I compiti dello storico

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    A proposito dell’editoriale sul numero di marzo. Non sono d’accordo sul fatto che noi, figli delle vittime innocenti e degli assassini delle foibe, non possiamo e non dobbiamo giudicare. Non va bene che i giovani laureandi siano impegnati in ricerche per le tesi di laurea senza cercare colpevoli e innocenti. Devono trovarli, invece, per consegnarli alla Storia nel loro preciso ruolo. Ci sono stati uccisi e uccisori, non belligeranti caduti in combattimento.

    Franco Vaia Gemona del Friuli (UD)

    Nessuno nega che chi fa ricerca storica debba raccontare i fatti con la massima completezza di informazioni, quindi anche con nomi di responsabili, quando è possibile individuarli. Diverso è affermare che il giudizio storico, politico, penale compete a chi, per professione, si occupa delle cause che hanno determinato così orrendi crimini. Quando si sostiene che la ricerca delle responsabilità materiali e morali è affidata ad altri non ci si vuole sottrarre al sentimento di sgomento e sdegno che chiede con forza un atto riparatorio di giustizia. Si evidenzia solo che i compiti dello storico sono diversi da quelli dell’inquirente e a noi, che non siamo né l’uno né l’altro, resta quello della memoria, del recupero dei valori, come l’appartenenza ad una Patria che costò la vita a quelle vittime.