CIVIDALE La Bandiera di Guerra del 'Cividale' per un giorno tra i suoi alpi

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    Dalla soppressione del ‘Cividale’, sette anni fa, la sezione ANA di Cividale del Friuli e l’associazione ‘Fuarce Cividat’ organizzano ogni anno un raduno degli ex in occasione della festa del battaglione. Quest’anno, sessantesimo anniversario dei fatti d’arme di ‘Quota Cividale’, il raduno ha assunto una veste particolare: il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha autorizzato la presenza della Bandiera di Guerra del battaglione, che ha lasciato per un giorno il Vittoriano, dove è custodita da sette anni. Il raduno è iniziato con una rimpatriata a Chiusaforte, sede del battaglione negli ultimi trent’anni, per la deposizione di una corona al monumento ai Caduti. Affettuosa, come sempre, l’accoglienza da parte delle autorità e degli abitanti del Canal del Ferro. Nel pomeriggio a Cividale, deposizioni di corone al monumento ai Caduti, ed al monumento al battaglione Cividale ed ai battaglioni figli ‘Val Natisone’ e ‘Monte Matajur’. Serata al teatro Ristori con un concerto della fanfara della ‘Julia’ dedicato ai cividalesi e presentazione del terzo libro della collana storica edita dall’associazione ‘Fuarce Cividat’ (le memorie dell’allora tenente Ermenegildo Moro). Ma la giornata di punta del raduno è stata domenica, festa di Corpo. Al mattino, alzabandiera in piazza con fanfara, gonfalone del Comune (decorato al Valor Militare), sindaco, altre autorità e tanta gente. Nonostante l’inclemenza del tempo sono arrivati a migliaia gli alpini del ‘Cividale’ provenienti da ogni parte d’Italia. Innumerevoli i vessilli e i gagliardetti delle sezioni e dei gruppi ANA. In tarda mattinata, al di là del Ponte del Diavolo, l’ammassamento, imponente, è compiuto. Ed ecco che il vociare si affievolisce e, prima in un commosso silenzio e poi tra uno scrosciante applauso, appare la Bandiera di Guerra preceduta dalla fanfara e scortata da una compagnia in armi dell’8º Alpini. La sensibilità del reggimento, in collaborazione con altri Reparti, ha fatto si che gli ufficiali e i sottufficiali del ‘Gruppo bandiera’, fossero tutti già appartenenti al battaglione ‘Cividale’. In testa al corteo, la Bandiera sfila attraverso la città ducale, come era avvenuto nei momenti che avevano scandito la sua storia o, più semplicemente, quando il battaglione rientrava dai Campi. E dietro, dopo una selva di vessilli, gagliardetti, gonfaloni, labari, autorità (compresi tutti i sindaci della zona), ecco il ‘Cividale’. Dapprima i reduci (ahimè sempre di meno, anche quest’anno qualche amico è andato avanti), poi gli ex comandanti ed il personale del comando, e, di seguito, per blocco di Compagnia, gli alpini: della Comando, della 16ª, della 20ª, della 76ª, della 115ª, e del ‘Val Natisone’. Alla fine, tutti sul grande piazzale della caserma dell’8º Alpini per gli onori ai Caduti, mentre l’oratore ufficiale ricordava quella maledetta ma di vitale importanza ‘Quota 176’, denominata Signal dai tedeschi che la presidiavano, che il battaglione doveva conquistare avendola i tedeschi persa nella mattinata del 4 gennaio in quel lontano 1943. Per tre giorni di seguito il ‘Cividale’ si sacrificherà, conquistando, perdendo e riconquistando più volte la quota, occupandola definitivamente il giorno 6, con immani sacrifici. Il comando tedesco, a riconoscimento del valore dei nostri alpini, ribattezzò la collina ‘Quota Cividale’. Alla fine della rievocazione, nel silenzio assoluto, un reduce si è accostato alla campana posta al centro del piazzale a ricordo dei Caduti, e tre tristi, cadenzati rintocchi si sono diffusi nell’aria. La Bandiera di Guerra ha lasciato lo schieramento e, siamo sicuri, porterà con sè al Vittoriano l’eco di questi tristi rintocchi ed il ricordo dei suoi alpini. Per noi del ‘Cividale’ è stata una grande giornata.


    Maurizio De Stefani