COLICO Nel ricordo dei Caduti di Nikolajewka l’impegno per la solidarietà

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    A Colico, la celebrazione dell’anniversario della battaglia di Nikolajewka è ormai parte della tradizione non solo della Sezione ma della stessa la città, tanta è la partecipazione della gente e delle massime autorità della provincia. Ma ciò che può stupire chi non conosce gli alpini è che questa commemorazione, che parrebbe svolgersi sul filo di un consumato canovaccio, ogni anno riesce a rinnovarsi, a commuovere, e a suscitare nuovi sentimenti. Negli anni scorsi, per
    tanti anni, c’era un reduce d’eccezione, l’avvocato Peppino Prisco, che da Milano raggiungeva Colico per diventare un po’ l’anima di questa celebrazione. Ora che Peppino Prisco non c’è più, gli alpini lo ricordano con immutato affetto e con uno striscione sul quale si legge Peppino Prisco, presente e, forse, la sua presenza è ancora più sentita, come se si temesse di fargli uno sgarbo non facendo le cose a modo.
    Così, la giornata è stata perfettamente quanto minuziosamente organizzata dagli alpini della sezione di Colico e dal loro presidente Luigi Bernardi. Presenziavano il presidente nazionale Beppe Parazzini, il prefetto Antonio Pagnozzi, il questore Matteo Turillo, il presidente della Provincia Mario Anghileri, il sindaco Milo Crespi e tutte le altre autorità militari e civili della provincia. E tanti alpini, centinaia e centinaia, quelli della Sezione con il loro vessillo e settanta gruppi giunti anche dal Piemonte e dal Veneto, con i vessilli di Tirano, Sondrio, Como, Brescia e Vicenza; e una decina di sindaci dell’area lecchese, comasca e valtellinese. Hanno assistito a una S. Messa in suffragio di tutti i Caduti concelebrata da don Gianni Bruseghini, don Luigi Bianchi, padre Lino Gurini e padre Ludovico Valenti, accompagnata dal coro Musica viva di Colico. Poi la sfilata per le strade del paese, con la nota pittoresca, ma molto significativa, di alcuni muli. Dopo la deposizione di una corona d’alloro al monumento dedicato ai Caduti, il presidente della sezione Bernardi ha parlato del sacrificio degli alpini in Russia e sugli altri fronti. Non siamo qui perché siamo nostalgici o guerrafondai ha detto Siamo qui per ricordare gli orrori delle guerre affinché non si ripetano più. L’uomo ha concluso Bernardi ha la memoria labile: le nuove generazioni devono sapere il sacrificio fatto da ragazzi ventenni come loro .
    Colico si pone come luogo della memoria ha detto poi il sindaco Milo Crespi che ha espresso la riconoscenza verso chi è caduto e l’orgoglio per un’Associazione che dimostra amor patrio, senso di fratellanza, capacità di donare agli altri e di rinnovarsi. La missione in Afghanistan degli alpini ha concluso Crespi lo dimostra .
    Il prefetto Pagnozzi ha ricordato l’indomito coraggio degli alpini e rievocato la figura di Peppino Prisco. Poi, al suono della fanfara alpina Alto Lario un elicottero ha lanciato striscioline tricolori sugli alpini: come una pioggia di bandiere, sul terreno più fertile. Ha concluso il presidente nazionale Beppe Parazzini che ha ribadito la solidarietà alle penne nere che in quei giorni erano in
    partenza per la missione in Afghanistan. Missione difficile ha detto Parazzini in difesa della nostra civiltà . Ha parlato del clima di terrorismo internazionale che anche in Italia stiamo vivendo, scaturito dall’attacco alle Torri Gemelle, il dovere di difendere i nostri valori di civiltà da quanti ci vorrebbero invece imporre i loro . Ha ricordato Peppino Prisco, con ricordi personali, di chi gli è stato spesso vicino apprezzando la sua umanità incredibile, la grande solidarietà, l’animo generoso di un uomo nato nella pianura ma innamorato della mentalità del montanaro .
    L’Associazione non dimentica ha detto ancora Parazzini riferendosi al 60º anniversario di Nikolajewka siamo qui per ricordare. Come alpini continueremo a ricordare . Ed ha sollecitato tutti ad aderire alla campagna lanciata dal nostro Consiglio nazionale Un euro per ricordare, un euro per aiutare : la raccolta di fondi che serviranno per ristrutturare il rifugio dedicato Ai Caduti dell’Adamello , e per opere a favore dei terremotati del Molise, fedeli al motto Onorare i morti, aiutando i vivi . Gli alpini ricordano così.