Il nostro futuro

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    Sono un fratello con la penna ed esprimo il mio parere riguardo alla lettera di Alberto Pezzoni, pubblicata sul numero di ottobre. A Pezzoni non è andata bene quando si è detto che abbiamo sempre più “bisogno” di aggregati, amici, simpatizzanti, che dir si voglia, che saranno loro il nostro futuro. Secondo il mio modesto parere è invece una lungimirante visione del futuro dell’Ana, se non ci saranno più alpini o artiglieri da montagna (come sono io) perché non ci sarà ricambio o l’Ana si estingue oppure come detto aggregati, amici e simpatizzanti porteranno avanti lo spirito alpino che è alla base della Associazione. Se si prende ad esempio la natura, gli innesti nelle piante e in particolar modo quelle da frutto, non è che se si esegue un innesto diverso dal portainnesto il frutto che poi produce sia di scarsa qualità. Nei nostri Gruppi quante cose si fanno in collaborazione tra alpini con la penna e amici, aggregati o simpatizzanti, l’importante è fare e collaborare. Non creiamo barriere, si troverà il modo, gli alpini sanno districarsi bene nelle organizzazioni, perché amici, aggregati e simpatizzanti siano riconosciuti con un cappello alpino, magari senza penna ma vista la loro preziosa collaborazione in tanti campi, riconosciamogli una posizione all’interno dell’Ana, diversamente quando saremo estinti chi gestirà le sedi, i monumenti ecc. che oggi abbiamo a cuore?

    Antonio Bernardi, Gruppo di Cazzano Sant’Andrea, Sezione di Bergamo

    Mi sento d’accordo con te, caro Antonio. Premesso che spero sempre in un ritorno del servizio di leva, penso che sarebbe fondamentale distinguere ciò che sono gli alpini da un punto di vista storico e sociologico, da ciò che essi rappresentano da un punto di vista dei valori e del servizio alla Patria. Al primo aspetto sarà l’anagrafe a mettere fine, ma il secondo sarebbe bene che continuasse come una grande eredità morale. E questo potremo farlo solo con amici, soci ed aggregati.