Il mondo dell’associazionismo

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    Sono un bersagliere, da tempo amico sincero degli alpini della città di Biella dove risiedo e di tutti gli alpini, in particolare di quelli del Gruppo di Bioglio, mio paese natio, che il 16 ottobre alla presenza delle autorità, hanno inaugurato un monumento all’alpino all’esterno del cimitero del paese, con una bellissima e partecipata manifestazione, complimenti a loro. Premetto che sono abbonato da molti anni ai vostri giornali, L’Alpino, Tucc’un, che ricevo periodicamente con puntualità e che leggo sempre molto volentieri. Nel numero di ottobre a pagina 4, leggendo la lettera “Alpini sempre” di Dario Bubola, nel contesto ha destato la mia attenzione una considerazione a proposito degli alpini, che non mi ha lasciato indifferente e che riporto: “Le cose da fare sarebbero sicuramente tante ma ritengo che la più importante sia tenere in vita i valori alpini: le qualità più importanti che ci differenziano dalle altre associazioni”. Un elenco di 10 (dieci) punti con valori molto alti ed importanti per il presente ed il futuro, che non riporto e che invito a rileggere, che condivido pienamente ma che non lascio solo all’Ana in esclusiva, perché nella storia, negli anni e nei secoli, altre importanti associazioni d’arma, anche i bersaglieri che ho l’onore ed il piacere di rappresentare, hanno caratterizzato i principi e la vita del nostro paese. Chi scrive fa parte di una storica ed importante associazione, quella dei bersaglieri, che pur attraversando anni di grandi difficoltà come molti altri, non desiderano mollare a nessun costo, con l’entusiasmo, la passione e la volontà che hanno sempre caratterizzato tutte le nostre associazioni d’arma. Chiedo scusa se ho voluto partecipare, assolutamente non in tono polemico, alla vita del vostro importante giornale, ma ho voluto esprimere una mia personale valutazione penso anche a nome di altre associazioni che conosco e che desiderano conservare i loro valori.

    Giuliano Lusiani

    Caro Giuliano, sono più che sicuro che i valori a cui ci si riferiva nella lettera possano essere serenamente trasposti anche nell’Associazione dei bersaglieri, che non ha certo bisogno di presentazioni o di elencazione di meriti, anzi. Credo, convinto di non sbagliare, che chi ha scritto quel “che ci differenzia dalle altre associazioni” pensasse all’intero mondo dell’associazionismo e non solo alle associazioni d’arma. Anzi, la tua lettera mi dà occasione di ricordare la figura di un caro amico, bresciano d’adozione, andato avanti ormai da molti anni, il conte Guido Caleppio, reduce di Russia, da cui ho appreso molto e a cui si devono le primissime, poi divenute numerosissime, missioni in terra russa per riportare a casa le salme dei nostri Caduti: un risultato che celebrammo a Brescia con una storica stretta di mano tra reduci alpini e dell’Armata Rossa davanti alle urne dei nostri Caduti, nel gennaio del 1993, 50º anniversario della battaglia di Nikolajewka. Guido era un bersagliere.