Colico abbraccia i suoi alpini

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    Quinto! . La voce dei 400 alpini del Morbegno riecheggia in piazza Garibaldi a Colico, città storico bacino di reclutamento del glorioso reggimento. Attorno ai reparti in armi una folla di gente e penne nere, accorse per dare il bentornato in Patria al 5º reggimento Alpini dopo sei mesi di missione in Afghanistan.
    Una cerimonia che le penne nere della sezione ANA di Colico, guidata da Luigi Bernardi, hanno voluto celebrare congiuntamente al 65º anniversario della battaglia di Nikolajewka, così da realizzare un momento d’incontro tra reduci di Russia e alpini in armi, accomunati da valori senza tempo quali il senso del dovere e l’amor di Patria.

    Valori al quale si aggiunge la solidarietà che è stata il motore del lavoro del 5º Alpini in Afghanistan, come sottolinea il comandante Alfredo Massimo de Fonzo: Nel corso della missione abbiamo effettuato una ragguardevole attività di distribuzione di beni di primo consumo alla popolazione (viveri, coperte, medicinali, candele e legna) per mezzo milione di euro e abbiamo effettuato opere edili per un altro milione di euro con fondi governativi stanziati per intervenire sul territorio. Abbiamo costruito due ponti, scuole e cliniche complete del necessario per l’assistenza, per le quali è stato selezionato anche il personale medico necessario per il buon funzionamento delle strutture .

    La selezione dei progetti è stata effettuata da Italfor (Italian Task Force) con il coinvolgimento delle autorità e delle comunità locali, privilegiando le aree meno sviluppate. In tutto sono stati realizzati oltre cento progetti, finanziati con i fondi del ministero della Difesa e di diversi donatori (la Provincia autonoma di Bolzano il 5º è di stanza a Vipiteno il Comune di Merano, il Lions Club e la sezione ANA di Bolzano), parte dei quali ha concorso a finanziare il progetto Bolzano Kabul per la ricostruzione dell’istituto scolastico Mohammad Alam Faizad. Gli alpini hanno anche costruito 24 pozzi artesiani e una moschea, chiamata nel più politically correct centro culturale , perché ufficialmente per le moschee non si possono destinare fondi.

    Oltre a queste attività il contingente italiano è stato impegnato a fianco delle autorità afghane, addestrate dai nostri militari, nel controllo del territorio e nel garantire sicurezza in tutta la regione a est e a sud di Kabul, nell’area di responsabilità di Italfor XVI. Un impegno che è stato apprezzato come testimonia il grande calore della gente che ha applaudito i nostri militari per le vie di Colico.

    La Fanfara della brigata Julia ha aperto la sfilata che ha raggiunto la piazzetta dove sorge il monumento ai Caduti. Attorno ad esso i reparti schierati, le autorità locali, il Labaro dell’ANA con il presidente nazionale Corrado Perona e i consiglieri nazionali Arnoldi, Botter, Casini e Nebiolo, i vessilli sezionali e numerosi gagliardetti in rappresentanza dei gruppi della nostra associazione.

    Erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Colico Alfonso Curtoni, il prefetto di Lecco Nicola Prete, il comandante delle Forze Operative Terrestri generale Armando Novelli, il neo comandante delle Truppe alpine generale Bruno Petti e il generale Paolo Serra, comandante della Julia . Accanto ai tanti sindaci della zona c’erano anche i reduci di Russia come Alfieri Aggio, alpino classe 1921 del battaglione Morbegno , che prima della cerimonia di deposizione della corona ha voluto stringere la mano alle più alte autorità militari e abbracciare il presidente Perona.

    Al termine della S. Messa celebrata dall’arcivescovo emerito di Siena mons. Gaetano Bonicelli, già ordinario militare, i reparti in armi e le penne nere dell’ANA hanno raggiunto piazza Garibaldi, sul lungolago, dove sono stati resi gli onori al Labaro della nostra Associazione e alla pluridecorata Bandiera di guerra del 5º Alpini, reggimento al quale Colico ha conferito la cittadinanza onoraria nel corso di una cerimonia svolta il giorno precedente nel municipio della città.

    Nel corso delle celebrazioni in piazza Garibaldi il generale Novelli ha consegnato la medaglia della Campagna in Afghanistan al colonnello de Fonzo e ad altri militari che si sono distinti nel corso della missione, complimentandosi per il lavoro svolto. Toccante anche il momento in cui il col. de Fonzo ha passato il gagliardetto della sezione ANA di Colico che il presidente Bernardi gli aveva consegnato a inizio missione e sul quale è stata appuntata la medaglia commemorativa della missione in Afghanistan, a sottolineare il sentimento di vicinanza in questi mesi delle penne nere in congedo con gli alpini in armi del 5º.

    Ricordiamo che nello scorso settembre alla Caserma Invicta è stato inaugurato un monumento donato dagli alpini della Sezione di Colico e che riporta i nomi dei Caduti alpini in terra afghana. Un momento, quello del ricordo dei Caduti, ripreso dal presidente Perona nel suo intervento: Questi ragazzi che oggi applaudiamo sono un esempio che ci dice che portare la divisa non è un compito facile. Essere qui oggi significa infatti anche ricordare quanti non sono tornati ed essere accanto ai loro cari . Il ricordo è andato al maresciallo capo Daniele Paladini e ai suoi familiari presenti in tribuna d’onore. Lo scorso novembre Paladini, in forza al 2º reggimento genio pontieri, rimase vittima di un attentato insieme a 6 bambini e a 3 adulti afghani, durante l’inaugurazione di un ponte nella valle di Paghram.

    Ricordando il maresciallo Paladini, il generale Novelli nel suo intervento ha esortato anche a riflettere sul valore della memoria: Cari alpini in armi, riflettete su questo: dopo 65 anni, c’è un’Associazione che coltiva la memoria di un evento, doloroso e triste, con una determinazione e un orgoglio che le Istituzioni non sempre hanno. È l’ANA che ci è vicina e che rappresenta un nostro formidabile valore aggiunto . Gli alpini in congedo e i loro familiari che vi hanno applaudito stamattina ha proseguito rappresentano un mondo di valori che voi dovete conoscere e al quale dovete avvicinarvi. Il 5º Alpini e il battaglione Morbegno’ sarebbero solo dei nomi se non ci fossero loro a farci ricordare le storie e i sacrifici di tanti giovani. Ed è proprio attraverso la memoria che questi nomi diventano una parte della nostra storia alpina e della nostra storia nazionale .

    Il lavoro svolto in Afghanistan dai nostri soldati in questi anni è stato lodevole ma il percorso sarà lungo e difficile perché oltre a sostenere materialmente la popolazione occorre aiutarla a crescere nel loro senso civico, esaltando il rispetto e la parità dei diritti come valori fondamentali per una società libera.

    È una scommessa, anche per gli uomini e le donne del 2º Alpini, comandato dal colonnello Michele Risi, che hanno avvicendato il 5º Alpini in Afghanistan. Ma c’è da scommettere che gli alpini nelle loro missioni sapranno trasmettere quello spirito e quei valori di coraggio, dedizione e lealtà, propri dei soldati italiani e dei soldati di montagna in particolare.

    Uno spirito che è apprezzato anche a livello internazionale dai superiori che hanno potuto saggiare queste qualità sul campo, come il comandante di tutte le operazioni in Afghanistan, il generale americano Dan McNeill, che parlando degli alpini non ha esitato a dire con orgoglio: I miei alpini .

    Matteo Martin