Giuseppe Bottai e gli alpini

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    Ho ritrovato una relazione di Giuseppe Bottai al Comando delle Forze Armate, che fa riferimento alla sua permanenza nelle truppe sul fronte greco albanese. Si tratta di un elogio agli alpini, valido tutt’ora che ritengo degno d’essere divulgato. Anzitutto gli Alpini. Il loro valore nella guerra albanese è noto. Aggiungerò solo che la loro fama è pienamente meritata. Gli alpini sono anche migliori, molto migliori, del clichè diffuso da certa retorica alpinistica del dopoguerra. Sobri (nient’affatto, per esempio, dediti al bere più di altre truppe) seri, poco o punto proclivi al gesto personale, così lontano dal carattere della guerra moderna, essi sentono in modo straordinario i valori collettivi della disciplina e del combattimento. Con altri reparti non ho mai saggiato, come con gli alpini, la stretta coerente organicità, quella vera e propria unità. Concorrono, senza dubbio, a formarla, la necessaria specializzazione della montagna e il reclutamento per zone, che sfrutta, ai fini della coesione, solidarietà di famiglie, di terre, di dialetti, di usi, di religiosità .

    Antonio Sulfaro Genova

    Giuseppe Bottai, ministro della Pubblica Istruzione del governo Mussolini negli ultimi anni ’30, combattè come ufficiale degli alpini sul fronte greco albanese. Nel luglio del 1943 firmò il documento Grandi che provocò la caduta del fascismo; nel 1944 si arruolò nella Legione Straniera dove restò fino al 1948.