Due mostre, per raccontare e capire

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    Due mostre lungo i sentieri della nostra storia, una a Genova l’altra a Gorizia, a conferma che l’alpinità si esprime in egual modo indipendentemente dalla latitudine e dalla longitudine. La prima, La trincea della memoria 1918 2008, a novant’anni dalla Grande Guerra, ospitata nella Sala delle Grida del palazzo già Borsa Valori di Genova, di proprietà della locale Camera di Commercio, ha avuto in dieci giorni circa dodicimila visitatori e un corollario di manifestazioni e un ciclo di conferenze svolte da giornalisti e docenti universitari alle quali hanno partecipato centinaia di studenti, ai quali sono stati attribuiti crediti formativi’. La seconda ha carattere permanente ed è allestita a Gorizia presso i Musei Provinciali con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia. Come tema di fondo: Alpini a Gorizia, sulla presenza in città e nel territorio degli alpini del 9º e del 3º artiglieria da montagna, nonché dei battaglioni Bassano, L’Aquila e Vicenza nel periodo compreso fra le due guerre mondiali. Un recupero della memoria, dunque, che ha evidenziato in entrambi i casi tre momenti positivi diversi: l’impegno degli alpini e l’amore per la propria storia, da salvaguardare e tramandare; il coinvolgimento delle istituzioni e soprattutto della scuola, sensibile ai richiami del nostro passato, della nostra cultura, dei nostri simboli che fanno di noi ciò che siamo; infine l’interesse dalla gente e in primo luogo dei giovani, i quali hanno dato dimostrazioni commoventi del loro coinvolgimento nel guardare, leggere, capire. Con i tempi che corrono, iniziative come queste assumono anche una valenza pedagogica e civile di grande attualità e importanza.

    GENOVA Mostra La Trincea della Memoria 1918 2008. A novant’anni dalla Grande Guerra

    La suggestiva Sala delle Grida (ex Borsa Valori di Genova, di proprietà della locale Camera di Commercio), situata nella centralissima via XX Settembre, ha ospitato tra novembre e dicembre 2008 una mostra rievocativa sulla prima guerra mondiale, organizzata dalla Sezione A.N.A. di Genova e dal Museo degli Alpini di Savignone.

    L’evento in poco più di due settimane ha fatto registrare una lusinghiera partecipazione di pubblico, valutato intorno alle dodicimila persone, tra cui numerose scolaresche, preventivamente sensibilizzate con una capillare serie di contatti con i rispettivi dirigenti didattici. Questo è stato indubbiamente il più grande successo per gli organizzatori, in quanto la mostra era stata specificamente studiata ed allestita per i giovani: niente di sensazionale o celebrativo, ma al contrario una commossa commemorazione di quanti furono trascinati in quella guerra, perdendovi purtroppo la vita.

    Di qui la scelta del titolo, La Trincea della Memoria: la trincea, che per molti giovani di novant’anni fa era stata luogo di sofferenza, in questa circostanza ha rappresentato in senso figurato un argine per non dimenticare un evento che mutò il corso della storia e la vita di generazioni. Ricordo, o meglio memoria, che purtroppo i giovani d’oggi, non per colpa loro, stanno pericolosamente perdendo, insieme con i legami a storia e tradizioni del nostro Paese. In particolare, le visite delle classi (dalle medie inferiori ai maturandi dei principali licei cittadini) sono state tutte guidate da alcuni degli organizzatori stessi. Due i percorsi espositivi.

    Un primo itinerario verticale , costituito da circa sessanta pannelli, ricostruiva attraverso foto, cartine, documenti e sintetiche spiegazioni, tutta la storia della guerra, dalle cause alle conseguenze. Erano presenti anche quadri e disegni, opera di combattenti che poi sarebbero diventati bravi artisti. Il secondo itinerario, orizzontale , proponeva in venti vetrine oggettistica, reperti, uniformi, distintivi e medaglie, tutti provenienti da collezioni private, che ricostruivano significativamente la quotidianità di quell’evento.

    Di particolare suggestione le vetrine dedicata alla trench art (o arte di trincea, contenente un campionario dei pacifici manufatti costruiti dai soldati utilizzando materiale bellico di scarto), ed alla scrittura popolare (esempi di lettere, diari e manoscritti dei combattenti). Tutta la struttura della mostra (pannelli, sostegni e vetrine) è stata progettata ed autocostruita dagli organizzatori e potrà quindi essere riutilizzata per futuri eventi analoghi.

    A completamento dell’esposizione, in un locale adiacente (la cosiddetta Sala del Telegrafo) durante la mostra sono stati organizzati alcuni momenti di particolare interesse, anch’essi molto seguiti da pubblico e studenti (a questi ultimi sono poi stati rilasciati i cosiddetti crediti formativi ): quattro conferenze, tenute da professori universitari e giornalisti, hanno allargato la conoscenza della Grande Guerra, attraverso la trattazione della storia della scrittura popolare dei combattenti, lo sviluppo della letteratura di guerra dedicata all’infanzia, i film aventi per trama quell’evento e gli sport e gli atleti, soprattutto liguri, che presero parte alla guerra (significativo che in Liguria siano tuttora in attività due importanti stadi di calcio, il Ferraris di Genova ed il Picco di La Spezia, intitolati a valorosi Caduti decorati).

    Nei due fine settimana poi, quattro cori di montagna si sono alternati con esibizioni di canti, alpini e non, legati a quel conflitto. A mostra conclusa, è risultata infine particolarmente emozionante la lettura del libro firme . Oltre ai frequentissimi riconoscimenti alla nostra Associazione per aver saputo cogliere questa importante opportunità dedicata alla memoria, particolarmente toccanti le numerose dediche riguardanti ricordi di familiari che presero parte a quel terribile conflitto: Ho visto le foto ed ho capito perché nostro nonno non ce ne voleva mai parlare! , il concetto espresso da più di un visitatore turbato dalle drammatiche immagini esposte. Come anche diversi gli accenni ai giovani: Portate i ragazzi, avrebbero da imparare . A questi nostri amici rispondiamo orgogliosi: li abbiamo portati, hanno capito!

    Giancarlo Militello

    GORIZIA Mostra permanente Alpini a Gorizia 9º Rgt. e 3º art. da montagna

    Finalmente è diventata una bella realtà. L’11 ottobre 2008 è stata inaugurata la mostra permanente dal titolo Alpini a Gorizia, 9º Reggimento alpini e 3º Reggimento artiglieria alpina , presso i Musei Provinciali.

    Il taglio del nastro è avvenuto a cura del gen. B. Gianfranco Rossi, comandante in sede della brigata alpina Julia e del vice presidente e assessore alla Cultura della Provincia di Gorizia Roberta De Martin, presenti il vice presidente nazionale vicario Marco Valditara, il presidente della sezione di Gorizia Franco Braida, il presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta, i consiglieri regionali Giorgio Brandolin e Gaetano Valenti, alpino, e altre autorità civili, militari e religiose.

    L’esposizione si propone di raccontare la presenza degli alpini a Gorizia e gli avvenimenti che li hanno coinvolti in un più vasto contesto nazionale e internazionale. Il periodo preso in considerazione è concentrato soprattutto negli anni tra le due guerre mondiali. In quel periodo, infatti, erano dislocati a Gorizia i comandi di Reggimento del 9º Alpini e del 3º Artiglieria da montagna ed il battaglione Bassano, e in Provincia, soprattutto nella Valle dell’Isonzo, alcuni battaglioni del 9º, in particolare L’Aquila ed il Vicenza .

    L’allestimento è anche un primo passo verso la musealizzazione della storia locale degli an
    ni successivi al primo conflitto mondiale. L’inaugurazione della Mostra permanente è stata inserita nel programma delle celebrazioni dell’85º anniversario di fondazione della sezione di Gorizia, del 90º anno dalla fine della Prima Guerra Mondiale e del 136º anniversario di fondazione delle Truppe alpine. Infatti, l’anno appena trascorso è stato per la sezione di Gorizia un anno denso di significati storici ricordati con una serie di iniziative e manifestazioni che ha visto impegnate intensamente le penne nere goriziane.

    Il presidente sezionale Franco Braida, portando il suo indirizzo di saluto, ha ringraziato quanti hanno lavorato per la riuscita dell’iniziativa manifestando la gioia e l’orgoglio per l’apertura di questo grande evento espositivo. Il vice presidente sezionale Paolo Verdoliva, responsabile del progetto, ha avuto parole di riconoscenza nei confronti della Provincia di Gorizia, ed alla Sovrintendente dei musei provinciali Raffaella Sgubin per l’aiuto e collaborazione prestate e la discreta regia dell’operazione che offrirà ai visitatori la possibilità di osservare e documentarsi sull’alto valore storico del materiale raccolto.

    Il progetto realizzato è stato il frutto di una condivisione di scelte e contenuti tra la sezione goriziana delle penne nere ed i musei provinciali di Gorizia. Un grazie di cuore ed un bravo veramente a tutti dalla sezione di Gorizia. Quella trascorsa, è stata per la Città di Gorizia una giornata che ha consentito di riassaporare un clima ed un’atmosfera di vecchi tempi, gli Alpini della Julia con in testa la Fanfara della Brigata ed un reparto in armi del 3º Artiglieria di Tolmezzo unitamente agli alpini delle otto Sezioni del Friuli Venezia Giulia hanno portato un’indescrivibile ondata di gioia ed entusiasmo rimasta intatta nella sua più pura e schietta specificità riproponendo un cameratismo ed un’aggregazione che ha la forza di coinvolgere tutti.

    Il 2009 vedrà impegnati la sezione di Gorizia ed i Musei Provinciali nella predisposizione del catalogo della mostra permanente che sarà presentato durante il corso dell’anno. L’iniziativa è stata possibile grazie ad un contributo della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione Centrale delle Attività Produttive e Turismo.

    Paolo Verdoliva

    Pubblicato sul numero di marzo 2009 de L’Alpino.