Si è svolto a Bellagio, con il borgo tappezzato di manifesti e volantini e con una buona partecipazione di pubblico, il raduno della sezione di Como. Il programma è partito il venerdì con il concerto del Coro Bilacus, vanto della cittadina, nella chiesa di San Giacomo in centro paese. Il sabato pomeriggio l’incontro tra le autorità locali e l’Associazione in una sala della Casa di Riposo Greco De Vecchi . Al termine, accompagnati dalla fanfara alpina di Scanzorosciate (Bergamo), trasferimento nella piazza della chiesa dove sorge la casa natale del tenente Teresio Olivelli, una delle sette Medaglie d’Oro che fregiano il vessillo sezionale.
Al mattino di domenica gli alpini di Bellagio erano già al lavoro per i ritocchi finali. Buona l’affluenza degli alpini, un centinaio i gagliardetti, numerosi i vessilli di altre sezioni, diversi i gonfaloni comunali e i sindaci, alcuni con il cappello alpino. L’immancabile pannello floreale degli alpini di Griante portava la scritta Teresio Olivelli’. Alzabandiera e onori ai Caduti, quindi sfilata, accompagnata dalle nostre fanfare di Asso e di Olgiate Comasco per le vie di Bellagio.
Il passaggio dei volontari in tuta gialla ha suscitato scrosci di applausi; sono i volontari che hanno lavorato e continuano a lavorare nell’Abruzzo terremotato. Punto di arrivo il parco giardino in fondo al lungolago dove, dopo gli interventi delle autorità, è stata celebrata la S.Messa accompagnata dal canto della Corale Bilacus. Era presente il prefetto di Como, dottor Frantellizzi, molto legato alla nostra Associazione.
Ma non renderemmo giustizia alla cronaca se non citassimo due episodi particolari: la pioggia di tagliandini bianchi, rossi e verdi riversati a piene mani da anziani e giovani, signore e ragazze sui partecipanti al corteo lungo tutto il percorso cittadino e la partecipazione del presidente della Casa di cura, Riccardo Galetti, capitano dei bersaglieri in congedo, che non ha rinunciato al suo piumetto: è stato molto applaudito. A noi alpini ciò ha procurato un poco di sana e amichevole invidia.
Pubblicato sul numero di ottobre 2009 de L’Alpino.