Cima Vallona: commemorata la strage di 35 anni fa

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    Il vice presidente vicario Perona durante la commemorazione dei quattro Caduti a Cima Vallona. Dietro, alla sua sinistra, fra due sindaci e un par, il gen. Federici.

     

    Il 5 giugno 1967 a Cima Vallona, nell’Alto Comelico, nei pressi del confine con l’Austria, quattro militari italiani persero la vita nell’esplosione di una mina collocata sul sentiero che portava al valico.
    Erano il capitano dei carabinieri Francesco Gentile, il tenente dei paracadutisti della Folgore Mario Di Lecce, il sergente paracadutista Olivo Dordi e Armando Piva, alpino del battaglione Val Cismon.
    Erano gli anni in cui l’Alto Adige era sconvolto da una serie di attentati compiuti da un gruppo di estremisti sudtirolesi e infiltrati austriaci. Cominciarono ad abbattere con il tritolo i tralicci delle linee che portano l’energia elettrica al Veneto e alla Lombardia, poi attaccarono le caserme dei carabinieri, fecero saltare i rifugi di montagna, seminarono lungo i sentieri bombe e trappole per colpire i militari. In uno di questi agguati caddero i quattro militari che stavano rientrando dall’ispezione di un rifugio nel quale era stato compiuto un attentato. In quella occasione venne conferita la medaglia d’Oro al V.M. al capitano Gentile, e la medaglia d’Argento ai due paracadutisti e all’alpino Piva. Ma non fin cos. La gente del Comelico e del Cadore volle ricordare il sacrificio di questi quattro militari costruendo una cappella a Tamai, nella valle del Digon, dove da allora, ogni anno viene celebrata una S.Messa e vengono ricordati i quattro Caduti.
    La cerimonia si ripetuta anche quest’anno, con particolare solennit nel 35 anniversario della strage. C’erano numerosi sindaci del territorio, con rappresentanze dei carabinieri con il comandante interregionale generale Luigi Chirieleison, il generale Luigi Federici, gi comandante del IV Corpo d’Armata alpino e poi comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, il brigadier generale della Guardia di Finanza Mauro Maugliano, un folto gruppo di paracadutisti giunti da Pisa. E un tenente della Tridentina. Nessun picchetto alpino dalle vicine localit, niente. Una assenza che stata opportunamente marcata sia dal generale Federici che da Corrado Perona, vice presidente nazionale vicario, che ha pronunciato la commemorazione dei quattro Caduti ed il loro sacrificio, tanto pi significativo in quanto avvenuto in tempo di pace.
    Chi scrive ha da aggiungere un ricordo personale, perch conosceva il capitano dei carabinieri Gentile, al quale dedicata oggi la caserma che ospita il comando regionale, a Bolzano. Quando giunse l’ordine di andare a Cima Vallona, l’ufficiale era in licenza, pur essendo in ufficio e in abiti civili. Fece scendere dall’elicottero che non poteva trasportare un passeggero in pi il tenente dei carabinieri paracadutisti, che era il vice comandante della compagnia speciale antiterrorismo, e and al suo posto. E al suo posto mor. Lo diciamo non certo per sminuire il sacrificio degli altri e in particolare dell’alpino Piva, l’unico dei quattro, di leva. E’ anche e soprattutto a questo semplice, modesto, eroico alpino che all’appuntamento dell’anno prossimo gli alpini in armi dovranno rendere omaggio anche per questa commemorazione appena trascorsa e trascurata.

     

    (g.g.b.)