Non intendo alimentare una polemica (vedere Lettere al direttore, n. 8 de L’Alpino, pag. 5 Duri !) entrando nella pagella dei voti sul pensiero politico. È imperativo il tuo giusto richiamo ad interpretare con fermezza l’alpinità, anche in assenza di regole scritte. Fattori diversi possono portare all’errore e non faccio il giudice. Ho cercato di fermare chi ritenevo che sbagliasse, ma non certo di fargli perdere la dignità. Chi ha solo letto la lettera di De Marzi su L’Alpino identifica come responsabile del giornale Duri il gruppo Alpini di Legnago, quando era evidente che l’inopportuno giornale era edito dal gruppo Donatori di Sangue, per iniziativa assolutamente personale dell’autoreferente direttore. Dal mio gruppo era stato diffidato ad usare l’acronimo G.A.L. (Gruppo Alpini Legnago), con notizia data alla sezione di Verona.
Maurizio Mazzocco Capogruppo di Legnago
Maurizio lascia intatti tutti i meriti di chi ha operato a lungo per il suo gruppo, allo stesso tempo ritiene inammissibile che si contrabbandino idee, opinioni, velleità personali avvalendosi della copertura di un’Associazione come la nostra, che tale è finché conserva una linea di responsabilità e di valori condivisi. Pertanto, chiunque pretenda usare il logo dell’ANA per le sue esternazioni sbaglia tutto. Di più: fa del male a se stesso e agli altri. La stampa alpina ha un suo codice deontologico, dibattuto e approfondito in una dozzina di convegni CISA. Non coltiva certo l’ambizione di avere centosettantadue opinionisti con le stesse idee, tante sono le testate col logo ANA, ma che non si confonda la libertà di opinione, con la licenza, come purtroppo ci sta abituando certa stampa nazionale, sì.