Caro (mi permetta di indirizzarmi a lei così) don Bruno, le chiedo un piccolo spazio sul suo giornale per un grande “grazie” ai meravigliosi alpini che hanno reso onore a Luigi Morena presso la chiesa di Santo Stefano ad Aosta il 9 febbraio 2017, giorno del suo funerale. Erano tanti.
Soldati in armi intorno alla sua bara e per il picchetto d’onore. Rappresentanti di associazioni, di Sezioni e Gruppi di tante regioni. Ex allievi di corsi Auc e Acs di tanti anni fa, giovani come allora. Autorità, fra cui il Presidente Emerito dell’Ana Perona, che oltre a “metterci del suo” (e non è stato poco), ha letto il ricordo di Beppe Parazzini al suo Comandante. Su Beppe vorrei aprire una parentesi per raccontare quello di cui sono stata testimone diretta. Tra lui, l’allievo prediletto, e mio padre si è costruito e consumato fino alla fine quell’ideale rapporto filiale che passa dall’essere guidati al guidare, dall’essere consigliati al consigliare, sempre con grande rispetto e stima reciproci. Grazie al comandante delle Truppe Alpine generale di Corpo d’Armata Federico Bonato, che ha recitato la Preghiera dell’Alpino emozionandosi, e proprio per questo gli sarò sempre grata. So di aver dimenticato molti, ma voglio ancora abbracciare il generale Giorgio Braga e l’alpino Alessandro Carlin per quello che hanno saputo condividere con me, e ci vogliono doti umane speciali per farlo con la loro discrezione e generosità. Mi rivolgo ora al Comando del Centro Addestramento Alpino di Aosta: generale Giannuzzi, lei può andare fiero del suo Capo di Stato Maggiore e di tutti i suoi ufficiali, sottufficiali e soldati, alpini e carabinieri. Mio padre è stato un uomo che ha amato la vita, l’Italia, gli Alpini, la convivialità: il suo coraggio, a volte perentorio e impetuoso, possa essere nostra eredità in un’epoca di individualismo e fragilità. Don Bruno, devo chiudere. Potrei aprire un’altra pagina per ringraziare, invece, lei, dell’affetto che ha dimostrato a mio padre e di cui lui era felice, ma sono certa che tutto questo lei lo sappia già. Un abbraccio a tutti.
Matelda Morena
Gentile Signora, sono io che dico grazie a lei, cogliendo nella sua persona la presenza morale di un uomo come suo padre, cittadino e militare di prima grandezza. Personalmente ne conservo nel cuore un ricordo incancellabile. Tra noi cordialità, stima ed affetto raccontavano un rapporto che sembrava venire da sempre. Sono andato a trovarlo ad Aosta nel periodo di Natale. Forse un presagio. Ci eravamo dati appuntamento per l’estate. Ora l’appuntamento è solo dilazionato. Quando Dio vorrà.