Dal convegno della stampa alpina le proposte per il futuro dell’ANA

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    Riuniti a Gardone Riviera i rappresentanti di 55 testate associative.

     

    I responsabili di 55 testate alpine hanno dibattuto per due giorni nella splendida cornice del Vittoriale, a Gardone Riviera, problemi, prospettive, iniziative non solo della stampa alpina ma della stessa Associazione della quale la stampa alpina è la vetrina mediatica.
    Va detto subito che questo nostro convegno che si svolge ormai da sette anni in luoghi diversi non solo dà maggiore visibilità all’evento ma cresce di importanza per contenuti del dibattito e per maturazione degli addetti ai lavori. La stampa alpina è un momento di crescita dell’Associazione, con le sue proposte e con le sue critiche, promuove dibattiti, rivela potenzialità diffuse e un patrimonio di idee che dimostrano quanto sia viva e rivolta al futuro un’associazione che affonda le sue radici nella tradizione e nella memoria.
    Il fatto stesso che annoveri fra i suoi iscritti neo congedati poco più che ventenni e alpini che si avvicinano al loro traguardo di vita e che entrambi stiano bene insieme significa che hanno in comune valori e ideali che sono il fondamento della vita e della società: è quanto traspare dalla stampa alpina, ben decisa a difenderlo. Proprio questo è stato uno degli argomenti del dibattito (trovando ovviamente tutti concordi: la discussione, caso mai, ha riguardato il come) che non si esaurisce, né deve esaurirsi con il convegno ma continuare come proposte allo stesso Consiglio Direttivo Nazionale nei suoi punti fermi:
    prima di tutto la salvaguardia del patrimonio storico e morale dell’essere alpino e l’unità dell’Associazione: unità che significa forza, volontà, valori irrinunciabili;
    la ricerca di una sempre più incisiva visibilità dell’Associazione;
    la soluzione del problema annesso alla spedizione della stampa alpina;
    i rapporti con gli esponenti politici e con i militari;
    i rapporti con le istituzioni;
    l’arruolamento regionale e la disposizione geografica delle caserme anche in funzione dei VFA;

    il ruolo importantissimo dei capigruppo anche agli effetti del recupero associativo di chi è stato alpino;
    la figura dell’amico degli alpini;
    la posizione di chi è stato alpino della RSI.

     

    Sabato mattina, il convegno ha avuto una parentesi non ufficiale: una conversazione di pratica e tecnica giornalistica ad uso di chi fa un giornale, che ha riscontrato consenso e interesse superiori alle aspettative, tanto da la proposta è venuta dagli stessi numerosi partecipanti suggerirne la ripetizione l’anno prossimo o in qualche altra più ravvicinata occasione, possibilmente a livello di raggruppamento.
    Quanto alla due giorni, un bravi! agli alpini della sezione di Salò e al loro presidente Fabio Pasini per la perfetta organizzazione e la cura con la quale hanno preparato il programma. Comprendeva anche, doverosamente, momenti commemorativi: l’alzabandiera al Sacrario del Vittoriale, la deposizione di una corona alla tomba di D’Annunzio e di un’altra corona al monumento che ricorda i Caduti di Gardone, la sfilata per le strade imbandierate seguita dal concerto della fanfara alpina Valchiese. Nei due giorni, programmi alternativi erano stati preparati per le mogli dei congressisti: le limpide giornate primaverili e la suggestione del lago hanno fatto degna cornice ad un convegno davvero eccezionale anche per la bellezza del paesaggio.
    Nel primo pomeriggio l’avvio dei lavori, moderati da Vittorio Brunello nella sua qualità di presidente del comitato di direzione de L’Alpino. Al tavolo della presidenza, il presidente nazionale Beppe Parazzini con il vice presidente vicario Corrado Perona, il generale Vincenzo Cardo, capo di Stato Maggiore delle Truppe alpine, il, sindaco Alessandro Bazzani, il presidente sezionale Fabio Pasini, il direttore de L’Alpino gen. Cesare Di Dato e la professoressa Giovanna Ciccarelli, consigliere di amministrazione del Vittoriale.
    Pasini ha rivolto un breve saluto di benvenuto a tutti i congressisti, con l’augurio di buon lavoro e ha ringraziato la direzione del Vittoriale per aver messo a nostra disposizione la sala convegno carica di ricordi di Gabriele D’Annunzio, sulla quale domina l’aereo con cui il Vate effettuò lo storico volo su Vienna durante la Grande Guerra.
    Il segretario generale Luigi Marca ha quindi trattato delle tariffe postali: un tema, anzi, un problema di vitale importanza per la stampa alpina e delle altre associazioni d’Arma in generale. I provvedimenti entrati in vigore all’inizio dell’anno minacciano di penalizzare fortemente le associazioni. Per la sua importanza e per facilitare il compito dei direttori di testata, riportiamo a parte le spiegazioni fornite dal direttore generale.
    Al dibattito hanno portato il loro contributo Caramello (Mondovì), Marian (Salò), Colombo (Lecco), Grosso (Biella), Gasparet (Pordenone), Furia (Bergamo) e Boscardin (Marostica). Al termine, il presidente del convegno Brunello ha comunicato che è stato interessato del problema il senatore Manfredi che ha presentato una interrogazione in Senato e si è detto fiducioso che quanto prima il nodo delle tariffe postali troverà una soluzione.
    Il direttore de L’Alpino, gen. Di Dato, ha quindi svolto una relazione sullo studio condotto durante l’arco dell’anno relativo al numero di testate nazionali che si sono occupate dell’attività delle sezioni e dei gruppi. Ne è emerso uno spaccato significativo dell’interesse dei giornali locali, generalmente quotidiani, per tutto quanto fanno gli alpini. È consolante sapere che sono migliaia gli articoli che ogni anno vengono scritti sull’attività dei gruppi e delle sezioni, anche se c’è ancora molto da fare, soprattutto per quanto riguarda il coinvolgimento dei corrispondenti dei giornali nazionali e soprattutto dei network televisivi nazionali. A proposito delle agenzie di stampa, Giangaspare Basile, della redazione de L’Alpino, ha rilevato che spesso manca una adeguata documentazione di ciò che fanno gli alpini, in special modo nel settore della protezione civile e negli interventi di emergenza: se alla redazione giungesse in tempo reale una fotografia significativa e di buona risoluzione potrebbe essere inviata alle agenzie di stampa nazionali, che la immetterebbero nel circuito dei giornali: molto probabilmente quella foto apparirebbe il giorno dopo sui quotidiani ed avrebbe un risultato notevole agli effetti della visibilità. Perciò sarebbe opportuno che tutte le sezioni si attrezzassero per poter disporre di documentazioni fotografiche di eventi di particolare rilievo, come il recente intervento in Molise ma anche, localmente, una esercitazione regionale o provinciale di Protezione civile. Ciò costituirebbe materiale interessante soprattutto per i giornali e le televisioni locali. La strada della visibilità passa anche o soprattutto attraverso questo servizio che la Protezione civile e le sezioni devono essere in grado di fornire. (g.g.b.)