Il senso dello Stato

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    4 Novembre nella mia città (Brescia). Non molta gente. L’ormai lontana naja alpina ha certamente contribuito a formare in me un senso dello Stato un po’ diverso da quello percepito oggi. L’editoriale de L’Alpino di settembre (al quale aggiungo anche ottobre) coincide con quello che sta nella mia mente. Mi conforta il ricordo della nostra ultima Adunata di Cuneo. Ciò nonostante mi sento chiuso in un mondo diverso; credo invece che il mondo diverso sia l’altro.

    Renzo Perfumi Brescia

    Riesci a porre in termini semplici un problema complicato: il rapporto tra cittadino e Stato. A noi hanno insegnato, non solo sotto la naja, che qualsiasi società evoluta si regge su una somma di diritti cui devono corrispondere precisi doveri. Il mondo diverso cui fai riferimento esalta invece la trasgressione, la mancanza di etica e di ideali. Non si cerca, o forse non si riesce più a trasmettere ai giovani il senso dell’ordine e del rispetto dell’autorità costituita. Per emulazione s’impongono modelli in cui domina l’egoismo più sfrenato. E il senso dello Stato non ha più significato. Non ritengo tuttavia che ci si debba sentire per questo chiusi in un mondo diverso , quanto piuttosto comportarci con coerenza alla tradizione alpina, in modo da trasmettere un messaggio diverso in cui altruismo, correttezza, senso di appartenenza e di attaccamento al proprio Paese, diventino modelli positivi. Una strada tutta in salita, una sfida vera.

    Ho 17 anni e tra i ragazzi della mia età c’è assenza del senso dello Stato italiano. Come ha detto il presidente della sezione di Tirano, Mario Rumo, si dovrebbe rimettere la leva obbligatoria per tutti. Secondo me è doveroso essere pronti a difendere con la forza il nostro Stato e la nostra fede cristiana da chi ci ritiene un popolo vecchio e molle. Siamo un popolo forte e la nostra civiltà lo dimostra. Viva l’Italia e viva L’ANA.

    Gianluca Gusmeroli Tresivio (SO)

    Il senso dello Stato nasce dalla storia di un paese e dal sentimento d’appartenenza dei suoi cittadini. L’Italia ha una storia straordinaria sotto tanti punti di vista: cultura, arte, scienza e via dicendo. Ha solo 150 anni, come Stato. Un po’ per gli eccessi nazionalistici della prima metà del Novecento, un po’ per la disgregazione operata dalle ideologie degli ultimi decenni, un po’ per la povertà culturale di chi ci ha governato non c’è mai stata una scuola di civismo, in senso laico, capace di trasmettere l’orgoglio di essere Italiani. Ora ne paghiamo le conseguenze e voi giovani avete ragione di recriminare sugli errori commessi. Sospensione del servizio di leva compreso.