Due grandi lombardi

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    “Dalla primavera infausta del 1943… ho sempre portato nel cuore, fermi aperti e pungenti, gli occhi dei miei morti. E la loro insonne inquietudine ha sempre adombrato la mia pace…. L’altra sera i piccoli orfani dei miei alpini dormivano tutti naufragati nei grandi letti bianchi della casa austera e serena da poco preparata per loro… i miei morti finalmente riposavano in pace”. La sintesi dello struggente brano tratto dal libro “Cristo con gli alpini”, letto nel Santuario diocesano milanese del Beato don Carlo Gnocchi rende onore e ragione all’omaggio che l’Ana, nell’Adunata del Centenario, ha voluto riservare al “suo” beato, davanti alla teca che ne custodisce le spoglie mortali. Un omaggio corale, che ha visto il direttore del Centro Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) S. Maria Nascente, Roberto Costantini e il presidente della Fondazione Don Gnocchi, don Vincenzo Barbante, ringraziare gli alpini in quanto portatori di valori di portata universale nella scia di don Carlo. Ringraziamento e saluto contraccambiati dal Presidente nazionale Sebastiano Favero che ha sottolineato come gli alpini di allora e di oggi testimonino la profonda volontà di guardare agli altri, invitando al tempo stesso le giovani generazioni a capire e condividere i valori che hanno portato a questo “magnifico progetto d’amore”.
    Nel corso della celebrazione è stata portata all’altare e benedetta una reliquia di don Carlo, racchiusa in una teca lignea opera dell’artista alpino canturino Gabriele Migliorini. La reliquia, in occasione del prossimo pellegrinaggio all’Ortigara, sarà collocata nella chiesetta del Lozze, a perenne ricordo dei Caduti. Due giovani alpini del gruppo “Amìs della baracca” hanno a questo proposito illustrato le finalità dell’iniziativa, chiamata “10×10” (decennale della beatificazione di don Carlo e centenario dell’Ana) e legata al sostegno delle cure di Manuel, un bimbo gravemente malato (“unamanopermanuel”). Con gli alpini, anche a Milano. E nella ricorrenza del Centenario non poteva mancare, a Cassano D’Adda, l’omaggio alla tomba del gen. Giuseppe Perrucchetti che, nel 1872, propugnò la necessità di introdurre nell’ordinamento militare truppe territoriali della zona alpina. Il Presidente Favero, col Presidente della Sezione di Milano, Luigi Boffi, il comandante della brigata Taurinense, gen. Davide Scalabrin e il sindaco cassanese Roberto Maviglia, hanno deposto una corona di fiori nella tomba della famiglia Perrucchetti e un serto di fiori davanti a quella, distante poche decine di metri, del col. Giulio Bazzi, che fu tra i fondatori dell’Ana. Quindi una sfilata, con in testa il Labaro, sino a piazza Perrucchetti, dove c’è il monumento al generale “padre” degli alpini: davvero foltissima la partecipazione dei cittadini cassanesi, sia in corteo, sia lungo le vie che questo ha percorso e molto numerosi anche i vessilli e i gagliardetti da tutta Italia. Dal palco i saluti delle autorità, conclusi dal Presidente Favero, che ha ricordato i “cento anni di coraggioso impegno” degli alpini: «Un messaggio per l’Italia – ha detto il Presidente dell’Ana – perché questo impegno noi continueremo con forza».

    Massimo Cortesi