Fierezza alpina d’Europa

    0
    65

    È stato con piacere e fierezza che ho rappresentato con il gagliardetto il mio Gruppo e cioè quello di Torri del Benaco (Verona) al 1º raduno degli alpini d’Europa. Tutto è stato pianificato e organizzato in modo egregio, non saprei trovare sbavature. L’emozione e la commozione sono state grandi quando ho notato con quanta curiosità alcuni emigranti venivano a leggere i nomi sui gagliardetti o sui vessilli per trovare magari il loro paese o uno vicino e chiedere informazioni dell’Italia, sentire le notizie dal vivo non riportate.

    Grazie a don Fasani della sua perfetta omelia sulla famiglia e i figli. Propongo che quanto ha detto sia pubblicato sul nostro giornale affinché tutti ne possano trarre insegnamento e meditare. Grazie ai cucinieri che ci hanno fatto servire un ottimo e abbondante “rancio” e per questo non hanno potuto godere delle soddisfazioni della giornata. Cucinieri che mi hanno casualmente accompagnato nel viaggio aereo sia all’andata che al ritorno, comprese le sei ore d’attesa in aeroporto a Charleroi. Grazie alla signora gentile che si è qualificata come sacrestana, nella sua quasi incomprensibile lingua, e che mi ha dato spontaneamente un passaggio mentre a piedi col mio cappello alpino in testa andavo verso la chiesa dalla stazione di Charleroi. Grazie ai nostri dirigenti nazionali, al delegato ai contatti con le Sezioni all’estero Minelli e al Consigliere Barmasse che, con molta modestia, cortesia e semplicità mi hanno tenuto in mezzo a loro sull’aereo di ritorno, spiegandomi tante cose. E per finire grazie ai responsabili della Sezione Belgio, il Presidente e tutti coloro che hanno collaborato per lo sforzo profuso affinché rimanesse a tutti un bel ricordo. Per quanto mi riguarda, una rappresentanza della sezione di Verona, vista la straordinarietà dell’evento e del luogo significativo, avrebbe fatto sicuramente piacere. Sperando nella prossima.

    Ugo Gaioni, artigliere alpino

    Grazie caro Ugo per questa lettera piena di gioioso animo grato. In effetti Marcinelle è stato un condensato di cose belle. Un profumo che ci è rimasto dentro.