A proposito della Preghiera dell’Alpino se ne sono dette tante, ma l’altra sera, in modo per certi versi irriverente, l’ho paragonata alle Sacre Scritture, nelle quali spesso si narra di eccidi, stermini, punizioni, azioni cruente.
Ecco che quindi (don Bruno abbia pietà di me) l’esegesi biblica spiega le azioni di Nostro Signore e ci tranquillizza sulla Sua grandezza; parimenti, nel tentativo di una “esegesi alpina” sulla Preghiera, ho trovato in quei versi un significato di amore, di devozione completa all’Altissimo e a Maria, quel senso di affidamento a Loro degli affetti più cari; l’invocazione della Protezione Divina su se stessi e sugli amici di ventura (o, spesso, sventura) in nome di un dovere e di una fedeltà alla parola data che purtroppo rimangono testimonianza del tempo in cui la Preghiera nacque. Ed è così che la Bandiera e la Patria diventano la famiglia, la società e le comunità in cui viviamo. Ma soprattutto le armi, le tanto discusse armi, non sono altro che le moderne armi della fratellanza, della solidarietà, dell’impegno, della generosità. Armi alpine.
Stefano Masau Gruppo di San Giovanni al Natisone, Sezione di Udine
Caro Stefano, a prescindere dai contenuti che sono ovviamente diversi e diversamente vincolanti sul piano morale, la tua analisi è perfetta e intelligente. Le parole vanno analizzate e contestualizzate, per coglierne l’intenzione e il significato. A fermarsi alle singole espressioni, senza interpretarle, anche la Bibbia può diventare un manuale di incitamento alla violenza. Ma questo sarebbe come indicare la luna mentre qualcuno si ferma a guardare soltanto il dito. Purtroppo c’è anche chi fa questo.