Carissimo direttore, ho ricevuto in questi giorni L’Alpino di marzo arrivato in Canada con notevole ritardo, ampiamente e totalmente scusato, vista la situazione attuale, così difficile da risolvere. Sono peraltro rimasto molto contento ed ho apprezzato le parole che, per l’ennesima volta, il nostro Presidente Sebastiano Favero, ci ha scritto nel modo opportuno e logico, per sottolineare il particolare e sfortunato momento, in cui si dibatte il nostro Paese. Meglio di così non poteva fare. Ho provato però una certa delusione nel sentire che si ritorna ancora una volta sulla inutile diatriba della nostra Preghiera, così permeata dal senso della pace e di cristianità che sono l’anima ed il credo di noi alpini, memori del sacrificio dei tanti “andati avanti” nel corso di varie ed infauste guerre. Ricordo ancora con nostalgia i miei 18 mesi di naja, che mi hanno trasformato da ragazzo in uomo, insegnandomi ad essere ordinato, ad obbedire agli ordini, a comportarsi bene in libera uscita… E soprattutto ad aver capito cosa vuol dire soccorrere chi è nel bisogno, facendo parte, polemiche italiane escluse, di una Associazione completamente apolitica e meritoria per quello che in 100 anni è stato fatto. E Bergamo con il suo ospedale, e Visso non ci dicono nulla? Sono vecchio, di 83 primavere. Ma non bastano a farmi dimenticare le nostre Adunate con la mia presenza, nel secondo settore, con gli amici del Canada. “Spirito sempre presente”. Avevo già prenotato e pagato, per 4 giorni, un albergo a Rimini ora tutto è rimandato… Lasciami ricordare infine una Fondazione a Milano, dove c’è un ospedale ed una chiesa dedicati ai bambini mutilati dalla guerra, e ad un Santo, commilitone con mio padre in Russia. Entrambi tornarono ed io li ho rivissuti con le parole di Bedeschi, nel suo famoso libro “Centomila gavette di ghiaccio”.
Franco Formaggio Gruppo di North York, Sezione di Toronto (Canada)
Caro Franco, ascolto le tue parole e i tuoi sentimenti, mentre la mente corre alla città dove vivi, Toronto. Modernissima, tecnologica, con la sua torre della Tv che svetta sulla città come un dito al cielo. Insomma, una vera capitale dell’avvenire. E pensandoti in questo contesto, apparentemente senza anima, trovo ancora più grandi i tuoi pensieri e i tuoi ricordi, vivi e pieni di alpina umanità.