'Il pi bel sogno che abbia mai vissuto'

    0
    46

    L’Adunata vista da una catanese ‘confusa e felice’.

    di Sebiana Spitale


    75 Adunata nazionale degli alpini: ma cosa sar mai, ci domandavamo tutti incuriositi dai manifesti che da qualche mese coloravano le vie della citt. Beh, qualcuno diceva, le solite manifestazioni relegate a pochi soggetti, le solite occasioni in cui si va ad inviti… Eppure c’era scritto nazionale: qualcosa, in verit, si poteva gi intuire…!
    Ma chi, mi chiedo, chi di noi siciliani, cos lontani dalle culture montanare, (se non fosse per quel Vulcano, che ogni tanto ci fa tremare), chi di noi avrebbe mai immaginato che, invece, quell’Adunata non era altro che quell’uragano venuto dalle lontane Alpi per travolgerci e portarci per qualche giorno lontani dai nostri mille problemi quotidiani, coinvolgendoci con la loro allegria?Noi che, da troppo tempo ormai, viviamo lo scotto di una visione esclusivamente mafiosa della nostra terra; noi disegnati dall’immaginario collettivo come gente dalla coppola in testa e la lupara in spalla; noi visti come palla al piede dell’economia e dello sviluppo dell’Italia; ebbene… proprio noi catanesi, siciliani, italiani, abbiamo vissuto il pi bel gemellaggio che mai la nostra mente avrebbe potuto immaginare. Sembrava tutto un sogno, tutto un bel sogno, eppure era l, tangibile, palpabile, era tutto vero!
    Alpini, che splendida realt! Non eravamo noi col copricapo, ma loro, emblema di orgoglio, onore e coraggio; non erano nostre le armi, ma le loro, litri di vino, che ci hanno ubriacati d’allegria, ore liete e fantastiche in cui tutti eravamo sbronzi di vita! In vino veritas: quale migliore brocardo per indicare una verit tanto semplice da capire, che gli alpini con orgoglio ci hanno svelato: la bellezza di essere l’Italia, un’unica patria, un’unica nazione, un unico popolo!
    Non saprei dire con precisione quale momento mi ha pi emozionata e commossa; l’alzabandiera in piazza Dante, la folle notte di risate del sabato sera, la solenne parata per le vie del centro della domenica mattina, la fierezza di essere tutti uguali, noi con noi stessi!
    Mi sembrava quasi di rivivere la favola di Pinocchio, quando, meravigliato, apr gli occhi e si ritrov nel Paese dei Balocchi: Confusa e felice, avrebbe detto una mia concittadina. Era questa la sensazione che inebriava la mia mente in quei giorni.
    Ma proprio come nella favola di Collodi, l’indomani tutto era gi svanito, tutto non c’era pi, solo tristi e freddi furgoni che caricavano transenne; piazze ormai vuote senza pi quelle simpatiche e variopinte tende, in giro solo gente distratta, presa ormai dalla frenesia del solito tran tran quotidiano.
    Forse vero, forse era solo un sogno, ma credo il pi bel sogno che la nostra citt etnea abbia mai vissuto, la pi bella esperienza che ci ha dato un motivo in pi per essere fieri di appartenere al popolo italiano. E tutto questo grazie a voi, cari alpini, piccoli grandi eroi del terzo Millennio.
    Vi accoglieremo sempre a braccia aperte; sarete sempre i benvenuti nelle nostre terre. Vi mando un abbraccio grande e caloroso quanto il cuore siciliano.