della nostra capacità operativa e della nostra forza .

    Il dr. Corradi, ricordando che il suo gruppo bancario occupa in Italia un posto importante e che quando investe in opere di solidarietà vuole vedere i risultati, pertanto non può che cercare partner affidabili. Grazie ad un suggerimento di Valditara si è pensato all’ANA, una formidabile istituzione che tutti ci invidiano, perché formata da persone serie. Oggi i risultati si vedono e sono straordinari, sottolinea l’amministratore delegato di Cariparma. Noi vi abbiamo affidato dei soldi, voi ne avete raccolto altri, con grande impegno, ma ci avete aggiunto anche il vostro lavoro. Dai tecnici agli operai. Abbiamo creduto in voi e non ci siamo sbagliati .

    Durante la visita del villaggio, tutto in fermento per i preparativi dell’inaugurazione, l’ing. Sebastiano Favero, consigliere nazionale, ha illustrato agli ospiti e al folto gruppo di giornalisti le tecniche di costruzione, la qualità dei materiali impiegati e gli accorgimenti usati per rendere il villaggio più rispondente alle esigenze di chi vi abita oggi, e siamo sicuri, domani, perché la qualità medio alta delle costruzioni consente di assicurare uno standard di vita decisamente buono.

    Il segno degli alpini resterà quindi a lungo nell’area dove sono sorte le abitazioni. Tre vie sono dedicate alle penne nere: via degli Alpini, via Battaglione alpini L’Aquila, via Beato don Carlo Gnocchi. Ma se questo non bastasse c’è anche l’impegno del presidente nazionale che ha dichiarato la disponibilità degli alpini di occuparsi anche in futuro della manutenzione del piccolo borgo.

    Pubblicato sul numero di dicembre 2009 de L’Alpino.