‘A voi sia di conforto la sicurezza che tanto glorioso sacrifizio stato consumato per una causa giusta e che alla memoria del vostro congiunto stato proposto di conferire la pi alta ricompensa al Valor Militare.’
Si chiude cos la lettera scritta in data 24 maggio 1943 dal capitano Pietro
Ruggeri ai fratelli di Domenico Vigezzi, caduto l’11 aprile 1943 vicino a Carvnice nei Balcani.
Domenico Vigezzi di Cunardo, in provincia di Varese, classe 1908, era caporal maggiore dell’artiglieria alpina e, da quanto risulta in documenti dell’epoca, fu una grande figura di soldato e di uomo.
Un articolo per ricordarlo, apparso il 14 maggio 43 su La Prealpina, quotidiano
di Varese, informa che Domenico Vigezzi era un fervente patriota e che nel 1935 rientr dall’estero onde potersi arruolare per la guerra in Abissinia.
Dichiarato inabile al servizio in colonia causa un’ernia inguinale, si sottopose,
pagando di tasca propria, a ben due interventi chirurgici per potere partire e
combattere in Africa Orientale.
Racconta poi, il giornale varesino, che allo scoppio della seconda guerra mondiale, l’ormai trentaduenne Domenico, chiese di essere richiamato e inoltre
di essere assegnato a un battaglione d’assalto. Era per un artigliere alpino e come tale fu arruolato, con destinazione fronte occidentale. Fece allora domanda di essere inviato in terra greco albanese dove, per meriti di guerra, fu promosso caporale. Dopo di che domand di essere assegnato, quale capoarma, a una squadra mitraglieri di protezione ai pezzi.
L’articolo citato porta anche la notizia che Domenico, reduce dalla guerra d’Africa, fu comandantedel reparto locale della sezione alpini (n.d.r. allora
l’A.N.A. era chiamata 10 reggimento alpini).
Alpini cunardesi confermano la notizia, sottolineando che il gruppo locale ancora oggi dedicato a lui. Aggiungono che Domenico fu anche aggregato alla
mitica 7 di Dio e che oper a Monte Kapak, a Gorazde, a Pljevlje e sulla Drina.
La Prealpina dell’epoca racconta cos, con la parole del suo sergente, la morte di Domenico: accanto alla sua arma, in testa a tutti, in piedi sotto l’infuriare del fuoco nemico, con la fedele mitraglia, spara rabbiosamente sullorda dei ribelli avanzanti, nonostante fosse ferito, fino alla fine. Suoi commilitoni hanno completato la notizia informando che una bomba di mortaio, oltre a ferirlo e ad annunciare un assalto nemico, ruppe il piedestallo della sua mitragliatrice. Allora Domenico url ai giovani che gli erano vicini: fieu, molii ul zaino e via… (figlioli, lasciate lo zaino e via…). Poi si alz imbracciando l’arma come fosse un fucile mitragliatore e spar fin che pot, permettendo cos ai suoi figli di salvarsi.
Fin qui, succintamente, le notizie conseguenti a ricerche intraprese per ricordare il sessantesimo dell’intervento del battaglione Intra nei Balcani. Sono per informazioni che lasciano l’amaro in bocca. Siano perci consentiti, a chi scrive, alcuni commenti.
Innanzi tutto qualche paragone: quello tra il comportamento del nostro Domenico e i fatti accaduti in tempi recenti. Domenico Vigezzi era all’estero ed rientrato per arruolarsi come richiedeva il suo senso di italiano (con la I maiuscola). Quanti italiani se ne sono andati oltre frontiera per aggirare un dovere sancito dalla costituzione?
Domenico Vigezzi si sottoposto, pagando inoltre di tasca propria, a due operazioni pur di poter essere un soldato di quell’Italia che tanto amava. Che si pu dire dei tanti giovani che hanno finto malattie per evitare il servizio militare e dei loro genitori che hanno pagato?E che dire dei medici che si sono prestati al gioco e dei politici che hanno rimestato nell’affare?
Per seconda una considerazione: quale differenza tra i valori che ispiravano il nostro Domenico e la situazione attuale della nostra societ che, con la Legge di sospensione della leva, vede sempre pi svanire valori che sono la base di una Nazione! E ci, nonostante l’encomiabile operare dell’attuale Capo dello Stato per rivalutare sentimenti trascurati, per non dire osteggiati e derisi, negli anni recentemente passati. Infine tre domande, due risposte espresse e una lasciata al lettore: perch a Domenico Vigezzi non stata conferita la pi alta ricompensa al Valor Militare come proposto dai suoi comandanti?Perch, di conseguenza, il vessillo della sezione di Luino non ha una sua Medaglia d’Oro al V.M. e il Labaro dell’A.N.A. ne ha una in meno?
Perch Domenico un Caduto dell’Italia che ha perso e perch la legge del vincitore non tiene conto del valore degli uomini. Se il mondo fosse intellettualmente pi onesto si accorgerebbe che un Eroe non ha etichetta.
E’ un Eroe a prescindere da dove e da quando si conquistato l’aureola e
soprattutto a prescindere dal fatto che il suo atto abbia portato, o no, alla vittoria finale.
Ma il mondo onesto?
Giobott