I giovani e il vuoto

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    I giovani crescono senza valori. Il consumismo li rovinerà. L’allarme viene da una fonte autorevole: il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti. Non era mai successo, nella storia della Repubblica (ma neanche prima) che il ministro delegato proprio all’educazione dei giovani lanciasse un così drammatico messaggio. E si appellasse alle famiglie e alla stessa scuola, perché insieme trovino il modo di recuperare il recuperabile. Il fatto è che i giovani ne parliamo in generale ben sapendo che fortunatamente le eccezioni sono tante sono conformisti. Sono sensibili alle abitudini e alle scelte prevalenti, martellati in età sempre più verde da messaggi che esaltano la moda, i prodotti firmati, il successo, le auto sempre più veloci, il denaro e la bellezza. E sono convinti che tutto questo debba essere, sia a portata di mano. E alla fine lo pretendono, senza pensare che tutto va conquistato, richiede sacrificio, fatica, rinunce. Ma c’è un altro dato allarmante: da una ricerca condotta fra gli studenti milanesi, su un campione significativo degli studenti italiani, risulta che tre su quattro hanno avuto esperienze di droga e che il luogo di maggior spaccio non è, come si pensava finora, la discoteca, ma la scuola, divenuta un luogo vuoto, come la famiglia, la società, la stessa realtà che rifiutano.
    Insomma, ora che il lupo è arrivato, si grida al lupo! . Ciò che meraviglia maggiormente è che genitori, insegnanti e ministro stesso si meraviglino. E non pensino che non c’è più alcun momento di riflessione nella vita del giovane, che lo richiami a doveri e sacrifici, che dia precisi punti di riferimento, che gli insegni a crescere. Il servizio di leva insegnava tutto questo, era l’anello di congiunzione fra scuola e mondo del lavoro, fra adolescenza e maturità. Era l’occasione per assimilare princîpi che avrebbero accompagnato il giovane per tutta la vita. Certo, da come è stato lasciato, anzi abbandonato, trasformato in anacronistico e demotivante, questo servizio alla Patria è diventato davvero un cuneo , una tassa . E a forza di sentirselo dire da interessati politici e disinvolti uomini delle istituzioni, ci hanno creduto anche i giovani. Ora ci si accorge che il ruolo della famiglia è insufficiente, che quello della scuola pure, che i genitori, sempre più affannati in una frenetica quotidianità, preferiscono accontentare i figli piuttosto che trovare il tempo di educarli. Il ministro lancia l’allarme, i genitori organizzano forum, gli insegnanti si interrogano. E i giovani nel loro conformismo fatto di effimera esteriorità, del tutto e subito, di amici raccolti nel vuoto di gruppo si annoiano. Signor ministro, venga a vedere gli alpini: sono anticonformisti, non si annoiano mai, e anche se hanno tanto da fare si inventano lo stesso qualcosa di positivo, anche a costo di sacrifici e rinunce. Perché lo hanno imparato durante il servizio di leva (seria!).