Cisa 2008 Per essere una sola voce

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    Un indissolubile legame con la storia, la vicinanza ai reparti alpini e alle loro famiglie, l’appartenenza ad una associazione d’Arma regolata da uno Statuto che fissa regole liberamente accettate, legate alla tradizione alpina. No, non è un pensiero debole e conformistico, rivolto solo al passato quello scaturito dal 12º Convegno itinerante della stampa alpina di Rodengo Saiano, in quel di Brescia, ma un pensiero forte: perché, avendo radici profonde e robuste, la nostra stampa guarda in alto, poggiando su valori che sono il fondamento d’una società civile e solidale, rispettosa delle istituzioni.

    Controcorrente rispetto alla tendenza dell’attuale momento storico che considera obsoleti sacrifici, doveri e altruismo. Non che sia tutto scontato per tutti, tanto che il rispetto delle regole anche di quelle interne ad una grande Associazione come la nostra che raccoglie poco meno di quattrocentomila iscritti, fra alpini e soci aggregati può essere richiamato, non fosse altro per verificare se il sentiero che percorriamo è quello giusto. È forse questo il senso del Convegno, che ha avuto un record di presenze nell’abbazia olivetana di Rodengo Saiano, dove la scansione del tempo si misura in secoli.

    Sono stati due giorni di relazioni e dibattiti, sabato 5 e domenica 6 aprile scorsi, conclusi con l’intervento del nostro presidente Corrado Perona che ha tracciato il consuntivo e indicato la strada da percorrere riferendosi, non a caso, al 90º anniversario della fine della Grande Guerra, le cui celebrazioni si concluderanno a Trento il 30 novembre prossimo. Il 2008 è un anno speciale ha esortato dobbiamo essere speciali anche noi! , ed ha invitato i responsabili delle testate alpine ad essere fedeli testimoni del significato di quest’anniversario.

    I lavori sono iniziati la mattina di sabato con la riunione dei referenti del Centro Studi ANA, dei quali riferiamo in queste stesse pagine. Nel pomeriggio, moderato dal presidente del Comitato di Redazione de L’Alpino Adriano Rocci, ha preso l’avvio il convegno splendidamente organizzato dalla Sezione di Brescia presieduta da Davide Forlani in stretta collaborazione con i bravi alpini del gruppo di Rodengo Saiano guidati da Silvio Riva. Al tavolo della presidenza, oltre a Rocci, c’erano il vice presidente nazionale vicario Ivano Gentili (in attesa dell’imminente arrivo da Feltre del presidente Corrado Perona, che aveva assistito ad una importante esercitazione di soccorso in alta montagna svolto dalla nostra Protezione civile, e giunto poco dopo) e il comandante delle Truppe alpine generale Bruno Petti.

    L’alto ufficiale ha seguito il dibattito dei due giorni al termine del quale ha svolto una relazione accolta da un lungo applauso. Nell’aprire i lavori in qualità di presidente del CDR, Adriano Rocci, ha tracciato il profilo di quello che dovrebbe essere un giornale alpino: una voce e una vetrina, per dire agli altri, per essere visti dagli altri. I nostri giornali sono la voce di tanta storia e complessa memoria che si traducono in messaggi rivolti non solo al nostro interno ma al di fuori del nostro perimetro di alpinità . Non si tratta di parlarci addosso, che pur è un limite di certa nostra stampa, ma di essere vivi e propositivi, veri e credibili, costanti nei fondamenti anche nel cambiamento più turbinoso .

    Il presidente della Sezione Davide Forlani ha quindi portato il saluto degli alpini bresciani e ricordato le quattro edizioni del Premio della stampa dedicato allo scultore alpino Vittorio Piotti, trasformate poi in premio biennale nazionale. Per il bienno trascorso il riconoscimento è andato a 5 Valli, della Sezione di Luino. ll sindaco di Rodengo Saiano Ezio Zorzi, ha giocato due volte in casa essendo anche alpino, ha dato il benvenuto a tutti come il dovere d’ufficio voleva e salutato da alpino, accolto con grande calore e lunghi applausi. Il gen. Petti ha parlato di sinergia fra alpini in armi e quelli in congedo, ha ringraziato Forlani, il vice presidente Alessandro Rossi, il direttore de L’Alpino Vittorio Brunello per la visibilità dei reparti in missione, e il presidente Perona.

    Si può fare tanto assieme , ha concluso nel suo saluto, richiamandosi ai valori della montagna e alla necessità di farli conoscere ai giovani. Il consigliere nazionale Fabrizio Balleri, presidente della Commissione legale ANA, ha iniziato gli interventi veri e propri trattando le norme che regolano la stampa, e conseguentemente anche i nostri giornali ed i limiti della stampa alpina. La stampa alpina, così come quella nazionale ha esordito Balleri è in tutto e per tutto assoggettata alla legge 08/02/48, sia per gli adempimenti amministrativi che per i reati in cui possono incorrere non solo gli autori dei pezzi incriminati ma anche il direttore e, per quanto concerne il risarcimento danni, anche l’editore ed il proprietario della testata.

    La stampa alpina, peraltro, proprio per la peculiare caratteristica di essere in ogni sua espressione, diretta emanazione di una Associazione d’Arma qual è l’Associazione Nazionale Alpini, incontra ulteriori limiti sia relativamente al contenuto dei pezzi pubblicati che per un particolare tipo di responsabilità che non è solo penale e civile, ma soprattutto morale. Infatti sui periodici editi con il logo dell’A.N.A. è vietata la pubblicità politica in senso di partitica, ma è assolutamente vietato pubblicare articoli contenenti aperte critiche nei confronti degli organi dirigenti dell’Associazione. È altresì vietata la pubblicazione di notizie inesatte che coinvolgano la sezione o la sede nazionale o addirittura contrarie e mistificatrici dei deliberati degli organi istituzionali dell’Associazione.

    Ove questi limiti siano superati, non vi è dubbio che la responsabilità di quanto erroneamente pubblicato ricada sul capogruppo, se la testata appartiene ad un gruppo, o sul presidente di sezione se sezionale è il periodico. È questa la responsabilità morale non prevista dalla legge sulla stampa, ma in vigore da sempre nella nostra Associazione proprio per la particolare caratteristica di essere Associazione d’Arma e quindi di essere tutti gli associati, giornalisti compresi, sottoposti alle norme dello Statuto che rappresenta la nostra carta costituzionale.

    Pertanto eventuali sanzioni che dovessero essere irrogate in sede associativa per la pubblicazione di articoli contrari allo Statuto possono colpire non solo il redattore o il direttore, ma anche il capogruppo o il presidente di sezione pur se questi ultimi non facciano parte né del comitato di redazione né della direzione del periodico. Infine ha concluso Balleri alla stampa alpina non si applica compiutamente l’art. 8 della legge sulla stampa, che limita a 30 righe il diritto di rettifica: nell’ipotesi in cui il presidente nazionale o il consiglio nazionale avvertano la necessità di rettificare una notizia apparsa su un qualsiasi periodico edito in seno alla nostra Associazione, la loro precisazione deve essere pubblicata per intero, anche a prescindere dalla lunghezza dell’articolo cui si intende replicare .

    Il direttore de L’Alpino Vittorio Brunello ha esordito ricordando l’incontro avuto a Bolzano con il gen. Petti che ha ringraziato per l’amicizia. Ha parlato dell’esperienza alla direzione del mensile associativo in questi primi 18 mesi molto forte e gratificante, facilitato dall’ottimo lavoro del gen. Cesare Di Dato durante la sua direzione. Il giornale ora ha una nuova veste grafica, qualche rubrica in più, attenzione rivolta anche all’artiglieria da montagna, alle istituzioni militari come la scuola alpina, la Nunziatella.

    Certo, lo spazio del mensile è quello che è: su 48 pagine, 24 sono occupate dalle rubriche, nelle restanti 24 c’è l’attività dei gruppi e delle sezioni. Materiale disomogeneo, con sezioni più virtuose di altre e, per la redazione, l’eterno problema dello spazio, alle prese talvolta con pezzi troppo lunghi (che occorre tagliare ) e fotografie inadeguate soprattutto per qualità. La qualità interessa anche la carta sulla quale viene stampato il giornale, ma ha aggiunto Brunello una carta diversa costerebbe troppo.

    Quanto alla stampa alpina, è il cuore pulsante della nostra Associazione, la cui grafica e soprattutto i contenuti sono in costante crescita. Consentitemi una riflessione ha concluso Brunello Noi abbiamo un credito nei confronti della società che ci circonda, un credito di credibilità, di fiducia e qualche volta perfino di speranza, perché in un complesso sociale sfilacciato come l’attuale, il cappello alpino, dovunque vada, è guardato positivamente.

    A volte, sfilando con il Labaro, sento delle espressioni che fanno venire la pelle d’oca: siete la speranza del nostro Paese. Non montiamoci la testa, però il cappello alpino è una speranza. E non perché siamo più bravi degli altri, ma perché alle nostre spalle abbiamo una storia, dei Padri che hanno testimoniato non solo l’attaccamento all’Italia ma anche di che tempra, di che pasta è fatto l’uomo, prodotto della nostra cultura e civiltà. E questo è un impegno enorme che abbiamo e l’impegno è di perpetuare e trasmettere questo sentimento di fiducia e di speranza.

    Siamo in grado di farlo? . Giangaspare Basile, caporedattore dell’Alpino, ha ribadito l’importanza della tempestività delle notizie da inviare al mensile nazionale, corredate da immagini di qualità e, per quanto riguarda i giornali associativi, che vede in costante crescita di contenuti, la necessità di una costante sintonia fra direttore di testata e presidente di sezione o capogruppo, sfuggendo da personalismi e protagonismi che, se sono comprensibili, possono tuttavia essere talvolta inopportuni. I giornali ha detto li scriviamo, ma non ci appartengono, perché sono degli alpini ai quali si rivolgono .

    Dino Bridda, giornalista e responsabile della testata di In Marcia, il bel giornale della Sezione di Belluno, ha parlato dell’esperienza d’una redazione di giornale sezionale, tracciando anche, in un ampio respiro, figura e responsabilità del direttore di testata alpina che si rivolge agli alpini ma anche alla società, che spesso ci conosce solo attraverso i nostri giornali. Argomento, questo, ripreso anche da Gian Luigi Ravera, che ha ricordato l’imminente celebrazione degli 80 anni della sezione di Casale, da lui presieduta. Tanti gli argomenti degli interventi successivi.

    Dalla commemorazione di Lazzaro Ponticelli, l’ultimo combattente alpino della Grande Guerra deceduto in Francia dove ha avuto onori di Stato, svolta da Renato Zuliani, presidente della Sezione Francia, ad Antonio Sulfaro, anche nella sua veste di presidente dell’Associazione nazionale volontari di guerra, secondo il quale sarebbe bene invitare ai nostri convegni anche i giornalisti alpini della stampa nazionale.

    A proposito di rivolgersi ad un pubblico più vasto dei soli nostri iscritti, Antonio Raucci (Lo Scarpone Canavesano) ha proposto che l’ANA, oltre ad essere apolitica e apartitica, diventi anche movimento di opinione e si esprima con i giornali associativi sul degrado di una certa classe politica e della stessa società. Marco Valditara, vice presidente nazionale ha osservato che, sul piano della comunicazione, l’ANA comunica anche attraverso le cerimonie che organizza, ed ha ricordato la partecipazione dell’ANA con uno stand al Salone della Montagna di Torino, lo scorso settembre, che ha riscontrato un grande interesse soprattutto da parte dei giovani. Altri canali di comunicazione sono dati dalla multimedialità, che apre ampi orizzonti. Sono intervenuti anche Giancarlo Borsetto (Svizzera), Antonio Casarini (Pavia), Carlo Birone (Genova), Giovanni Camesasca (Germania), Luigi Centomo (Valdagno), Luca Geronutti (L’Alpin del Dom).

    Domenica mattina, la seconda parte del convegno ha preso l’avvio con il saluto di don Alfonso Serafini, priore dell’abbazia. Quindi il presidente della Provincia Alberto Cavalli ha ricordato l’edizione del CISA del 2003, a Gardone Riviera, ed evidenziato il ruolo dei nostri giornali nel proporre i valori dell’alpinità al mondo giovanile. Il portale e la piattaforma collaborativa dell’ANA sono stati trattati dalla Commissione Informatica Nazionale, che ha presentato le novità del portale associativo e i nuovi strumenti che consentono una maggiore interazione tra informazione, comunicazione e informatica.

    Nella prima parte Cesare Lavizzari, consigliere nazionale e presidente della Commissione, ha illustrato la recente creazione di due nuove sezioni del portale dedicate l’una alla quotidianità dei reparti in armi e l’altra alla editoria alpina. Ha poi annunciato che, dopo un anno di gestazione, per l’Adunata Nazionale di Bassano si è concluso un accordo organico con un pool di televisioni bresciane per un servizio di copertura integrale dei momenti importanti della prossima Adunata.

    Nella seconda parte dell’intervento Michele Tresoldi, webmaster del portale associativo ha illustrato i nuovi strumenti di comunicazione di cui l’Associazione si è dotata, strumenti che per quanto riguarda la comunicazione interna sono basati sulla piattaforma di Google. Google apps , questo è il nome del servizio, oltre a caselle di posta di ultima generazione, offre a tutte le sezioni una serie di prodotti all’avanguardia della famosa società californiana, tramite i quali potranno comunicare e condividere informazioni e contenuti multimediali in modo semplice ed in tempo reale. Importanti anche in questa edizione del convegno, sono gli interventi effettuati sul portale www.https://www.ana.it, che continua a registrare una costante e tumultuosa crescita di visitatori giunti a oltre 400.000 nello scorso anno.

    Oltre ad un completo rifacimento della sezione multimedia verrà potenziato lo spazio dedicato alle sezioni le quali potranno pubblicare sul portale nazionale video e immagini relative alle loro manifestazioni ed attività. Al Convegno era presente domenica mattina anche il generale di divisione Franco Cravarezza, comandante della Regione Nord, il quale ha svolto una interessante relazione sull’arruolamento dei giovani da destinare alle Truppe alpine, ma soprattutto su quanto ha fatto lo Stato Maggiore dell’Esercito per inserire nel mondo del lavoro i volontari al termine della ferma. Ha parlato di corsi preparatori al lavoro che l’Esercito organizza all’interno delle caserme, della banca dati con nomi dei congedati e le loro qualifiche, dell’accordo con le due più grandi agenzie del lavoro italiane per il collocamento di quanti non si trasferiscono nelle Forze di polizia o nell’Arma dei Carabinieri.

    La disciplina associativa e il rispetto delle regole hanno fatto da sottofondo anche all’intervento del past president Beppe Parazzini, che ha trattato l’argomento amici degli alpini’. È arrivato il momento di affrontare questo problema che aleggia da tanto tempo e sembra si abbia timore di trattare ha esordito Un tempo l’Associazione ha affrontato la questione degli artiglieri da montagna che non potevano essere iscritti, ora ci sono gli amici degli alpini. Bisogna parlarne, e una volta discusso e fatto tesoro di quanto suggerito dall’assemblea, la sede nazionale, a prescindere dalla decisione delle sezioni e dei gruppi, decide per tutti e voi ha continuato rivolgendosi ai responsabili delle testate che siete la stampa alpina siete pregati di diffondere il verbo della Sede nazionale.

    Questa si chiama disciplina associativa ha continuato Parazzini Dobbiamo essere di esempio: si fà quanto è stato deciso dalla Sede nazionale, è il nostro stile di vita. Così come è nel nostro stile dirci le cose apertamente, con franchezza. Si può anche non essere d’accordo ma le regole sono queste . Gli interventi sono proseguiti con Daniele Pellissetti (Pordenone) che ha presentato un libro sul reggimento artiglieria Tagliamento della Monterosa (un pezzo di storia dimenticata); Paolo Mastracchio (Molise), che ha chiesto la possibilità di collegarsi in videoconferenza, Gigi Marca (già direttore generale ANA), che ha chiesto più spazio al Cisa riservato alla discussione dei responsabili della stampa alpina, Sergio Bottinelli (5 Valli, Luino), sugli amici degli alpini nelle Sezioni all’estero, Luigi Furia (Bergamo), Marino Marian (Treviso) che ha sostenuto la necessità della vigilanza su quanto si scrive sui nostri giornali e sul doveroso controllo preventivo del direttore, che non significa censura, ma disciplina associativa.

    Giancarlo Borsetto (Svizzera), ricorrendo a settembre l’anniversario dell’asilo a Rossosch ha chiesto testimonianze e aneddoti che possano ricordare i volontari di quell’opera, andati avanti. Ha chiuso gli interventi Mario Salvitti (Abruzzi). Il convegno si è avviato alla conclusione con un intervento del direttore de L’Alpino Vittorio Brunello, che ha rilevato come il tema generale, Stampa alpina, una voce, una vetrina , si sia dimostrato alquanto stretto rispetto alla libera discussione delle due giornate.

    Del resto, alle relazioni prefabbricate, meglio una discussione aperta e franca, nel rispetto delle idee altrui. Ed ha parlato del servizio di leva, che univa il soldato alla società civile attraverso la famiglia e del pericolo che con il servizio professionale ci sia un certo distacco.

    Ha quindi preso la parola il generale Bruno Petti il quale ha esordito affermando la necessità di far conoscere la realtà del mondo degli alpini in armi. Non riusciamo pienamente a dare all’esterno la sensazione di ciò che siamo e di ciò che possiamo fare , ha esordito il comandante degli alpini, ed ha chiesto la collaborazione della nostra stampa per interessare i giovani al mondo della montagna, per informarli delle novità degli alpini di oggi, dei materiali, delle tecnologie, dei quattro centri sportivi, dei servizi che vanno dalla vigilanza sulle piste da sci agli istruttori di roccia, al servizio Meteomont.

    È un’informazione ancora carente ha detto l’alto ufficiale tanto che se ci sono difficoltà di inserimento, queste derivano dalla disinformazione. Invece ha continuato ci sono tante specialità che possono accogliere i giovani, anche coloro che si arruolano per un solo anno, è un’esperienza formativa sotto tanti aspetti , ed ha ricordato le possibilità di inserimento nel mondo del lavoro illustrate precedentemente dal generale Cravarezza.

    Il comandante ha ricordato i due siti delle truppe alpine, www.truppealpine.eu e sportmilitarealpino.it e la possibilità di accedere a questi siti e al materiale da lui raccolto in questi anni che può essere messo a disposizione sia degli alpini in armi che di quanti si avvicinano al mondo degli alpini. E ha concluso con vi ringrazio delle due belle giornate che mi avete regalato . I convegnisti lo hanno applaudito a lungo.

    Ha chiuso il convegno il nostro presidente nazionale, che ha ringraziato il gen. Petti, il presidente della Provincia Cavalli, il sindaco alpino Zorzi, il presidente della Sezione Forlani e il capogruppo Silvio Riva. Ha elogiato l’operato della nostra stampa e in particolare L’Alpino e il Comitato di redazione che sorveglia la vita del giornale. Appassionato lettore di tanti nostri giornali, si è chiesto cosa trovo sulla stampa alpina?

    Su tutti, in comune, la memoria, la storia, il rispetto dei nostri Caduti . Ha parlato della leva, tema sollevato da Brunello, per ribadire anch’egli che non potevamo tacere. Per questo siamo andati a Roma, per una protesta educata ma risoluta . La tradizione: la rispettiamo ma siamo consapevoli che bisogna guardare avanti, che dobbiamo avere coraggio, come ha detto Beppe Parazzini.

    Lo dimostrano i 70 nuovi gruppi sorti in questi ultimi quattro anni, in prevalenza nelle regioni del meridione ( a dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto dalle sezioni e dai gruppi ), l’attivazione dei giovani e la loro crescita ( ma teniamoci anche i nostri cari veci ). Ha parlato del Centro Studi che dev’essere un organo esaltante e propositivo , dei solidi rapporti con il Comando Truppe alpine con il quale la collaborazione è totale, della necessità di essere vicini alle famiglie dei nostri alpini in missione all’estero ( Pinerolo ha fatto grandi cose ), del coinvolgimento dei giovani ai valori della montagna ( la Regione Veneto ha ottenuto risultati eccellenti con un’iniziativa che sarà ripetuta anche in Lombardia e probabilmente anche in Piemonte ) in un’ottica del guardare avanti .

    La stessa che ha imposto un adeguamento delle nostre strutture, come la ristrutturazione della Sede nazionale, del rifugio Contrin, del soggiorno di Costalovara per il quale i lavori non sono ancora finiti e servono volontari. Costalovara diventerà anche un luogo di incontri, seminari e formazione avendo finalmente strutture adeguate. Quanto agli amici degli alpini , ha ricordato il documento informativo inviato a tutti i presidenti di sezione, documento che non sempre la stampa alpina ha riportato. È anche accaduto ha detto Perona con rammarico che ci sia stato qualche travisamento. In cinque anni abbiamo perso 9 mila soci effettivi, nello stesso periodo abbiamo iscritto 12 mila soci aggregati.

    La forbice si allarga, e credete che il presidente faccia finta di non sapere?Se il criterio con il quale abbiamo presentato la questione è sbagliato, cambiamolo, ma parliamone. I soci aggregati sono circa 70 mila, ci sono realtà splendide fra di loro, sono il 40 per cento della nostra Protezione civile, l’ospedale da campo non potrebbe essere tale senza di loro, sono fiori all’occhiello perché è l’Associazione che li regola. La proposta è chiara: noi non vogliamo cambiare le regole, ma neppure adottare la politica dello struzzo . Infine, gli alpini sul sentiero della storia.

    È importante ha sottolineato il presidente ricordare il 90º della fine della Grande Guerra. Bassano è il Grappa, la montagna degli Italiani, è il Ponte che unisce e non divide, la sua canzone rinsalda l’amicizia. E poi ci sono il Pasubio, l’Ortigara, il Bosco delle Penne Mozze, l’Adamello e poi ancora ci sarà la chiusura delle celebrazioni a Trento, il 30 novembre, una chiusura speciale che coinvolgerà alla stessa ora tutte le nostre sezioni con una unica, grande cerimonia che sarà conclusa dalla Preghiera dell’Alpino. Il 2008 è l’anno del ricordo, il 2009 sarà l’anno della Solidarietà: onorare i morti aiutando i vivi. Sarà l’anno in cui uscirà il completamento del libro della storia della nostra Associazione. Perona ha chiesto di essere presenti numerosi a Trento.

    Questo è un anno speciale, dobbiamo essere speciali anche noi! Diffondete questo appello sui vostri giornali . E ha concluso: Alla base di tutto ci dovrà essere compattezza associativa, unità di intenti, idee chiare, rispetto dello Statuto ma anche molto impegno. Viva l’Italia, viva gli alpini, viva la stampa alpina! .


    Centro Studi: la riunione dei referenti

    La mattina di sabato 4 aprile, nell’ambito del Convegno della stampa alpina, si sono riuniti i referenti del Centro Studi ANA. Al tavolo della presidenza c’erano il vice presidente vicario Ivano Gentili, il vice presidente Alessandro Rossi, il presidente della Commissione Centro Studi Silvio Botter e i consiglieri nazionali, componenti della Commissione, Luigi Bertino, Bruno Gazzola e Cesare Lavizzari.

    Il primo argomento all’ordine del giorno ha riguardato le biblioteche sezionali: nel mese di novembre dello scorso anno, infatti, è iniziata l’attività di catalogazione dell’intero patrimonio librario dell’Associazione che porterà, una volta terminata l’opera di raccolta dei dati, alla pubblicazione sul portale associativo della biblioteca virtuale, che consentirà a chiunque di individuare i libri di interesse, con indicazione dei luoghi ove sono disponibili.

    Si è discusso poi di musei e sale storiche, sottolineando che il Centro Studi è a disposizione di sezioni e gruppi interessati a inventariare e valorizzare i propri cimeli storici, e per fornire anche, se del caso, indicazioni per poter usufruire di facilitazioni e contributi locali. Un cenno è stato fatto da Silvio Botter anche al Libro Verde della Solidarietà, che quest’anno, per la prima volta, verrà presentato durante la conferenza stampa dell’Adunata a Bassano del Grappa.

    La formula rimane la stessa, ma la versione che sarà pubblicata sul nostro sito internet www.https://www.ana.it conterrà anche una analisi dei dati per argomenti (anziani, comunità, banco alimentare etc..) e regioni che faciliterà l’opera di divulgazione e comunicazione. Una calorosa esortazione è venuta dal consigliere nazionale Cesare Lavizzari, che ha sottolineato la necessità della collaborazione delle Sezioni a tutti i progetti nazionali e l’importanza di fornire risposte adeguate entro i termini stabiliti, per consentire agli uffici di lavorare con serenità ed efficacia.

    Lavizzari, infine, ribadendo l’importanza strategica del Centro Studi per la conservazione e diffusione del nostro patrimonio culturale, ha invitato le Sezioni a non lasciare soli i referenti, costituendo vere e proprie commissioni di lavoro per far fronte a tutte le necessità che, di anno in anno, diventano più importanti e onerose. Ultimo argomento all’ordine del giorno, l’edizione speciale, nel 90º anniversario dalla fine del primo conflitto mondiale, del Premio Fedeltà alla Montagna 2008, che si svolgerà al Passo Falzarego il primo fine settimana di luglio.

    Per l’occasione l’Associazione Nazionale Alpini ha deciso di catalogare tutte le opere di recupero che gli alpini hanno condotto sui luoghi della Grande Guerra, dal tratto ossolano della Linea Cadorna, sino al Carso. Tutti gli interventi comunicati al Centro Studi sono stati raccolti in una pubblicazione, che sarà edita dalla casa editrice Mursia e sarà presentata ai primi di luglio in occasione dell’edizione speciale del Premio Fedeltà alla Montagna.