Campo scuola: sapore di naja

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    Ventisei ragazzi per dieci giorni hanno dato vita al primo Campo scuola ANA, allestito a Griante sul lago di Como.

    Giovedì 3 luglio

    La mattina del primo giorno è dedicata all’accoglienza dei ragazzi, giunti con puntualità dalle tre Sezioni coinvolte nel progetto, ossia Biella, Valdagno e Como. I ragazzi veneti provengono dai paesi di Castelgomberto, Brogliano e Valle e sono accompagnati da tre alpini che rimarranno al campo fino al termine. Sono Edoardo Bocchese, Dario Spanevello e Giacomo Gasparelle. La loro presenza si rivelerà preziosissima. I ragazzi ricevono i gadget: cappellino, maglietta, quaderno e penna personalizzati. Vengono loro illustrati gli scopi del campo e sottolineato il regolamento, fatto sottoscrivere ad ognuno, come impegno al rispetto. Poi l’alzabandiera: da questo momento in poi, tutte le fasi della giornata saranno scandite dai segnali di tromba perché le impostazioni del campo sono di stile militare. La mattinata si conclude con il pranzo, seguito dallo sgombero dei tavoli ad opera dei ragazzi. Questo criterio verrà tenuto sino alla fine del campo. Nel pomeriggio visita al patrimonio boschivo della zona, accompagnati da Silvio Fraquelli, alpino del gruppo di Griante. Silvio si guadagnerà subito la stima e l’affetto dei ragazzi e diventerà uno dei loro idoli e un riferimento sicuro. Dopo la cena Corrado Perona parla ai ragazzi della storia dell’ANA. Poi il rientro al campo, e per la prima volta il ‘Silenzio’… anche se il silenzio vero è sceso solo verso le 4 del mattino, quando anche i più vivaci cedono al sonno.

    Venerdì 4 luglio

    Pronti per Villa Carlotta! Accompagnati da una guida speciale, la dott.sa Bertolucci, direttrice dell’Ente Villa Carlotta. I ragazzi però scalpitano per il programma del pomeriggio, che prevede una gita in battello, per raggiungere Bellagio sulla sponda opposta del lago. Piove, ma ci si diverte ugualmente. All’attracco di Bellagio ci aspettano gli alpini del Gruppo locale, che ci guidano nella visita del paese e ad incontrare il reduce alpino Pierino Gervasoni, classe 1918, che ha combattuto a Nikolajewka, dove è stato ferito alla gola. Pierino in seguito rimarrà congelato e, dopo l’8 settembre sarà deportato per 26 mesi in Germania. Nonostante tutto ciò è assolutamente lucido e in piena forma fisica. Mangiamo il gelato sotto la pioggia e raggiungiamo la casa della M.O.V.M. comasca Teresio Olivelli, tenente di artiglieria da montagna, per il quale è in corso la causa di beatificazione. Rientro, cena e serata con il reduce tenente col. Sergio Pivetta di Milano per una lezione sulla storia degli alpini, corredata dalla proiezioni di immagini e da un bel video.

    Sabato 5 luglio

    La prima parte della mattina è dedicata al tema del ‘rischio sismico’. Arriva da Milano il sismologo Graziano Cireddu, della Protezione Civile Lombardia. È bravissimo a dialogare con i ragazzi che sono coinvolti in continuazione. È uno degli incontri più apprezzati. Disponendo di un po’ di tempo prima di pranzo Silvio, alpino di Griante, conduce i ragazzi al santuario della Madonna di San Martino, con un dislivello di 220 metri. Da lassù si gode un panorama stupendo. Dopo pranzo è sempre Silvio, giardiniere di professione, a guidare la comitiva attraverso lo splendido parco della Villa Carlotta. Di ritorno al campo, troviamo ad aspettarci la fanfara alpina di Olgiate Comasco, una delle due della sezione di Como. Dopo cena la Fanfara presenta un concerto al campo sportivo del paese, con un buon pubblico di abitanti e turisti stranieri. Facciamo la nostra bella figura.

    Domenica 6 luglio

    Destinazione Claino con Osteno, sulla parte italiana del Ceresio, il lago di Lugano. Il paese, che fa parte della Valle Intelvi, quest’anno ospita la manifestazione itinerante che commemora il sacrificio del battaglione Valle Intelvi, unico reparto alpino ad aver portato il nome di una località comasca. L’obiettivo è quello di far partecipare i ragazzi ad una cerimonia alpina. Si ritorna al campo per il pranzo e ci si prepara all’attività del pomeriggio. È il comandante della caserma di Como, il col. di artiglieria da montagna Marco Tesolin, a tenere una interessante lezione di topografia e orientamento nell’area a monte della Villa Carlotta. Il posto è favoloso, tra boschi e uliveti, con numerose capre al pascolo. Dopo cena di nuovo tutti all’oratorio, dove Gianluca Marchesi del Centro Studi ANA parla di letteratura alpina.

    Lunedì 7 luglio

    Altra trasferta in pullman sotto una pioggia molto antipatica. La destinazione è Como, dove fortunatamente troviamo il sole. Accompagnati da una guida professionista, i ragazzi visitano la città. Rientro e pranzo al campo. La lezione prevista si tiene all’aperto, sotto le piante dell’accampamento: il tema è il canto alpino ed il relatore è un alpino speciale di Milano che si chiama Bruno Zanolini. Speciale perché fino a un paio d’anni fa è stato il direttore del conservatorio Giuseppe Verdi di Milano ed ora insegna composizione al conservatorio di Lugano. E speciale anche per me: erano insieme ad Aosta nel 62° corso AUC. Ad assistere alla lezione arrivano altri due ‘fratelli’ di corso: Adriano Crugnola e Augusto Tevini. Bruno parla delle ragioni che spingono gli alpini a cantare e di come sono nati i nostri canti. A supportarlo c’è il coro alpino del gruppo di Canzo, che la sera presenterà un bel concerto nel salone dell’oratorio.

    Martedì 8 luglio

    Il tema del giorno è quello degli incendi boschivi, ad illustrarlo arriva una splendida squadra di volontari dell’A.I.B. dell’ANA di Sondrio, che partecipa con noi all’alzabandiera. Arriva anche il coordinatore nazionale della P.C. ANA Giuseppe Bonaldi, accompagnato da Michele Longo. I volontari A.I.B. dividono i ragazzi in squadre. Una volta che tutto è pronto, si inizia a provare gli idranti e i naspi. È divertimento allo stato puro: i ragazzi completano l’addestramento bagnati come pulcini. La vita del campo continua con il solito ritmo: adunata, ammainabandiera, adunata rancio e cena. A tavola con noi c’è il generale degli alpini Giorgio Romitelli, ormai comasco di adozione che ha al suo attivo moltissime missioni all’estero. Il tema della serata è proprio l’Afghanistan. Si fa tardi e il gen. Romitelli dice che ci saranno altre occasioni per parlare di mezzi e armamento dei reparti italiani all’estero. I ragazzi lo pregano di non smettere e la lezione continua.

    Mercoledì 9 luglio

    È l’ultimo giorno di attività. Visita alle trincee della Linea Cadorna, recuperate dai nostri alpini del lago. Ad attenderci gli alpini di Menaggio e l’alpino Carlo Pedraglio, insegnante comasco, che racconterà ai ragazzi le ragioni della costruzione delle fortificazioni. C’è anche un sacrario ricavato in una galleria sotterranea, sopra la quale gli alpini hanno costruito una bella cappella a ricordo dei Caduti. Edoardo inquadra i ragazzi, rendiamo gli onori e viene letta la Preghiera dell’Alpino, nel silenzio perfetto della montagna. È commovente. Si fa la colazione al sacco: panini, frutta e dolce, preparati la mattina di buon’ora dai cuochi del campo. Il programma per la serata prevede il karaoke. Sulla strada di ritorno al campo si nota una certa malinconia: è l’ultima sera. Edoardo propone che venga suonato il silenzio fuori ordinanza, per i bocia ormai prossimi al congedo. Sulle note della tromba i ragazzi piangono. L’ultima notte è la più tranquilla.

    Ultimo giorno

    Adunata della mattina con molti occhi lucidi. L’unità di Protezione Civile è già presente, per lo smontaggio del campo. Ci si avvia in centro paese, dove ci sarà una cerimonia di Onori ai Caduti, davanti al monumento. Rientro al campo, sempre più tristi. I volontari di P.C. hanno già smontato un po’ di tende e c’è davvero aria di smobilitazione. Prima dei saluti e della consegna dei ricordi, si procede con l’ammainabandiera. Edoardo inquadra i ragazzi e mi presenta la forza: “Comandante, ventisei allievi presenti!”. Gli occhi sono sempre più lucidi, primi tra tutti i miei. Mattia legge una lettera di saluto e ringraziamento, scritta a più mani. La mamma di Christian mi racconta che il figlio l’ha chiamata tutte le sere per dirle di quanto fosse felice. L’abbraccio con i tre alpini accompagnatori rimasti al campo una settimana è particolarmente forte e fraterno. È l’ora del congedo… la mente ripercorre questi giorni: il mio grazie è per i ragazzi che ricorderò sempre e per i miei alpini che ancora una volta mi hanno reso orgoglioso di essere il loro presidente.

    Chicco Gaffuri